Giustino Durano, nato a Brindisi il 5 maggio 1923, è stato un attore, un autore, un regista, un cantante e un mimo.

Biografia

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Nato in una famiglia di giornalisti-tipografi, lui si interessa al teatro. Sin dal 1944, Durano ha interpretato centinaia di commedie, di molte delle quali è anche autore e regista. Nel 1998, per La vita è bella di Roberto Benigni, gli è stato assegnato il Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista.

Durante la guerra del ‘44 viene arruolato in Artiglieria nel 14º Reggimento alla Bolla del Prezzo. Chiede di ricoprire il ruolo di giornalista per l’Ufficio Stampa del Ministero degli Interni, e una volta assunto, diviene addetto alla Sezione Intercettazione Radio. Quando è trasferito nella Special Service Entertainment Section, porta in scena spettacoli per le Forze Alleate Americane con imitazioni di Mussolini, Hitler, Bing Crosby, Al Jolson e Louis Armstrong.

Nel 1945 conosce Bruno Giannini e Lucio Ardenzi, con cui lavora nello spettacolo Follie di Broadway.

Sono gli anni in cui inizia a lavorare in radio con un programma chiamato Le fiabe di Lucignolo.

Negli anni Cinquanta si trasferisce a Riccione dove prima canta in un night-club e poi si dedica al varietà, esibendosi in teatri e locali di vario genere.

Durante gli anni '50 e '60, Durano si cimenta con successo anche nel genere della rivista teatrale e collaborando con Dario Fo e Franca Rame, contribuisce a portare avanti una forma di teatro popolare e di satira sociale.

Negli anni '60 e '70, Giustino Durano si immerge nel mondo del circo come mimo e mago

A partire dagli anni '60, fa il suo ingresso nel mondo della televisione italiana, attraverso programmi televisivi di vario genere: dai varietà agli show comici, dalle serie televisive ai programmi di intrattenimento.

Negli anni successivi Durano entra nel mondo del teatro di prosa, producendo due spettacoli propri (Violenza a senso unico e Incondizionatamente condizionato) e affrontando ruoli di rilievo. Nel 1974 si ritira per un decennio dalle scene, fino al 1987, quando Pietro Carriglio, direttore artistico del Teatro Biondo, gli propone di recitare ne Il racconto d’inverno di Shakespeare[1].

Gli spettacoli

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Nel 1953, Durano, Fo e Parenti decidono di scrivere uno spettacolo che riscuote immediato successo: Il dito nell’occhio, una rivista che si giova delle composizioni mimiche di Jacques Lecoq. Con questo spettacolo nasce il “teatro da camera”, un tipo di teatro con scenografia ridotta e un ristretto numero di attori, che fonda il suo successo basandosi sulla sottigliezza del testo recitato. Lo spettacolo inizia con il monologo di Felice Fo (“E la luce fu! Dal mondo alla bomba atomica”). Il testo affronta un excursus storico dai Romani, e scenette satiriche di elevatissimo livello. La comicità del testo è astratta e formalistica, d’ispirazione letteraria e ironica, piuttosto che polemica.

Anche Sani da legare, che raccoglie una serie di episodi satirici sulla vita quotidiana, e polemici sull’analisi di alcuni fenomeni come la “solidarietà sentimentale” e la retorica “unitaria”, è stato ideato da Durano, Fo e Parenti, con le composizioni mimiche di Lecoq.

La costruzione scenica ricorda gli allestimenti di Mejerchol’d in cui il sipario si apre su una struttura aperta, tridimensionale, prevalentemente non rappresentativa, eretta nello spazio. La scenografia si sviluppa verticalmente fino al soffitto.

Al contrario di Il dito nell’occhio, Sani da legare non riscuote successo finanziario[2].

Giustino Durano muore il 17 febbraio 2002 a 78 anni a causa di un cancro.

  1. ^ Annamaria Palano, Giustino Durano: un contributo allo spettacolo del Secondo Novecento,, Latiano, Neografica, 2001, pp. 5-15.
  2. ^ Annamaria Palano, Giustino Durano: un contributo allo spettacolo del Secondo Novecento, Latiano, Neografica, 2001, pp. 85-90.

Bibliografia

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  • A. Palano, Giustino Durano: un contributo allo spettacolo del Secondo Novecento, Neografica, Latiano, 2001.

Collegamenti esterni

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