Utente:Luigi V. Prato/Sandbox Milhaud La création du monde

La création du monde
CompositoreDarius Milhaud
Tipo di composizioneballetto
Numero d'operaop.81a
Epoca di composizione1923
Prima esecuzione25 ottobre 1923, al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi
Durata media18 min.
Movimenti
  1. Ouverture
  2. Il Caos prima della Creazione
  3. Il dissolvimento dell'oscurità e la creazione di piante e animali
  4. La creazione di uomo e donna
  5. La passione fra l'uomo e la donna
  6. Coda con il bacio e la nascita della primavera

Altre notizie

Storia della composizione

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A proposito delle relazioni fra musica colta e musica jazz, Eduardo Rescigno ha sottolineato la difficoltà di porre in luce con esattezza le fonti che hanno influenzato i compositori europei. Si sa che l’interesse verso taluni moduli melodici e ritmici di provenienza nordamericana iniziò a svilupparsi nel vecchio Continente durante gli anni intorno alla prima guerra mondiale. Va peraltro precisato che in quel periodo il jazz rimaneva pressoché confinato nella città di New Orleans, salvo casi sporadici come nel caso di Jelly Roll Morton che con la sua orchestra era arrivato ad approdare sulla costa della California, mentre la Original Dixieland Jazz Band aveva riscosso un buon successo a Chicago e New York durante il periodo 1916-1917. Si trattava, tuttavia, di eventi ancora d’importanza marginale per il mondo musicale negli Stati Uniti d’America, nonostante il primo disco di musica jazz fosse stato inciso nel 1917.

Effettivamente, ciò che i compositori europei in quel periodo consideravano quale musica jazz consisteva in qualche forma di danza, originaria del Sud negli USA, che avrebbe poi contribuito accanto ad altre influenze musicali dar vita al jazz vero e proprio. In particolare, fu oggetto di notevole interesse in Europa il ragtime [1], un tipo di danzaderivata dal cake-walk (oltreché da altre tipiche espressioni musicali di impronta folclorico-nazionale) che si sviluppò gradualmente attraverso l’inserimento di canoni linguistici propri della cultura musicale afroamericana [2].

Era pressoché inevitabile che la musica jazz dovesse richiamare l’attenzione dei compositori europei, in ragione della sua straordinaria novità ritmica, specie tenuto conto della crescente diffusione delle sovrapposizioni armoniche e ritmiche nel Vecchio Continente. Si può citare il caso dei Children’s Corner di Claude Debussy, il cui ultimo brano Golliwog’s cake-walk ripropone una delle numerose danze (il cake-walk, appunto) che fanno ricorso alla formula del ragtime in ragione del suo successo.

Da questi pochi, brevi accenni, si può comprendere quale fosse l’interesse dei compositori colti europei verso il jazz, in ragione delle sue novità ritmiche e armoniche oltre che per il suo particolare tratto primitivo, capace di rinnovare mediante pochi (e persino ingenui) tocchi di grande efficacia un repertorio divenuto logoro e amorfo.

La création du mondeè da considerare un’opera storicamente importante, in quanto rappresenta probabilmente il più ambizioso tentativo di inserire gli elementi del jazz di cui si è detto nell’ambito della musica europea [1] .

Struttura della composizione

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La création du monde è una composizione decisamente brillante, nella quale abbondano i richiami alla musica del Nuovo Mondo, in modo particolare al blues. Il motivo centrale del balletto è, in effetti, un tema tipicamente blues e richiama un altro tema usato da George Gershwin per la sua famosa Rhapsody in Blue; appare anche uno spunto tematico analogo al celebre Saint Louis Blues di William Christopher Handy. Dal blues, Milhaud ha anche preso a riferimento talune caratteristiche modali, come ad esempio la costante incertezza tra modo maggiore e modo minore.

Peraltro, Milhaud ha fatto un uso sapiente e libero del materiale musicale jazz e di particolari spunti (ad esempio, in quegli episodi in cui i vari strumenti solisti sono impiegati in contrappunto, secondo lo stile del jazz tipico di New Orleans). Egli ha così saputo in tal modo trarre dal jazz gli elementi di cui aveva particolarmente bisogno, inserendoli in modo magistrale nel flusso di un discorso del tutto originale e personale. Nella musica del balletto si rinvengono anche ritmi latino americani come la rumba, tipica danza sincopata basata su una formula ritmica in tempo binario di quattro battute [3]. Secondo Giacomo Manzoni, La création du monde costituisce una pagina spregiudicata e divertente, indubbiamente superficiale ma concepita con gusto musicale e chiaro senso formale [4].

Per quanto riguarda le scene, le maschere e i costumi dei personaggi del balletto, essi simboleggiano l’arte primitiva del Continente Nero e fanno allusione agli dei africani della creazione, nonché al primo uomo e alla prima donna avvinti in una danza amorosa. Milhaud ha fatto ricorso alla musica jazz in virtù della sua pulsione ritmica e delle melodie espressive, pervase da un lirismo che solo le razze umane oppresse sono in grado di esprimere. Il compositore francese osservò: «Qui attingiamo alla vera essenza di questa musica, al lato profondamente umano che essa è in grado di rivelare, e che sconvolge l’ascoltatore in maniera totale, al pari di qualsiasi capolavoro musicale universalmente conosciuto» [5].

Discografia parziale

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  • Boston Symphony Orchestra, Charles Munch (RCA BMG)
  • London Symphony Orchestra, John Carewe (Everest Records)
  • Moscow Symphony Orchestra, Alexander Kopylov (EMG Classical)
  • Orchestre de L’Opéra de Lyon, Kent Nagano (Erato Disques)
  • Orchestre du Théâtre des Champs - Elysées, Darius Milhaud (Nonesuch)
  • Orchestre National de France, Leonard Bernstein (EMI)
  • Orchestre National de Lille, Jean - Claude Casadesus (Naxos)
  • Prague Symphony Orchestra, Václav Neumann (Supraphon)
  • Santa Fe Chamber Music Festival, Heiichiro Ohyama (Stereophile)
  • Sinfonia da Camera, Ian Obson (Arabesque Recordings)
  1. ^ a b Eduardo Rescigno: Darius Milhaud; La création du monde, in La musica moderna, vol. III - Neoclassicismo, pagg. 238 - 240 (Fratelli Fabbri Editori, 1967)
  2. ^ Grande Enciclopedia della Musica Classica, vol. III, pag. 1107 (Curcio Editore)
  3. ^ Grande Enciclopedia della Musica Classica, vol. III, pag. 1194 (Curcio Editore)
  4. ^ Giacomo Manzoni: Guida all’ascolto della musica sinfonica, XVII edizione, pag. 289 (Feltrinelli, 1987)
  5. ^ Jean - Marie Brohm: Honegger e Milhaud; pagg. 15 - 16 (RCA, 1991)

Bibliografia

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  • Eduardo Rescigno: Darius Milhaud; La création du monde, in La musica moderna, vol. III - Neoclassicismo (Fratelli Fabbri Editori, 1967)
  • Grande Enciclopedia della Musica Classica, vol. III (Curcio Editore)
  • Giacomo Manzoni: Guida all’ascolto della musica sinfonica, XVII edizione (Feltrinelli, 1987)