La Tribuna di Marte
Spazio personale per invettive, arringhe e filippiche pubbliche

Wikipedia is not democracy! modifica

Vedi titolo, può suonar male ma in realtà non esprime alcunché di negativo. Siamo usi ad immaginare la democrazia come modello di riferimento del mondo libero basato su vincoli giuridici di libertà e giustizia, dove (seppur spesso solo formalmente) viene garantita la possibilità di esprimerci e la considerazione conseguente di ciò che esprimiamo (in particolare in ambito politico, meccanismo che permette il funzionamento dell’elezione del candidato portavoce e quindi dell’intero sistema rappresentativo).
 
Un problema di censura o di contributi in malafede?
Wikipedia, che è di principio un progetto orizzontale, non si basa su di un processo di questo tipo, ed è chiaro fin dall’enunciazione dei pilastri e delle linee guida su ciò che Wikipedia non è, e appunto, non è un esperimento di democrazia. Come detto in precedenza, questa affermazione potrà far storcere il naso ai più, eppure proprio questo assunto permette a Wikipedia di essere uno strumento efficiente ed affidabile, o almeno, gli permette potenzialmente di esserlo, e vi spiego perché…

Nella democrazie, o meglio, nello Stato di diritto, ognuno è un titolare di un diritto e può, salvo restrizioni di natura penale (nel senso più generico del termine) esercitarli in assoluta libertà, senza che nessuno possa frapporsi tra il titolare del diritto e il risultato dell’esercizio di quello. Su Wikipedia in linea generale funziona grosso modo così, chiunque può editare, da IP o da utente registrato, non ci sono preclusioni all’iscrizione, si può far tutto entro i limiti delle linee guida e delle regole del progetto. Come nella RL dello Stato di diritto, chi viola le leggi (le regole) va incontro ad una sanzione, e così succede su Wiki. Ora, sembra tutto molto simile alla democrazia come la conosciamo, ma su Wiki esiste una cosa che non esiste nei sistemi politici democratici: il bando a tempo indeterminato di un utente, detto anche blocco infinito, che priva in maniera totale e definitiva un utente della possibilità di editare e di contribuire al progetto.
Nei sistemi democratici (tranni casi eccezionali) non esiste un dispositivo che possa privare un cittadino di un suo diritto fondamentale, soggettivo e inalienabile, esistono istituti di pena che portano alla restrizione della libertà a vita, in alcuni paesi (vedi gli USA) esiste anche la pena capitale, ma parliamo di reati gravi contro la persona e non di “reati d’opinione” come potrebbero essere definiti, per via dell’aspetto immateriale della prassi, le infrazioni compiute all’interno di Wiki. Definirli reati d’opinione è comunque un errore, primo perché nella maggior parte dei casi dei blocchi infiniti ci si trova di fronte ad episodi di danneggiamento (seppur virtuale) del progetto (vedi Vandalismo), secondo in quanto anche chi ritiene di essere vittima di una “censura” ideologica sbaglia approccio al progetto senza rendersene conto. Per essere più chiari, su Wiki non esiste nessuna discriminazione ideologica nel senso più ampio del termine (quindi non parliamo solo di politica), esiste però il vincolo fondamentale del Punto di Vista Neutrale (vedi NPOV) che non può essere violato per nessuna ragione.
Come già detto in altre occasioni, per Wikipedia il problema non è avere un POV, ogni utente ne ha uno, sugli argomenti più diversi, il problema è quando questo POV viene inserito all’interno delle voci, all’interno del progetto, specie quando questo viene fatto con sistematicità e con intenti propagandistici (vedi su questo la questione annosa delle Utenze Programmatiche). Quindi, non è un problema di opinioni ma di condotta, che è cosa del tutto diversa. Su questa particolare questione si può far riferimento ad un recente episodio che ha suscitato un notevole clamore su organi di stampa vicini al destinatario del provvedimento di bando. Non è il primo caso e non sarà neanche l’ultimo, Wikipedia è un bersaglio facile di utenti rancorosi e di ambienti poco inclini ad accettare la presenza e la forza dei media indipendenti (Wikipedia lo è di fatto, sociologicamente parlando), le campagne per gettare fango addosso alla più grande enciclopedia libera del web non finiranno certo qui. Ma questo caso è emblematico per inquadrare bene la questione che abbiamo trattato. Si possono leggere le accuse di censura, di stalinismo (in questo caso, poi dipende sempre dalla sponda ideologica del bannato, di volta in volta Wikipedia viene accusata di essere una dittatura comunista o fascista), di controllo spietato ed interessato (in passato siamo anche stati accusati di essere pagati per farlo!) dei contenuti. Niente di più falso, chi ha la pazienza di approfondire il caso potrà rendersi conto del fatto che trattavasi di un tentativo (recidivo) di spostare la lettura di fatti storici dalla propria parte politica con tecniche raffinate di referenziazione di parte e, secondo alcuni (cosa assai probabile a vedere bene la vicenda), di vere e proprie falsificazioni dei contenuti delle fonti. Condotte di questo tipo per Wikipedia sono inaccettabili ed in completo contrasto con i pilastri del progetto, il bando è in questi casi un opzione obbligata, ma i diretti interessati (e chi per loro) spesso, come possiamo vedere, non ci stanno e si lasciano andare a campagne diffamatorie sulla presunta “politicizzazione” di Wiki. Per carità, nessuno sta pensando di limitare il “diritto di sfogo” di soggetti esclusi dal progetto, non sarebbe possibile, e diciamolo, sarebbe anche poco sportivo, quello che però va chiarito è la assoluta infondatezza di simili accuse, per una questione molto semplice: non sono sensate.
Spieghiamo: una critica per essere sensata deve essere fatta con cognizione di causa, conoscendo quindi l’oggetto della critica. Chi sostiene che Wikipedia sia gestita in maniera “dittatoriale” da soggetti che l’hanno “occupata” (sarebbero semplicemente gli utenti che hanno contribuito a crearla e che si spendono per amministrarla, per altro con una sempre rinnovata fiducia della comunità) non ha capito che non si viene bannati per la propria opinione, ma per la violazione del punto di vista neutrale dell’enciclopedia. Per queste persone Wikipedia dovrebbe essere concepita “democraticamente” nel senso di poter permettere a chiunque di esprimere liberamente il proprio pensiero in quanto diritto soggettivo inviolabile. Certo, questo è possibile e sacrosanto, MA NON IN WIKI! Chi contribuisce al progetto rinuncia al proprio POV in favore del PVN, e non esistono deroghe a questo principio! Wikipedia non è un sistema politico di uno Stato, ma un progetto che è gestito secondo delle proprie regole come qualunque soggetto di natura privata. Questo è un punto fondamentale: Wikipedia è pubblica perché aperta a tutti, ma segue delle regole che la comunità decide di darsi in completa autonomia e in questo si comporta come un’associazione esclusiva dotata di proprio statuto e regolamento. Per questo Wikipedia non è una democrazia, come non lo è il circolo letterario del proprio Comune di residenza che, se decide di escludervi, lo fa nel suo pieno diritto di regolarsi come meglio crede, e a niente valgono le rimostranze su diritti e democrazia. Potete lamentarvi certo, nessuno ve lo vieta, ma è tempo perso e fiato sprecato. Come si è sovente costretti a ricordare, Wikipedia non è obbligatoria, e il proprio posto su Wikipedia non è garantito dalla legge. Non si può accampare il diritto a starci in barba alle regole per un presunto diritto di “libertà di espressione” e quindi di voto in senso lato, Wikipedia non è una tribuna politica, non è il posto per dire la propria, se così fosse non sarebbe un’enciclopedia neutrale ma un mix assurdo di tesi contrastanti. Così stanno le cose, chi si iscrive dovrebbe saperlo dato che è tutto scritto nero su bianco, ma molto spesso si pensa che Wikipedia sia il solito luogo pubblico della rete da utilizzare come servizi di casa propria e per portare acqua al proprio mulino. No, non funziona così, i detrattori in malafede indignati per le “epurazioni” se ne facciano una ragione.
Certo, esiste sempre il margine di errore, nessuno è infallibile, chiedere un’adeguata valutazione del proprio caso è legittimo e per altro questo non manca mai dato che ogni procedura di segnalazione, in particolare quelle più gravi che chiedono il ban infinito per questioni di POV (quindi più delicate del semplice vandalismo imperterrito che viene perseguito d’ufficio), sono a lungo dibattute e i casi sviscerati anche per giorni. E comunque esiste anche un margine di tolleranza che, per forza di cose, per quanto venga garantito dal meccanismo di ammonimento, blocco e blocco superiore alla successiva infrazione, si riduce drasticamente ai primi sospetti fondati. La comunità ha l’onere di amministrare e gestire un progetto di enormi dimensioni, con la responsabilità di doversi presentare al pubblico come uno dei più importanti siti e punti di riferimento del web. È logico quindi aspettarsi decisioni ferme e una scarsa disponibilità a farsi prendere per il naso con sotterfugi di ogni sorta e giustificazioni da azzeccagarbugli, non possiamo permetterci il lusso di correre dei rischi per credere sempre e comunque alla buonafede (che quasi sempre per altro manca).
Detto questo, a dispetto delle rimostranze “libertarie” (solo quando fa comodo) e le questioni tecniche, Wikipedia, per quanto non sia un esperimento di democrazia, rimane uno dei progetti virtuali più democratici che esistano, grazie alla sua vocazione pubblica, alla sua gratuità, e alla possibilità che offre a chiunque di contribuire al progetto, elementi che insieme alle considerazione che fa la stessa Wikipedia su di se, rientra nei canoni di una democrazia sana intesa alla maniera di Hannah Arendt e Robert Dahl:

«Wikipedia, comunque, è di fatto una democrazia nel senso dato al termine da teorici politici come Hannah Arendt e Robert Dahl. Dahl definisce la democrazia come un sistema politico nel quale ogni individuo interessato da una decisione ha l'opportunità di intervenire in quella decisione. Arendt rileva dal canto suo che la legge della maggioranza è semplicemente una procedura di decisione e la democrazia un sistema politico basato su un dialogo aperto.»

Marte77 22:22, 9 gen 2011 (CET)

Critica didattica delle (c.d.) Utenze Programmatiche modifica

Wikipedia è un grande strumento di informazione (nel senso più generico del termine) e di divulgazione. Uno strumento "democratico" (pur non essendo un esperimento di democrazia) in quanto aperto ai contributi di chiunque, senza una selezione preventiva. Questo elemento di contribuzione aperta rappresenta sicuramente uno degli elementi di forza del progetto, ma, come in tutte le cose, esistono anche degli aspetti negativi. L'assenza di selezione preventiva fa sì che la platea dei "contribuenti" comprenda anche soggetti che utilizzano internet come mezzo di propagazione di messaggi e contenuti che nel mondo reale non trovano spazio.
 
Utenza programmatica intenta ad escogitare stratagemmi per contrastare il complotto pluto-giudo-massonico-comunista-femminista su Wikipedia

Parliamo di persone che, mosse dalla loro frustrazione per un mondo che non capiscono e non accettano, tentano disperatamente di modificare la realtà almeno in una sua rappresentazione, quella virtuale di Wikipedia. Come è intuibile parliamo di modificare nel senso di distorcere, piegare la realtà per renderla più vicina al proprio modo di pensare e, spesso, al proprio modello ideale di società (nella quasi totalità dei casi ci troviamo di fronte a casi che riguardano temi di natura socio-politica e culturale). È l'impotenza verificata nella vita reale che spinge certi soggetti ad impegnarsi anima e corpo nel mondo di internet, in quanto gli spazi virtuali offrono possibilità di comunicazione che sono precluse e irraggiungibili ai più nel mondo reale. L'incapacità di incidere nel corso degli eventi e nel contesto materiale della propria esistenza porta queste persone a sfogare queste pulsioni irriducibili, frutto di un rifiuto del mondo così com'è, all'interno della rete. Internet è una valvola di sfogo, la rete offre spazi di pubblicità (nel senso di comunicazione pubblica) che vengono utilizzati come cassa di risonanza dei propri pensieri. Ma non parliamo di legittima esigenza di condivisione della propria sfera personale, attinente a quella socialità positiva che la rete ha contribuito a creare attraverso canali di comunicazione innovativi come i blog, parliamo invece di propaganda, di azione politica, di un punto di vista che invece di limitarsi alla dichiarazione cerca consensi e connessioni, capaci allo stesso tempo di dimostrare all'autore di non essere solo e di consegnargli una prospettiva di "successo" (del tutto aleatoria).
Su Wikipedia, ciò che è frutto di una considerazione personale o fa parte di un'ottica palesemente parziale (di parte), viene chiamato POV, point of view, punto di vista, in contrasto con la regola della neutralità (NPOV, neutral point of view) che vige su Wikipedia, un elemento che costituisce il fondamento stesso del progetto. Ognuno di noi possiede un proprio punto di vista, ma ogni contributore di Wikipedia sa che deve rinunciarvi in favore di una redazione necessariamente neutrale delle voci dell'enciclopedia. Errare è umano, e può capitare che qualche utente si lasci condizionare dal proprio modo di pensare che non coincide con un'analisi "asettica" di un dato argomento... Non è grave, è la comunità stessa che fa da filtro ai vari POV, che è in grado di annullarli in maniera naturale. Del tutto diversa è la situazione di chi invece fa del POV l'unico elemento di interesse della propria contribuzione. Da qui nasce l'abuso della piattaforma di Wikipedia, in quanto lo scopo della propria presenza in essa non è la contribuzione e la crescita del progetto ma lo sfruttamento del proprio potenziale informativo per scopi assolutamente personali. Questo tipo di comportamento rappresenta un vero pericolo per l'attendibilità di Wikipedia, diventato oggi uno dei più importanti canali di informazione di tutta la rete mondiale. Le utenze che tengono una condotta tale su Wikipedia vengono definite utenze programmatiche, e spesso dietro a tali utenze si nascondono personalità riconducibili alla categoria citata in precedenza.
Per fortuna Wikipedia è un grande progetto, non solo nel senso delle dimensioni ma anche nel senso della qualità del suo funzionamento: ogni giorno decine di utenti effettuano un'approfondita azione di controllo (patrolling) su tutte le attività che si svolgono su Wikipedia, la comunità che controlla se stessa ed è in grado con gli adeguati strumenti di identificare chi è su Wikipedia per danneggiarla in maniera diretta (vandalismo) o indiretta alterando la neutralità dei suoi contenuti.

Le utenze programmatiche spesso sono costituite da un gruppo di persone coordinate o da singoli soggetti che grazie agli strumenti offerti dall'anonimato di internet tentano (invano) di moltiplicare la propria identità. Lo scopo di questa pratica è intuibile: far credere di rappresentare un'istanza collettiva, darsi ragione da soli, su Wikipedia si parla di alterazione del consenso prodotta artificialmente attraverso utenze false (sockpuppet) o, nel caso di gruppi coordinati di più persone, di meatpuppet.
 
No sockpuppets, thanks!

Naturalmente le persone che agiscono in questo modo sono presenti in tanti luoghi della rete, in altre piattaforme (come facebook) la loro azione di propaganda è lasciata crescere indisturbata in quanto il lavoro di controllo dei contenuti per le aziende private risulta molto difficile perché questo servizio sottende un numero certo numero di impiegati per forza di cose limitato. Su Wikipedia è l'intera comunità all'opera, formata da volontari che giorno e notte pattugliano tutti i namespace armati di esperienza, della conoscenza del progetto che spesso manca ai malintenzionati (tali sono), e degli strumenti adatti a smascherarli.
Agli utenti bannati in quanto riconosciuti responsabili del danneggiamento di Wikipedia va detto questo: continuare è inutile. È una perdita di tempo per noi e per loro, una volta identificato un POV programmatico rintracciarlo nei vari edit diventa semplicissimo, e giocare con i nomi utente, gli IP, gli open proxy non serve a nulla, siamo in grado di affrontare ogni tipo di raggiro. Sulle altre piattaforme è molto semplice creare account, profili e identità false, su Wikipedia al contrario è difficile e soprattutto inutile, in quanto, come detto, gli strumenti di identificazione sono del tutto efficaci, lo dimostra l'esperienza. Sulle altre piattaforme inoltre è molto semplice fare propaganda mascherata da buone intenzioni, utilizzando una facciata fuorviante di una pagina per pubblicizzare tutt'altro tipo di messaggio, su Wikipedia invece è molto più difficile nascondere il proprio POV dietro un'apparenza di condotta corretta e neutrale: una comunità abituata a ragionare in termini di neutralità è allenata a riconoscere i POV anche se sottili e subdolamente celati.
Inoltre, non esistono gradi di appello e se si è stati bannati da un admin che non ricopre più quel ruolo questo non significa che il blocco comminato alla propria utenza non fosse adeguato, in quanto ogni blocco, come qualsiasi altra decisione presa all'interno di Wikipedia, viene effettuato con il consenso della comunità. Nessun atto arbitrario quindi, e nessun margine di ripensamento.

Inutile lamentare provvedimenti ingiusti invocando l'"onestà" delle persone bannate, se nella vita reale costoro sono persone probe e oneste non ci riguarda e non ci interessa, a noi interessa quello che fanno in qualità di utenti di Wikipedia, e se sono stati bannati per alterazione del consenso, prove alla mano, ci dispiace, ma non si tratta di persone oneste.

Marte77 19:31, 30 giu 2010 (CEST)