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Suor Chiara Di Mauro in estasi
Adelaide Di Mauro. Vita secolare

Suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante (Adelaide Di Mauro) modifica

Moglie, madre, vedova, suora, mistica. Questi, i diversi volti di suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante, al secolo Adelaide Di Mauro, (1890-1932). Morta in odore di santità, è stata proclamato Serva di Dio della Chiesa cattolica. La causa di beatificazione è ancora in fase di definizione.

Biografia modifica

Il 5 luglio 1890 nacque a Siracusa una donna, al secolo Adelaide Di Mauro, dotata di doni soprannaturali; grazie agli eccezionali carismi posseduti e agli eventi straordinari che accaddero intorno alla sua figura, in vita e post mortem, la si potrebbe definire senza esagerazione un Padre Pio “al femminile”. Primogenita di sei figli, sin da giovane manifestò un forte desiderio di spiritualità, di pregare incessantemente ed ebbe contatti ravvicinati col divino, attraverso apparizioni prodigiose di Gesù e della Vergine; nonostante ciò, nel 1910 si sposò con Giuseppe Cortada, con il quale ebbe tre figli, due dei quali morirono in tenera età. Anche il matrimonio, vissuto quasi fra costrizione e rassegnazione, durò poco: nove anni dopo, nel 1919, Giuseppe si ammalò di febbre spagnola e morì e Adelaide, rimasta sola col piccolo figlio Alfredo, si sentì, giorno per giorno, sempre più chiamata alla sua vera vocazione: la vita contemplativa. Durante la prima vedovanza si iscrisse all’Arciconfraternita delle Dame Sacramentine, divenne terziaria francescana presso la chiesa di San Francesco all’Immacolata di Siracusa e, addirittura, spinta dal bisogno di vivere in solitudine e isolata dal resto del mondo, per un periodo visse all’interno di una spelonca, in contrada Grottasanta, dormendo a terra su un pagliericcio e cibandosi di briciole, in una sorta di eremitismo urbano. La grotta fu sempre luogo di raccoglimento, di misticismo e di “rivelazioni”, come lei stessa affermava: vi ritornò più volte durante la sua vita penitenziale, qui le apparirono la Madonna e Santa Chiara, e proprio quest’ultima la invitò ad andare a Messina e poi a ritornare a Siracusa, dove avrebbe dovuto fondare un monastero di Clarisse

Vita religiosa modifica

Consigliata dal suo confessore e direttore spirituale, il cappuccino Padre Samuele Cultrera – che poi diverrà pure il suo biografo e colui che raccoglierà una messe cospicua di documenti e di testimonianze relative alle sue estasi, ai suoi miracoli e ai suoi prodigi – venne indirizzata verso la città di Messina, dove prima del tentativo di un suo ingresso in monastero chiese ospitalità per se e per il figlioletto in un vicino istituto fondato da Sant’Annibale Maria Di Francia: l’Istituto delle Figlie del Divino Zelo Arrivò a soffocare la sua “maternità forzata”, distaccandosi per sempre dal figlio e consegnandolo, prima di ritirarsi in clausura, alle cure della sorella Virginia. Il 14 settembre 1924 entrò nel monastero di Santa Chiara “alla Giostra”, vestendo l’abito religioso francescano l’anno successivo, il 19 giugno 1925, e assumendo il nome religioso di Suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante. Da quest’istante accaddero in lei una serie di incredibili manifestazioni soprannaturali, puntualmente registrate dalle consorelle o da chi le stava accanto, trascritte in documenti o in diari raccolti in decine e decine di faldoni (oggi custoditi presso l’Archivio Storico della Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Siracusa), che furono considerate “fenomeni incomprensibili”, stranezze o follie che, liquidate come patologie psichiche, spinsero la badessa a farla escludere dalla professione solenne e, di conseguenza, a espellerla definitivamente dal monastero, intimandole di ritornare nella sua Siracusa. Suor Chiara provò a rientrare fra le mura claustrali, aspettando anche per ore in preghiera dietro al cancello, ma i suoi tentativi furono completamente vani. Nella città natale di Siracusa, dimorando in varie case come ospite temporanea di famiglie a lei spiritualmente devote, si spese fortemente per un obiettivo, durante gli ultimi anni della sua vita: l’edificazione di un monastero di osservanza francescana per risiedere, pregare e accogliere tutte le «anime vittime del S. Cuore di Gesù, per riparare i peccati degli uomini e in particolare quelli dei sacerdoti e delle comunità rilassate». Fu un sogno mai realizzato nella sua esistenza terrena, ma Gesù le predisse e le promise, in una delle sue estasi, che sarebbe stato compiuto: infatti, fra il 1947 e il 1950, venne edificato un monastero delle Carmelitane Scalze, nei pressi di via Acradina, oggi scomparso del tutto.

Esperienza mistica modifica

Numerosi sono gli esempi di fenomeni ed esperienze mistiche che ebbe Suor Chiara: a partire dalle innumerevoli estasi, cadendo in un “rapimento dell’anima” che la estraniava dal mondo, con perdita dei sensi o irrigidimento del corpo quasi a sembrare morta, in cui aveva ore e ore di dialoghi con Gesù, con la Madonna o con i Santi; o, ancora, i segni delle stimmate alle mani, ai piedi e al costato, che sanguinavano il giovedì e il venerdì di ogni settimana, come anche la fronte, le tempie e gli occhi, con dolori tipici della corona di spine del Crocifisso, arrivando a versare lacrime di sangue. E, proprio come accadde a Padre Pio, nacquero dubbi e sospetti: si pensò che la suora si auto infliggesse quelle ferite e si intervenne dall’alto, su indicazioni del Sant’Uffizio e di padre Agostino Gemelli (lo stesso che ritenne Padre Pio un falsificatore delle sue stimmate che abusava della credulità della gente), effettuando su di lei indagini con ispezioni invasive, sorvegliandola a vista giorno e notte e proibendole di uscire. E, ancora, su Suor Chiara i segni dell’unione mistica con Dio si videro nel “fenomeno dell’anello di carne”, ovvero un’impronta a forma di cerchio al dito anulare, che si “infuocava” fino a sanguinare, che dimostrava il suo matrimonio spirituale; nella “comunione mistica”, cioè l’apparizione miracolosa della particola eucaristica in bocca, ricevuta quindi direttamente dalle mani invisibili di Gesù o della Vergine; la bocca ricolma di sangue benedetto col quale si nutriva, nonostante un rigidissimo regime alimentare ridotto quasi al digiuno, senza subire perdite corporee di peso. Suor Chiara ricevette anche altri doni carismatici: quello della profezia (di morti future, di avvenimenti riguardanti la città di Siracusa e, addirittura, della seconda guerra mondiale); visioni divine e rivelazioni private, apparizioni e dialoghi con i defunti o di intercessione per le anime purganti; riusciva a leggere il pensiero dei presenti, a fare discernimento del loro spirito e a dar loro risposta, oppure conosceva realtà culturali e spirituali senza averle apprese dallo studio (come leggere e suonare la musica, o possedere conoscenze teologiche, astronomiche, di medicina e meccanica), ma avute per scienza infusa da Dio; il suo corpo talvolta emanava bagliori luminosi e su di esso sono stati verificati fenomeni di levitazione, di bilocazione e di osmogenesi, il “profumo di santità” emanato (anche in stato di cadavere) per far sentire la sua sacra presenza. In vita, in particolare durante i lunghi e sferzanti periodi ascetici, si asteneva dal nutrirsi, dal bere, dal dormire e si mortificava il corpo: fra gli oggetti a lei appartenuti – custoditi come se fossero quasi delle vere e proprie reliquie – spicca il cilicio a forma di croce, fatto in tela ruvida e con acuminati chiodi uncinati, che indossava per le sue dure pratiche penitenziali. E numerosi sono pure i prodigi e le inspiegabili guarigioni, spirituali e fisiche, fatte in vita o per sua intercessione dopo la morte, testimoniate da lettere e scritture private: gravidanze insperate e poi ottenute; cecità, paralisi, tifo e altre gravi malattie guarite immediatamente; miracoli effettuati attraverso la forza guaritrice dell’olio delle lampade che ardevano sulla sua tomba, della sua taumaturgica “Novena al SS. Crocifisso” o, infine, della sua immagine, come nel 1945 quando, incredibilmente, trasudò sangue, a Modica.

Morte e beatificazione modifica

Morì a 42 anni, il 13 settembre 1932, dopo una serie di premonizioni, in una casa non sua e senza l’assistenza del suo padre spirituale, il canonico Sebastiano Uccello, cui era stato vietato di avvicinarla: un ultimo affronto da quella parte di gerarchia ecclesiastica che sempre la osteggiò, con parole aspre o provvedimenti severi, come lo fu mons. Giovanni Musumeci, vicario generale dell’arcivescovo Giacomo Carabelli (il cui episcopato, dal 1921 al 1932, è cronologicamente parallelo a quasi tutto il percorso di vita spirituale di Suor Chiara). Le sue spoglie riposano, oggi, dopo la traslazione effettuata nel 1999, nella cappella di Santa Rita nella Chiesa dei Cappuccini di Siracusa, all’interno di un’umile tomba – poco visitata e, potremmo dire, quasi sconosciuta ai suoi stessi concittadini – illuminata dai soli raggi del sole che filtrano da una piccola vetrata policroma con l’amato San Francesco. Il convento di Santa Lucia al Sepolcro in qualità di attore della causa, la signora Giuseppina Sirchia come promotrice-finanziatrice e mons. Vincenzo Annino (sul lavoro tracciato dal P. Samuele Cultrera) come postulatore, fecero sì che il 16 luglio 1983 l’arcivescovo di Siracusa Calogero Lauricella decretasse l’introduzione canonica della “Causa di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio Adelaide (Suor Chiara) Di Mauro” e l’istruzione del relativo processo canonico, svolto in diverse sessioni a partire dal 16 novembre 1984 e interrotto con la morte del Lauricella nel 1989. Venne ripreso nel 1997 per sospendersi, inspiegabilmente, poco tempo dopo alla “fase diocesana” e, di conseguenza, senza giungere mai alla “fase romana”.

Collegamenti esterni modifica

Bibliografia modifica

  • Cannarella G., Suor Chiara di Gesù Agonizzante (Adelaide Di Mauro). 1890-1932, Siracusa, Marchese, 1951.
  • Cultrera S., Un’abitatrice delle caverne, Torino, L.I.C.E. - Berruti, 1953.
  • Gori S. (cur.), Una vittima del Sacro Cuore. Suor Clara Francesca di Gesù Agonizzante (Adelaide Di Mauro † 1932), Roma, Tipografia Agostini, 1974.
  • Mangiafico M., Suor Chiara Di Mauro. Una mistica tra il chiostro e il secolo. Siracusa, Lombardi Editore, 2019.

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