Utente:Pier Carlo Cadoppi/Sandbox

L'avv. Pier Carlo Cadoppi durante un'arringa

Comm. Avv. Pier Carlo Cadoppi (Reggio nell'Emilia, 21 Marzo 1922Reggio Emilia, 16 Maggio 1987) è stato un avvocato italiano.

Illustre avvocato penalista reggiano, ebbe importanti cariche nel Lions Club a livello locale e distrettuale. Contribuì alla nascita a Reggio del Museo del tricolore.

Biografia modifica

Nacque il 21 marzo 1922 a Reggio Emilia dal Cav. Rag. Gino, direttore dell’Esattoria presso la Cassa di Risparmio di Reggio, e dalla maestra  Giovannina Massa, frequentò il Liceo Classico Ludovico Ariosto della sua città.

Si laureò in giurisprudenza all’Università di Parma il 28 novembre 1945, con una tesi discussa con il Prof. Adelmo Borettini sul tema “Il delinquente per tendenza”. Neppure un anno più tardi, il 25 novembre 1945, era già avvocato.

Nell’aprile 1950 si sposò con Isotta Miari (nata a Massenzatico il 29 luglio 1923), maestra elementare e donna di cultura, che visse sempre al fianco del marito, con classe, raffinatezza e grande dolcezza di moglie e di madre. Da Isa (come veniva chiamata) ebbe due figli, Claudio (nato a Reggio Emilia il 30 luglio 1951) e Alberto (nato a Reggio Emilia il 15 giugno 1957). Claudio divenne ingegnere elettronico e venne assunto all’Olivetti a Ivrea, ma morì in un incidente stradale a fine maggio 1978, incidente in cui perì anche la sua promessa sposa, la dottoressa Luisa Lasagni. Alberto dopo essersi laureato a Parma in Giurisprudenza, divenne avvocato e, successivamente, ricercatore e poi professore universitario. Attualmente è ordinario di diritto penale nell’Università di Parma. Alberto si è sposato, a sua volta, con Gabriella Ferrarini, da cui ha avuto due figli, Pier Carlo (nato a Reggio Emilia il 20 febbraio 1998) e Giovanni Alessandro (nato a Parma il 5 giugno 2010).

Pier Carlo (senior) era legatissimo alla sua famiglia, e innamoratissimo della moglie, con cui spesso faceva viaggi in terre lontane, magari in compagnia di alcuni degli amici del Lions. Purtroppo un brutto tumore portò via Isa nel giugno 1979, quando non aveva ancora compiuto 56 anni. Per Pier Carlo fu un bruttissimo colpo, e negli anni successivi cercò una qualche consolazione rifrequentando alcuni degli amici del Liceo che da anni non vedeva (come Willer Zanti, Checco Camurri, Ennio Cicero). Fra i suoi più cari amici si può ricordare anche Paolo Borciani, l’indimenticato primo violino del Quartetto Italiano, con cui era sempre rimasto in contatto, fino alla morte avvenuta nel 1985 (un paio di anni prima di Pier Carlo).

 
La famiglia dell'avv. Cadoppi (1966 c.)

La carriera forense modifica

Iniziò la sua carriera forense con il miglior penalista dell’epoca, l’avv. Alessandro Cucchi. Fece anche la pratica civile presso l’avvocato Alberto Massa, suo parente da parte materna. L’avv. Cucchi, uomo di grande cultura ed umanità, e dotato di raffinato sense of humour, gli fu maestro di Foro ma anche di vita. Al fianco di Cucchi, l’avv. Cadoppi partecipò, da “giovane di studio”, al processo forse più clamoroso mai svoltosi a Reggio Emilia: il processo “Cianciulli”, la nota “saponificatrice” di Correggio. Aperto lo studio in Via Boiardi, ebbe il primo grande successo personale, come penalista, nel 1962, con il processo “Bertolotti”. Elvio Bertolotti era reo confesso dell’omicidio di certa Norma Casini, e al suo arresto i giornali titolarono: “Arrestato lo strangolatore”; “Ha agito per puro sadismo”. Il Bertolotti fu assolto per insufficienza di prove, dopo una lunga, appassionata e calorosa arringa dell’avv. Cadoppi, che utilizzò persino un manichino al fine di convincere la giuria popolare. Del resto Cadoppi era avvocato d’assise per vocazione. L’arte oratoria, imparata dal maestro ed affinata negli anni, lo contraddistingueva. Quella clamorosa vittoria del 1962 lo proiettò verso un sempre maggiore successo professionale. Da allora, sino alla sua morte, fu protagonista di quasi tutti i più importanti processi d’assise reggiani: dal processo “Lusoli”, al processo “Cignoni” (noto anche come processo del “Levicor”), attorno al 1980. In tutte quelle occasioni, il suo impegno fu immenso. E – come si legge in un necrologio comparso sul Resto del Carlino – non solo in quelle occasioni: era infatti “un professionista animato da una passione senza limiti per la sua attività; per il piccolo processo, come per la grossa causa, era capace di restare in studio fino all’alba pur di impadronirsi dei minimi dettagli di ogni documento processuale”.

La sua fama di avvocato preparato, eloquente e generoso varcò i confini della città. L’avv. Cadoppi fu certamente uno dei più affermati penalisti della regione. Egli fu infatti socio fondatore e consigliere, per molti anni, della Camera Penale dell’Emilia e Romagna, associazione assai importante, e che si caratterizzava per riunire – cosa rara – sia avvocati che magistrati, in una comunanza di intenti verso una giustizia migliore. L’avv. Cadoppi era avvocato che, pur difendendo le prerogative della sua professione, aveva sempre avuto grande, talora sacrale rispetto per i magistrati, memore dei chiari insegnamenti del Calamandrei. Era però pronto a lottare con loro – più che altro con i pubblici ministeri – strenuamente, anche se sempre con grande lealtà, nell’aula giudiziaria. L’etica professionale era per lui quasi ossessivo punto di riferimento, e ciò, sia nei rapporti con i clienti, che in quelli con i colleghi, anziani o giovani che fossero.

Il Lions e l'impegno civile modifica

Egli, allora trentaduenne, fu socio fondatore del Lions Club di Reggio Emilia, poi denominato Host, nel 1954. Al Lions, associazione cui credeva profondamente, dedicò praticamente tutto il suo tempo libero dagli impegni professionali e da quelli famigliari. Fu per ben tre volte Presidente del primo e principale club reggiano (negli anni 1958-59; 1966-67; e 1984-85); fu Governatore del distretto 108 T, nel 1972-73. Il suo impegno di lionista non si esaurì nei services di beneficienza o nell’organizzazione di conferenze, concerti, ecc., ma gli diede modo di avvicinare un club come il Lions alle istanze “politiche”, “nel senso greco del termine” (come Lui amava dire), ossia a quelle della polis, della città. In tale contesto, ad esempio, si può menzionare il grande ed ostinato impegno con cui l’avv. Cadoppi si batté per la realizzazione – con il notevole contributo del Lions – del Museo Storico del Tricolore, impresa poi riuscita negli ultimi anni della sua vita. La prima sala del Museo fu inaugurata nel gennaio 1984, e la seconda nel gennaio 1987. Nell’aprile di quell’anno si svolse a Reggio, nella Sala del Tricolore, un importante gemellaggio tra i due distretti 108 T/a e 108 T/b del Lions, con visita ufficiale al Museo da poco realizzato: l’avv. Cadoppi, il principale promotore dell’iniziativa e del congresso, in quel momento si trovava già nel suo letto di ospedale, dove morì poco più di un mese dopo, il 16 maggio, lasciando come unico suo discendente il figlio Alberto, anch’egli avvocato, ed avviatosi in quegli anni alla carriera accademica.

Riconoscimenti modifica

Nel 1975 fu nominato Commendatore al Merito della Repubblica.

Innumerevoli furono gli attestati di benemerenza lionistici.

Dopo la sua morte, in sua memoria, la famiglia, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, ha istituito il “Premio Avvocato Pier Carlo Cadoppi”, che viene assegnato annualmente al reggiano meglio classificatosi agli esami da avvocato presso la Corte d’appello di Bologna (sempre che abbia superato una certa votazione minima).

A lui il Comune di Reggio Emilia ha dedicato il nome di una via della città, che si trova nella zona del Tribunale, e che ospita numerosi studi di avvocati e commercialisti.

Bibliografia modifica

  • Protagonisti a cura di Giuliana Lusuardi e Danilo Morini, Vittoria Maselli Editore, Correggio, 2009, pp. 56-59
  • Glauco Bertolini, Pier Carlo Cadoppi. A vent'anni dalla scomparsa, in "Reggio Storia", n. 115, 2007, pp. 15-18
  • Franco Marani, Il talento di esploratore totalitario della causa, in "Reggio Storia", n. 115, 2007, pp. 18-21
  • Giovanni Marzi, Il determinante impegno per l'istituzione del Museo del Tricolore, in "Reggio Storia", n. 115, 2007, pp. 23-24
  • Giuseppe Antonio Silipo, Piacere di conoscerli...per il momento, Gianni Bizzocchi editore, Reggio Emilia, 2010, pp. 121-124

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