Louis Armstrong
Louis Daniel Armstrong, noto anche con il soprannome di Satchmo (dall'inglese satchel mouth: bocca a sacco, per le grandi dimensioni della sua bocca) o Pops (New Orleans, 4 agosto 1901 – New York, 6 luglio 1971), è stato un trombettista, cantante e attore statunitense.
Louis Armstrong | |
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Nazionalità | ![]() |
Genere | Jazz New Orleans jazz Dixieland Swing[1] |
Periodo di attività musicale | 1919 – 1971 |
Strumento | Tromba, voce, cornetta |
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Sito ufficiale | |
Armstrong è stato uno tra i più famosi musicisti jazz del XX secolo, raggiungendo la fama inizialmente come trombettista, per poi affermarsi come uno dei più importanti cantanti jazz anche presso il grande pubblico, soprattutto verso la fine della carriera. Viene considerato una delle più grandi e influenti personalità in campo musicale del '900[2][3], e le sue innovazioni hanno permesso alla musica jazz di evolversi ed espandersi, contribuendo a renderlo un genere celebre in tutto il mondo[4][5].
Biografia Modifica
Primi anni di vita Modifica
Armstrong affermava di essere nato il 4 luglio 1900,[6] data annotata in molte biografie. Sebbene sia morto nel 1971, fu solo verso la metà degli anni ottanta che la sua vera data di nascita (il 4 agosto del 1901) fu scoperta grazie all'esame dei documenti battesimali. Nacque in una famiglia povera a New Orleans ed era nipote di schiavi. Trascorse la sua infanzia in un sobborgo residenziale di New Orleans, noto come "Back of Town". Suo padre, William Armstrong (1881-1922), abbandonò la famiglia quando Louis era ancora neonato e se ne andò con un'altra donna. Sua madre, Mayann Armstrong (1886-1942), lasciò così Louis e la sorella Beatrice Armstrong Collins (1903-1987) alla nonna, Josephine Armstrong, e a volte allo zio Isaac Armstrong.
A cinque anni tornò a vivere con la madre e i suoi parenti, e rivide il padre solo in poche circostanze. Frequentò la Fisk School per ragazzi. Portava a casa pochi soldi raccogliendo carta e trovando resti di cibo che vendeva a vari ristoranti ma ciò non era abbastanza per allontanare la madre dalla prostituzione. Armstrong crebbe nel fondo della scala sociale, in una città caratterizzata da una forte discriminazione razziale, ma anche appassionata a quel tipo di musica che ai tempi veniva chiamato “ragtime” e non ancora “jazz”. Pur avendo avuto una difficile gioventù (finì in riformatorio giovanissimo), Armstrong non considerava quegli anni come negativi e ne trasse ispirazione. In un'intervista Armstrong dichiarò: “Ogni volta che chiudo gli occhi per soffiare nella mia tromba, guardo nel cuore della buona vecchia New Orleans… Mi ha dato qualcosa per cui vivere.”[7]
Dopo essere stato espulso dalla Fisk School a undici anni, Armstrong si unì a un quartetto di ragazzi che avevano una vita simile alla sua e cantò insieme a loro per le strade per avere dei soldi. Inoltre cominciò a cacciarsi nei guai. Dapprima imparò a suonare la cornetta nella banda musicale di un riformatorio per ragazzi neri, l'Home for Colored Waifs di New Orleans, dove venne mandato molte volte per delinquenza, in particolare per un lungo periodo, dodicenne, per aver festeggiato il Capodanno del 1913 sparando in aria con un revolver rubato al patrigno, come confermano alcuni documenti della polizia.[8]
Il professor Peter Davis[9] insegnò un po' di disciplina ad Armstrong e lo istruì musicalmente. Louis diventò intanto il leader della band. La Home Band suonò nei dintorni di New Orleans e il tredicenne Louis iniziò a concentrarsi sulla sua cornetta, iniziando la sua carriera musicale.[10] A quattordici anni lasciò la Home Band, andando a vivere prima con il padre e con la matrigna, poi di nuovo con la madre e nelle strade. Armstrong ebbe il suo primo impiego alla Dance Hall di Henry Ponce's, dove Black Benny divenne il suo protettore e la sua guida. Di notte il giovane Louis suonava la cornetta.
Seguiva con passione le frequenti esibizioni della banda cittadina e non perdeva occasione per ascoltare i musicisti più grandi, imparando da Bunk Johnson, Buddy Petit, Kid Ory, e soprattutto Joe "King" Oliver, il quale divenne mentore e figura paterna per il giovane musicista. Successivamente Armstrong suonò nelle bande e sui battelli di New Orleans, iniziando con la rinomata band di Fate Marable. Louis descriveva il suo periodo con Marable come "una via per l'Università", dato che gli diede molta più esperienza. Quando Joe Oliver lasciò la città nel 1919, Armstrong prese il suo posto nella band, allora divenne la migliore jazz band della città.
La carriera e l'ascesa Modifica
Il 19 marzo del 1918 Louis sposò una ragazza dello Stato della Louisiana, Daisy Parker. Adottarono un bimbo di tre anni, Clarence Armstrong, la cui madre, cugina di Louis, morì dopo aver partorito. Il piccolo Clarence era mentalmente disabile (risultato di un incidente in giovanissima età) e Louis avrebbe speso il resto della sua vita a prendersi cura di lui[11]. Il matrimonio con Daisy fallì velocemente e si separarono. Daisy morì poco dopo la separazione.
Attraverso varie esibizioni, le abilità musicali di Armstrong maturarono. A vent'anni riusciva a leggere bene la musica e iniziò ad essere incluso in vari assoli di tromba, diventando uno dei primi jazzisti che avevano questa capacità, riuscendo però ad inserire, negli assoli, la sua personalità ed il suo stile. Creò un proprio suono, unico e fortemente caratterizzato, e inoltre iniziò a cantare nelle sue esibizioni[12]. Fu nel 1922 che Armstrong si unì alla grande immigrazione nella città di Chicago, dove venne invitato dal suo mentore Joe "King" Oliver a unirsi alla sua band. Avrebbe guadagnato abbastanza con la sua musica da non doversi più arrangiare con lavori di vario tipo. In quegli anni ci fu a Chicago un grande boom economico e la città era letteralmente piena di occasioni di lavoro per i neri.
Nei primi anni venti la band di Oliver fu la più importante di Chicago, in un periodo la città stessa era capitale del jazz più di New Orleans. Armstrong incide i suoi primi dischi suonando come seconda cornetta nella band di Oliver. Eccitato della sua vita a Chicago, iniziò a scrivere delle lettere nostalgiche ai suoi amici di New Orleans. La reputazione di Armstrong aumentò, tanto che venne sfidato in varie gare da persone che volevano mostrare alla gente il nuovo fenomeno.[13] Armstrong incise i suoi primi dischi alla Gennett Records e all'Okeh Records. A quei tempi, incontrò Hoagy Carmichael (con il quale avrebbe collaborato successivamente) che gli venne presentato da Bix Beiderbecke, il quale aveva una sua band propria.
Armstrong amava molto lavorare con Olivier, ma la seconda moglie, la pianista Lil Hardin Armstrong, lo incitò a cercare più guadagni e a sviluppare il suo nuovo stile, lontano dall'influenza di Joe. La presenza di Lil influenzò così l'amicizia tra Louis e il suo mentore. Nel 1924 Armstrong aderì a un invito per andare a New York a suonare con l'orchestra di Fletcher Henderson, la band afro-americana più famosa a quei tempi. Armstrong passò così alla tromba per lavorare meglio con gli altri musicisti. La sua influenza sul sassofonista della band può essere giudicata ascoltando le registrazioni della band durante questo periodo. Louis si adattò rapidamente allo stile musicale di Henderson, suonando con la sua tromba e tentando perfino di suonare il trombone. Ben presto iniziò anche a cantare e raccontare le storie di New Orleans.[14] L'orchestra di Henderson suonava nei migliori luoghi frequentati da bianchi, tra cui il famoso Roseland Ballroom, con la classe di Don Redman. Perfino l'orchestra di Duke Ellington si recò a Roseland, solo per assistere alle magnifiche prestazioni del trombettista.
Durante questo periodo Armstrong fece molte registrazioni, organizzate da un suo vecchio amico di New Orleans, il pianista Clarence Williams; queste includevano parti suonate da piccole band jazz e dal Williams Blue Five (alcune delle migliori vedevano Armstrong collaborare con un suo "rivale" in campo di musica e serie di accompagnamenti con cantanti blues come Bessie Smith, Ma Rainey, e Alberta Hunter). Dopo il periodo newyorkese del 1924, Armstrong tornò a Chicago nel 1925 per occuparsi della moglie, che voleva nuovamente dare una spinta alla sua carriera e aumentare i guadagni. Lui però era stato bene a New York, ma dovette seguire ciò che gli chiedeva la moglie e lasciare l'orchestra di Henderson che, sempre secondo la moglie Lil, limitava, in qualche modo, la sua crescita artistica. Lei usava definirlo "il più grande trombettista del mondo". In realtà, era solo un membro della band della moglie.[15]
In ogni caso, in questo periodo incise brani proprio firmati a suo nome, sia con la band di Lil che con gli Hot Five e gli Hot Seven, producendo hits come Potato Head Blues, Muggles (un riferimento alla marijuana), e West End Blues. Il gruppo includeva Kid Ory (trombone), Johnny Dodds (clarinetto), Johnny St. Cyr (banjo), la moglie Lil al piano, e di solito non c'era un batterista. Lo stile di leadership di Armstrong fu molto buono per i suoi compagni della band, come disse St. Cyr in un'intervista: "Lavorare con lui era così rilassante e ha sempre dato il suo meglio".[16] Suonò anche con il quintetto di Erskine Tate, che si esibiva, di solito, al Vendome Theatre. Fecero anche delle colonne sonore per alcuni film e per degli show, con versioni jazz di musica classica come Madame Butterfly. Iniziò anche a usare lo scat sing (dicendo però parole non sensate) e fu uno dei primi a registrarlo nel 1926. Il gruppo divenne ben presto famoso e diventò uno dei più celebri d'America. Giovani musicisti, sia neri che bianchi, erano affascinati dal nuovo tipo di jazz di Louis.[17]
I dissapori con Lil, che lo voleva sempre stretto a sé, lo portarono a separarsi da lei nel 1927. Dopo questo periodo, Armstrong iniziò a suonare per il Sunset Café, di proprietà di Joe Glaser (che in quegli anni si poteva considerare una sorta di "manager" di Armstrong), con la Carroll Dickerson Orchestra, che venne presto rinominata Louis Armstrong and his Stompers, con Hines (direttore musicale) al piano. Hines e Armstrong divennero in seguito amici. Negli anni seguenti, il locale ebbe fra i soci proprietari anche Al Capone, il boss della malavita. Durante la Grande Depressione del 1929, Armstrong tornò a New York, dove suonò nell'orchestra del musical Hot Chocolate, scritto da Andy Razaf e dal pianista/compositore Fats Waller. Fece anche un cameo come cantante, con Ain't Misbehavin', versione diventata poi famosissima.[18].
Iniziò a lavorare ad Harlem al Connie's Inn, il locale notturno più famoso dopo il Cotton Club (che era anche una sorta di rifugio per il boss ebreo della malavita newyorkese Dutch Schultz). Inizialmente, Armstrong ebbe anche un discreto successo con le sue registrazioni vocali, incluse versioni di famose canzoni composte dal suo vecchio amico Hoagy Carmichael. Le sue registrazioni degli anni trenta ebbero un grande vantaggio soprattutto con l'introduzione dell'RCA nel 1931 che aiutò molto i cantanti e i loro vari stili, come quello di Bing Crosby. La famosa interpretazione di Louis della canzone Stardust divenne una delle versioni più famose, grazie alle abilità vocali di Armstrong e al suo approccio nel cantare queste canzoni. Anche la sua versione di Lazy River (registrata nel 1931) ebbe un discreto successo. Il singolo All of Me (brano musicale) del 1932 nel 2005 entra nella Grammy Hall of Fame Award.
La Grande Depressione ebbe un grande impatto anche nel mondo del jazz. Il Cotton Club chiuse nel 1936 e molti musicisti smisero di suonare. Bix Beiderbecke morì e la band di Fletcher Henderson andò in pezzi. King Oliver fece alcune registrazioni ma ormai gli anni d'oro erano passati. Sidney Bechet divenne un sarto e Kid Ory ritornò a New Orleans e si mise ad allevare polli.[19] Armstrong si spostò a Los Angeles alla ricerca di nuove opportunità. Suonò al nuovo Cotton Club di Los Angeles, con Lionel Hampton come batterista. Bing Crosby e molte altre celebrità divennero ospiti frequenti al club. Nel 1931 Armstrong apparve nel suo primo film, Ex-Flame. Venne in seguito condannato per possesso di marijuana, ma alla fine venne solo sospeso. Sempre nel 1931 tornò a Chicago e suonò con altre band e orchestre. Quando Louis andò a visitare New Orleans venne accolto come un eroe e rivide i suoi vecchi amici. Fece da sponsor a una squadra di baseball locale nota come "Armstrong's Secret Nine" e vide una mascotte ricevere il suo stesso nome.[20] Successivamente iniziò un tour attraverso l'Europa.
Tornato quindi negli Stati Uniti, iniziò una serie di tour nel paese, durante i quali il suo agente, Johnny Collins, lasciò regolarmente Armstrong senza soldi. Collins venne in seguito licenziato. Infine scelse Joe Glaser come suo nuovo manager e iniziò subito a occuparsi dei debiti e degli altri problemi che lo affliggevano. Armstrong incontrò inoltre un problema alle dita e alle labbra, deformate a causa del suo modo di suonare. Iniziò così a usare più spesso la voce e ad apparire in alcuni teatri. Apparve inoltre in un altro film, diventando una sorta di attore. Nel 1937, Armstrong sostituì Rudy Vallee in un programma radio della CBS, diventando la prima persona di colore ad avere una parte in radio.[21] Divorziò da Lil nel 1938 e sposò la fidanzata Alpha, con la quale avrebbe divorziato in seguito. Nel 1943, dopo molti anni in tour, si stabilì definitivamente a New York, al numero 3456 della 107sima strada nel nord del quartiere Corona, nel Queens, dove oggi c'è un museo in suo onore. Qui sposò la sua quarta moglie, Lucille e continuò a sviluppare il suo stile musicale. Registrò un'altra canzone di Carmichael, intitolata Rockin' Chair. Nei trent'anni successivi, Armstrong si esibì per oltre trecento serate l'anno.
Gli All Stars Modifica
Dopo un concerto al New York Town Hall il 17 maggio 1947, che vide la collaborazione tra Satchmo e il trombonista Jack Teagarden, Joe Glaser sciolse la grande band di Pops e creò una nuova, piccola formazione di sei membri, formata da Armstrong, Teagarden (inizialmente), Earl Hines e altri famosi musicisti. Il nuovo gruppo venne annunciato all'apertura del Billy Berg's Supper Club. La formazione, che nel febbraio 1948 fu invitata come headliner all'inaugurazione del Festival del Jazz di Nizza,[22] venne chiamata All Stars' e includeva Earl "Fatha" Hines, Barney Bigard, Edmond Hall, Jack Teagarden, Trummy Young, Arvell Shaw, Billy Kyle, Marty Napoleon, Big Sid Catlett, Cozy Cole, Tyree Glenn, Barrett Deems e il percussionista filippino Danny Barcelona. Durante questo periodo Armstrong comparve in molti film, spesso come comparsa o, pochissime volte, come co-protagonista. Apparve inoltre sulla copertina del Time Magazine il 21 febbraio 1949. Nel 1964, registrò una delle sue canzoni più famose, Hello, Dolly!. Il singolo scalò subito le classifiche, "cacciando" i Beatles dalla prima posizione della Billboard Hot 100, raggiungendo la seconda posizione in Norvegia e l'ottava in Germania ed Olanda.[23] Nel 1965 vinse il Grammy Award alla canzone dell'anno e Armstrong vinse il Grammy Award for Best Vocal Performance, Male.
Nel 1969 eseguì il brano con Barbra Streisand nel film Hello, Dolly!. La canzone venne premiata nel 2001 con il Grammy Hall of Fame Award. Louis Armstrong mantenne la sua agenda sempre piena fino a pochi anni dalla morte. Negli ultimi anni suonò talvolta in alcuni locali e show. Fece inoltre dei tour in Africa, Europa e Asia. i suoi appuntamenti col pubblico, a causa dell'età, divennero meno frequenti, ma continuò egualmente a suonare fino al giorno della morte.
Personalità Modifica
Da giovane era anche conosciuto come Dippermouth, per l'abitudine che aveva nel rinfrescarsi con un mestolo da un secchio d'acqua, sempre presente sul palcoscenico con la band di Joe "King" Oliver a Chicago nei primi anni venti. Il danno provocato alla bocca fu causato proprio dalla pressione con cui era solito suonare e ciò è ben visibile in molte foto degli anni venti; proprio in seguito a questo suo stile fu costretto ad interrompere la sua attività per alcuni periodi di tempo. Tuttavia, dopo le pause forzate, migliorò la sua tecnica, e ciò gli permise di continuare la sua carriera da trombettista. Amici e musicisti lo chiamavano affettuosamente "Pops", che è il nome con cui Armstrong si riferiva a loro, eccetto Pops Foster, che lui chiamava "George".
Fu anche criticato per aver accettato il titolo di "Re degli Zulu" nella comunità afro-americana di New Orleans, un ruolo onorevole come capo del Carnevale nero ma offensivo nei confronti degli estranei, con i loro costumi tradizionali. Fu un attivo massone, membro della Loggia Montgomery nº 18 di New York.[24]. Armstrong era un importante sostenitore finanziario di Martin Luther King Jr. e di altri attivisti per i diritti civili, ma di solito preferiva lavorare silenziosamente dietro le quinte, senza mischiare i suoi ideali politici con il lavoro. Proprio per questo, fecero notizia le poche occasioni in cui rese pubbliche le proprie idee: l'episodio più importante in questo senso fu la violenta critica che Armstrong rivolse al Presidente Eisenhower, in occasione del conflitto tra segregazionisti e anti-segregazionisti che ebbe luogo a Little Rock (Arkansas) nel 1957.
In quell'occasione Armstrong definì Eisenhower "falso" e "smidollato" a causa della sua inattività; Armstrong cancellò inoltre un tour già pianificato in Unione Sovietica dichiarando che il governo statunitense poteva "andare all'inferno" per il modo in cui stava trattando i neri nel sud degli Stati Uniti, e che lui non avrebbe mai voluto rappresentare all'estero un governo che si trovava in conflitto con la gente di colore.[25]
Era un uomo estremamente generoso, tanto che si dice che abbia donato più soldi di quanti se ne sia tenuti per sé. Armstrong curava molto anche la sua salute. Faceva uso frequente di lassativi, segno di una cura del peso, e praticava anche programmi dietetici che definiva "diete alla Satchmo". Amava anche il cibo, come si può vedere nelle canzoni Cheesecake, Cornet Chop Suey, e soprattutto Struttin' with Some Barbecue.[26] Mantenne anche una forte connessione tra la sua vita e la cucina di New Orleans, terminando le sue lettere con "Red beans and ricely yours".[27]
Pur non avendo avuto figli amava i bambini, li intratteneva e incoraggiava i giovani musicisti. Coltivava una passione per la scrittura, che lo portava a scrivere costantemente, anche in viaggio. Nei suoi scritti parlava di tutto: musica, sesso, cibo, ricordi della sua gioventù, i suoi medicinali e perfino del suo intestino.[28] Armstrong era inoltre un avido appassionato di musica. Aveva grandi collezioni dei suoi brani, incluse cassette che portava sempre con sé anche nei suoi tour. Gli piaceva ascoltare le sue registrazioni e comparare le sue performance. Tale passione lo portò ad acquistare per la sua abitazione l'attrezzatura audio più "moderna" che fosse disponibile ai tempi.[29]
Nella sua autobiografia Armstrong dice che è stato iniziato in Massoneria nella loggia “Los Caballeros de Pitias”, è stato pure affiliato alla loggia "Montgomery nº 18" (Prince Hall di Nuova York).
Morte Modifica
Armstrong morì il 6 luglio 1971 per un infarto,[30] undici mesi dopo aver suonato al famoso show nell'Empire Room del Waldorf-Astoria. Poco prima della morte aveva detto: "Penso di aver avuto una bella vita. Non ho pregato per ciò che non potevo avere e ho avuto all'incirca tutto ciò che desideravo perché ci ho lavorato".[31] Al momento della morte abitava nel Queens, New York. Fu sepolto al Flushing Cemetery, Flushing.
Ai funerali assistettero Nelson Rockefeller, all'epoca Governatore dello Stato di New York, John Lindsay, allora sindaco di New York, e personalità del mondo della musica e dello spettacolo quali Bing Crosby, Ella Fitzgerald, Guy Lombardo, Duke Ellington, Dizzy Gillespie, Pearl Bailey, Count Basie, Harry James, Frank Sinatra, Ed Sullivan, Earl Wilson, Alan King, Johnny Carson, David Frost, Merv Griffin, Dick Cavett e Bobby Hackett. Peggy Lee, una delle cantanti preferite di Louis, cantò The Lord's Prayer al servizio funebre, mentre Fred Robbins, un vecchio amico di Louis, diede il suo elogio a Satchmo.[32]
Musica Modifica
Colleghi e duetti Modifica
Durante la sua lunga carriera ha suonato e cantato con molti cantanti e musicisti famosi, tra cui Jimmie Rodgers, Bing Crosby, Duke Ellington, Fletcher Henderson, Bessie Smith, e soprattutto Ella Fitzgerald. La sua influenza su Bing Crosby è particolarmente importante: quest'ultimo ammirava e imitava Armstrong, come si può vedere in molte registrazioni, e in particolare nella canzone Just One More Chance del 1931. Il New Grove Dictionary Of Jazz evidenzia proprio questa influenza che Crosby ha ricevuto da Armstrong e descrive anche il suo modo di cantare, molto simile a quello del Satchmo. Nel 1961 ha duettato con Claudio Villa e l'orchestra di Carlo Loffredo esibendosi con la canzone napoletana Maria marì (Ohi Marì).
Armstrong registrò tre album con Ella Fitzgerald: Ella and Louis, Ella and Louis Again, e Porgy and Bess per la Verve Records con il trio di Oscar Peterson e con il batterista Buddy Rich. Le sue registrazioni Satch Plays Fats, Fats Waller, e Louis Armstrong Plays W.C. Handy degli anni cinquanta sono probabilmente tra le sue ultime opere più creative, ma anche stranezze come Disney Songs the Satchmo Way possono rientrare nella categoria. Anche la sua partecipazione al musical The Real Ambassadors di Dave Brubeck è stata applaudita. Per gran parte dello show, tuttavia, le sue esibizioni sono state criticate e definite "troppo semplici" o "ripetitive".
Le hits e gli ultimi anni Modifica
Tra le canzoni più conosciute di Armstrong ricordiamo: What a Wonderful World, Stardust, When the Saints Go Marching In, Dream a Little Dream of Me, Ain't Misbehavin' e Stompin' at the Savoy. Nel 1964, Armstrong spodestò i Beatles dalla prima posizione della Billboard Top 100 con Hello, Dolly!, la quale diede al trombettista sessantatreenne il record per essere l'artista più anziano ad avere una canzone in prima posizione. La sua canzone Bout Time del 1964 venne inclusa nel film Bewitched (2005).
Le esibizioni in Italia e in Europa Modifica
Louis Armstrong venne a suonare in Italia nel corso di tre tournée internazionali, nel 1935, nel 1949 e nel 1952. Durante quest'ultima visita, Armstrong incise alcuni pezzi in trio con Nunzio Rotondo e Nini Rosso, prendendo inoltre parte al programma radiofonico Varietà internazionale andato in onda dagli studi RAI di Firenze il 25 ottobre del 1952. Decenni dopo la registrazione di quel programma è stata pubblicata su un CD intitolato Satchmo Live in Florence '52[33].
Armstrong partecipò anche al Festival di Sanremo 1968, accompagnato da una band guidata dal maestro Henghel Gualdi, col brano Mi va di cantare[34] in abbinamento alla sua amica di origini eritree Lara Saint Paul.[35] Nel febbraio del 1968 apparve inoltre con la sua amica in un altro show della Rai, dove si esibì con la canzone Grassa e bella, che cantò egualmente in italiano.[36]. Sempre in Italia incise in lingua italiana un 45 della CDI, Company Discografica Italiana, Dimmi, Dimmi (Alberto Testa - Virgilio Panzuti - Pier Quinto Cariaggi); in questo caso, ironizzando sulla sua scarsa padronanza della lingua italiana (non di rado Armstrong doveva infatti esibirsi leggendo le strofe trascritte foneticamente in modo affine all'inglese), sulla copertina venne stampata la dicitura autografa «Scusatemi se la mia pronuncia non è perfetta, ma so che voi mi volete bene e che al vecchio Zio Satchmo perdonerete volentieri! Con tanto affetto».
Nel 1968 Armstrong realizzò un'ultima hit nel Regno Unito: la canzone What a Wonderful World rimase al top delle classifiche inglesi per un mese; più difficoltosa fu invece la penetrazione nel mercato americano. La canzone venne utilizzata nel film Good Morning, Vietnam nel 1987 e scalò nuovamente molte classifiche in tutto il mondo. Armstrong apparve inoltre nello show di Johnny Cash il 28 ottobre 1970, dove cantò la hit Rambling Rose di Nat King Cole. La sua ultima incisione fu We Have All the Time in the World per la colonna sonora della serie di James Bond Al servizio segreto di Sua Maestà; composta da John Barry, la canzone ottenne un successo postumo.[37]
Premi e riconoscimenti Modifica
Grammy Awards Modifica
Nel 1966 Armstrong ottenne l'importante riconoscimento ottenendo il Grammy Award alla carriera dalla Academy of Recording Arts and Sciences per il significativo contributo alla storia della musica e all'importante influenza che lui esercitò.[38]
Grammy Award | |||||
Anno | Categoria | Titolo | Genere | Etichetta | Risultato |
---|---|---|---|---|---|
1964 | Male Vocal Performance | Hello, Dolly! | Pop | Kapp | Winner |
Grammy Hall of Fame Modifica
Numerose registrazioni di Armstrong furono premiate con il Grammy Hall of Fame Award, una speciale onorificenza concessa alle registrazioni musicali considerate storicamente o culturalmente importanti[39][40].
Grammy Hall of Fame | |||||
Anno registrazione | Titolo | Genere | Etichetta | Anno introduzione | Note |
---|---|---|---|---|---|
1929 | (What Did I Do to Be So) Black and Blue | Jazz (Single) | OKeh | 2016 | |
1929 | St. Louis Blues | Jazz (Single) | OKeh | 2008 | con Bessie Smith |
1928 | Weather Bird | Jazz (Single) | OKeh | 2008 | con Earl Hines |
1930 | Blue Yodel No. 9 (Standing on the Corner) |
Country (Single) | Victor | 2007 | Jimmie Rodgers (Featuring Louis Armstrong) |
1932 | All of Me | Jazz (Single) | Columbia | 2005 | |
1958 | Porgy and Bess | Jazz (Album) | Verve | 2001 | con Ella Fitzgerald |
1964 | Hello Dolly! | Pop (Single) | Kapp | 2001 | |
1926 | Heebie Jeebies | Jazz (Single) | OKeh | 1999 | |
1967 | What a Wonderful World | Jazz (Single) | ABC | 1999 | |
1955 | Mack the Knife | Jazz (Single) | Columbia | 1997 | |
1925 | St. Louis Blues | Jazz (Single) | Columbia | 1993 | Bessie Smith con Louis Armstrong, cornet |
1928 | West End Blues | Jazz (Single) | OKeh | 1974 |
Rock and Roll Hall of Fame Modifica
Il brano West End Blues, nella versione di Armstrong, venne inserito nella Rock and Roll Hall of Fame tra le 500 canzoni importanti per la nascita del rock and roll[41].
Anno registrazione | Titolo | Etichetta | Gruppo |
---|---|---|---|
1928 | West End Blues | Okeh | Louis Armstrong and his Hot Five |
Onorificenze Modifica
Nel 1995, l'ufficio postale degli Stati Uniti, dedicò ad Armstrong un francobollo commemorativo da 32 centesimi.
Anno introduzione | Titolo | Risultati | Note |
---|---|---|---|
2007 | Louisiana Music Hall of Fame | ||
2007 | Gennett Records Walk of Fame, Richmond (Indiana) | ||
2007 | Long Island Music Hall of Fame | ||
2004 | Nesuhi Ertegün Jazz Hall of Fame at Jazz at Lincoln Center |
||
1990 | Rock and Roll Hall of Fame | Early influence | |
1978 | Big Band and Jazz Hall of Fame | ||
1952 | Down Beat Jazz Hall of Fame | ||
1960[42] | Hollywood Walk of Fame | Star | al 7601 dell'Hollywood Blvd. |
Influenza culturale ed eredità Modifica
L'influenza di Armstrong sullo sviluppo del jazz è virtualmente incommensurabile. Eppure, la sua personalità prorompente, sia come performer che come figura pubblica (specialmente nella seconda parte della sua carriera), è stata così forte da mettere in ombra i suoi contributi come musicista e cantante. Vero virtuoso della tromba, Armstrong aveva un tono unico e uno straordinario talento per l'improvvisazione melodica. Attraverso la sua tecnica, la tromba emerse come strumento solista di primo piano nel jazz, e divenne uno degli strumenti simbolo del genere, venendo ampiamente utilizzata da molti successivi esponenti del genere. Accompagnatore magistrale, dotato di capacità straordinarie come solista; grazie alle sue innovazioni, ha gettato importanti basi per molti jazzisti venuti dopo di lui[43][44].
Il suo stile vocale ha esercitato un‘importante influenza su molti altri cantanti come Billie Holiday o Frank Sinatra, e le sue improvvisazioni e invenzioni vocali, lo hanno reso uno dei pionieri dello scat (secondo alcuni l'inventore di fatto, sebbene oggi questa credenza sia stata smentita; è comunque accertato che fu grazie al suo contributo che lo scat divenne celebre e imitato). Musicisti importanti come Duke Ellington, lo hanno elogiato attraverso dichiarazioni del tipo: "Se qualcuno è stato un maestro, quello era Louis Armstrong." Nel 1950, Bing Crosby, il vocalist di maggior successo della prima metà del XX secolo, riferendosi ad Armstrong disse: "È l'inizio e la fine della musica in America". Nell'estate del 2000, in commemorazione del centenario della nascita di Armstrong, il principale aeroporto di New Orleans venne rinominato Louis Armstrong New Orleans International Airport.
Nel 2002, le registrazioni effettuate da Armstrong con le band d'accompagnamento Hot Five e Hot Seven, tra il 1925 e il 1928, sono state introdotte nella United States National Recording Registry, e conservate nel Registro Nazionale della Biblioteca del Congresso[45]; motivo di questa scelta, è stato il riconoscimento dell'importanza e influenza esercitata da queste registrazioni, sul successivo sviluppo della musica jazz. Lo stadio principale del torneo di tennis US Open, è stato rinominato Louis Armstrong Stadium in onore di Armstrong, il quale aveva vissuto a pochi isolati dal luogo[46]. Oggi, esistono molte band in tutto il mondo volte a preservare e onorare la musica e lo stile di Armstrong, tra le quali figura la Louis Armstrong Society di New Orleans, in Louisiana.
Discografia Modifica
Singoli Modifica
Anno | Titolo | Etichetta | Crediti (quando non direttamente ad Armstrong) |
---|---|---|---|
1923 | "Froggie Moore" / "Chimes Blues" | Gennett 5135 | King Oliver's Creole Jazz Band |
1923 | "Mandy Lee Blues" / "I'm Going Away to Wear You off My Mind" | Gennett 5134 | King Oliver's Creole Jazz Band |
1923 | "Riverside Blues" / "Mabel's Dream" [Take 1] | Claxtonola 40292 | King Oliver's Jazz Band |
1924 | "Prince of Wails" [Take 2] / "Mandy Make Up Your Mind" [Take 2] | Fletcher Henderson and his Orchestra | |
1926 | "Gut Bucket Blues" / "Yes! I'm in the Barrel"[47] | OKeh 8261 | Louis Armstrong's Hot Five |
1926 | "Oriental Strut" / "You're Next"[48] | OKeh 8299 | Louis Armstrong's Hot Five |
1926 | "Muskrat Ramble" / "Heebie Jeebies"[48] | OKeh 8300 | Louis Armstrong's Hot Five |
1926 | "Georgia Grind" / "Come Back, Sweet Papa"[49] | OKeh 8318 | Louis Armstrong's Hot Five |
1926 | "Dropping Shucks" / "Who'sit"[50] | OKeh 8357 | Louis Armstrong and his Hot Five |
1927 | "Big Fat Ma and Skinny Pa" / "Sweet Little Papa"[51] | OKeh 8379 | |
1927 | "King of the Zulus" / "Lonesome Blues"[51] | OKeh 8396 | |
1927 | "Big Butter and Egg Man from the West" / "Sunset Cafe Stomp"[51] | OKeh 8423 | |
1927 | "You Made Me Love You" / "Irish Black Bottom"[52] | OKeh 8447 | Louis Armstrong and his Hot Five |
1927 | "Skid-Dat-De-Dat" / "Jazz Lips"[53] | OKeh 8436 | |
1927 | "Wild Man Blues"[54] / "Gully Low Blues"[55] | OKeh 8474 | Louis Armstrong and his Hot Seven |
1927 | "Alligator Crawl" / "Willie the Weeper"[56] | OKeh 8482 | Louis Armstrong and his Hot Seven |
1927 | "Keyhole Blues" / "Melancholy Blues"[57] | OKeh 8496 | Louis Armstrong and his Hot Seven |
1927 | "Potato Head Blues" / "Put 'Em Down Blues"[58] | OKeh 8503 | Louis Armstrong and his Hot Seven |
1927 | "Weary Blues" / "That's When I'll Come Back to You"[59] | OKeh 8519[60] | Louis Armstrong and his Hot Five |
1928 | "Hotter Than That" / "Savoy Blues"[61] | OKeh 8535 | Louis Armstrong and his Hot Five |
1928 | "Struttin' with Some Barbecue" / "Once in a While"[62] | OKeh 8566 | Louis Armstrong and his Hot Five |
1928 | "West End Blues" / "Fireworks"[63] | OKeh 8597 | Louis Armstrong and his Hot Five |
1928 | "A Monday Date" / "Sugar Feet Strut"[64] | OKeh 8609 | Louis Armstrong and his Hot Five |
1929 | "Ain't Misbehavin'"[65] | OKeh 8714[66] | Louis Armstrong Orchestra |
1930 | "I Ain't Got Nobody (And Nobody Cares for Me)" / "Rockin' Chair" | OKeh 8756 | |
1930 | "If I had a Talking Picture of You" / "St. Louis Blues"[67] | OKeh | |
1930 | "I'm a Ding Dong Daddy from Dumas" / "I'm in the Market for You" | Odeon 36141 | |
1930 | "Song of the Islands" / "Blue Turning Grey Over You" | Odeon 36039 | |
1933 | "Laughin' Louie" / "Tomorrow Night"[68] | Bluebird B-5363 | Louis Armstrong And His Orchestra |
1938 | "Elder Eatmore's Sermon on Generosity" / "Elder Eatmore's Sermon on Throwing Stones" | Decca 15043 | |
1938 | "Shadrack" / "Jonah and the Whale" | Decca 1913 | |
1939 | "Jeepers Creepers" / "What Is This Thing Called Swing?" | Decca 2267 | |
1940 | "Marie" / "Sleepy Time Gal" | Decca 3291 | Louis Armstrong e Mills Brothers / Mills Brothers |
1946 | "Endie" / "Do You Know What It Means to Miss New Orleans" | RCA Victor 20-2087 | |
1949 | "Blueberry Hill" / "That Lucky Old Sun" | Decca 24752 | |
1950 | "La Vie en rose" / "C'est si bon" | Decca 27113 | |
1951 | "(When We Are Dancing) I Get Ideas" / "A Kiss to Build a Dream On" | Decca 27720 | |
1952 | "It Takes Two to Tango" / "I Laughed at Love" | Decca 28394 | |
1962 | "Mack the Knife" / "The Faithful Hussar" | CBS CA 281.144 [Francia] | |
1964 | "Hello, Dolly" / "A Lot of Livin' to Do" | Kapp KL-1364 [US] | |
1967 | "What a Wonderful World" / "Cabaret" | ABC 10982 | |
1968 | "What a Wonderful World" / "Cabaret" | His Master's Voice [GranBretagna] | |
1968 | "I Will Wait for You" / "Talk to the Animals" |
Album Modifica
- 1923 - Louis Armstrong with King Oliver (Milestone)
- 1923 - Clarence Williams' Blue Five (CSB)
- 1928 - Hot Fives And Sevens, Vol. 3 (JSP)
- 1931 - Stardust (Portrait)
- 1933 - Louis Armstrong Sings the Blues (RCA)
- 1941 - Louis and Earl (con Earl Hines) [[69]]
- 1942 - King Louis [70]
- 1944 - Jazz Classics [71]
- 1947 - Louis Armstrong All-Stars - 1951 - Louis Armstrong's Town Hall Concert [72] con Jack Teagarden
- 1947 - Satchmo at Symphony Hall, Vol. 2 [live] (Decca)
- 1949 - Satchmo Serenades (Polygram Records)
- 1951 - Satchmo at Pasadena [live] (Decca)
- 1952 - Bostoner All Star Session [73]
- 1952 - Satchmo Serenades [74] con Sy Oliver and his Orchestra
- 1952 - Jam Session Mit Louis Armstrong (Louis Armstrong In Boston) [75]
- 1953 - Jazzin' With Armstrong [76]
- 1954 - Louis Armstrong and The Mills Brothers [77]
- 1954 - Sings the Blues [78]
- 1954 - Louis Armstrong Plays W.C. Handy (Columbia/Legacy)
- 1955 - Louis Armstrong at the Crescendo, Vol. 1 [live] (Decca)
- 1955 - Ambassador Satch (Columbia/Legacy)
- 1955 - Satch Plays Fats: The Music of Fats Waller (Sony)
- 1955 - Satchmo the Great (Sony)
- 1956 - Ella and Louis (Polygram Records)
- 1956 - Pasadena Civic Auditorium June 20, 1956 (Giants of Jazz)
- 1956 - High society
- 1957 - Porgy & Bess (Polygram Records)
- 1957 - Ella and Louis Again (Polygram Records)
- 1957 - Louis Armstrong Meets Oscar Peterson (Polygram Records)
- 1957 - Louis and the Angels (Umvd Labels)
- 1959 - The Five Pennies (Decca)
- 1960 - Happy Birthday, Louis! Armstrong & His All-Stars (Omega)
- 1960 - Satchmo Plays King Oliver (Varese Sarabande)
- 1961 - Together for the First Time [With Duke Ellington] (Roulette)
- 1963 - Hello, Dolly! (Mca)
- 1968 - What a Wonderful World (MCA Records)
- 1968 - Disney Songs the Satchmo Way (Disney)
- 1969 - On Her Majesty's Secret Service (Capitol): the final theme song: "We Have All the Time in the World".
- 2002 - The Best of Louis Armstrong: The Hot Five and Seven Recordings (Columbia/Legacy)
- 2002 - Satchmo Live (Orpheus Records)
- 2006 - Complete New York Town Hall & Boston Symphony Hall Concerts (DeFinitive).
- 2020: 007, NO TIME TO DIE: "We Have All the Time in the World" (canzone riprodotta come motivo di fondo nell'ultima scena finale del film, ma non inclusa nell'album della colonna sonora)
Filmografia Modifica
- Ex-Flame, regia di Victor Halperin (1930)
- A Rhapsody in Black and Blue, regia di Aubrey Scotto (1932)
- Artisti e modelle (Artists and Models), regia di Raoul Walsh (1937)
- Due cuori in cielo (Cabin in the Sky), regia di Vincente Minnelli (1943)
- La città del jazz (New Orleans), regia di Arthur Lubin (1947)
- La storia di Glenn Miller (The Glenn Miller Story), regia di Anthony Mann (1954)
- Alta società (High Society), regia di Charles Walters (1956)
- Paris Blues, regia di Martin Ritt (1961)
- Hello, Dolly!, regia di Gene Kelly (1969)
Note Modifica
- ^ Gli anni 40, su swingfever.it, Swing Fever. URL consultato il 25 marzo 2022.
- ^ (EN) James Lincoln Collier, Louis Armstrong: An American Genius, Oxford University Press, 1985, p. 3, ISBN 9780195365078.«Louis Armstrong was one of the most important figures in twentieth-century music»
- ^ (EN) David Stricklin, Louis Armstrong: The Soundtrack of the American Experience, Ivan R. Dee, 2010, ISBN 978-1-56663-836-4.
- ^ Louis Armstrong's Impact on Jazz, su blogs.longwood.edu. URL consultato il 16 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 20 luglio 2015).
- ^ Jazz, Chapter 6, su wwnorton.com. URL consultato il 16 luglio 2015.
- ^ The TIME 100. Louis Armstrong. (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2000). TIME, Stanley Crouch, June 8, 1998. "For many years it was thought that Armstrong was born in New Orleans on July 4, 1900, a perfect day for the man who wrote the musical Declaration of Independence for Americans of this century. But the estimable writer Gary Giddins discovered the birth certificate that proves Armstrong was born Aug. 4, 1901." Accessed January 8, 2009
- ^ Laurence Bergreen, Louis Armstrong: An Extravagant Life, New York, Broadway Books, 1997, pp. p.6, ISBN 0-553-06768-0.
- ^ Lydia Warren, How Louis Armstrong was arrested for being a 'dangerous and suspicious character' aged NINE - and sent to the 'Colored Waifs Home', su dailymail.co.uk, 22 dicembre 2014.
- ^ Current Biography 1944 p16
- ^ Bergreen, 1997, p. 78.
- ^ "Satchuated" (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2008). Gary Giddins, Village Voice April 16 - 22, 2003, retrieved 10/17/2007
- ^ Bergreen, 1997, p. 170
- ^ Bergreen, 1997, p. 199.
- ^ Bergreen, 1997, p. 247.
- ^ Bergreen, 1997, p. 260.
- ^ Bergreen, 1997, p. 274.
- ^ Bergreen, 1997, p. 267.
- ^ Louis Armstrong & his Orchestra, su redhotjazz.com. URL consultato il 25 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2013).
- ^ Bergreen, 1997, p. 320.
- ^ Bergreen, 1997, p. 344.
- ^ Bergreen, 1997, p. 385.
- ^ Daniel Chauvet, Gilbert D'Alto, Frederica Randrianome Karsenty, Le Festival - History, su nicejazzfestival.fr, Nice Jazz Festival. URL consultato il 25 maggio 2020.
- ^ Hale, James (editor of Jazzhouse.org), Danny Barcelona (1929-2007), Drums, Armstrong All-Star, The Last Post, 2007, su jazzhouse.org. URL consultato il 4 luglio 2007.
- ^ Giuseppe Seganti, Massoni Famosi - Atanòr Roma 2005 ISBN 88-7169-223-3.
- ^ Louis Armstrong, Barring Soviet Tour, Denounces Eisenhower and Gov. Faubus, New York Times, 19 settembre 1957. URL consultato il 30 agosto 2007. Vedi anche, from September 23, 2007, * David Margolick, The Day Louis Armstrong Made Noise. Cfr. sull'episodio Arrigo Polillo, Jazz, Mondadori, Milano 1997, pp. 387-8.
- ^ Satchmo.net. 'Red Beans and Ricely yours, Louis Armstrong.'
- ^ Elie p.327
- ^ Bergreen, 1997, p.4.
- ^ Michael Cogswell, Louis Armstrong: The Offstage Story of Satchmo (Collector's Press, Portland (Oregon), 2003) ISBN 1-888054-81-6 pp.66-68
- ^ Meckna, Michael; Satchmo, The Louis Armstrong Encyclopedia, Greenwood Press, Connecticut & London, 2004
- ^ Bergreen, 1997, p. 491.
- ^ Top News, Latest headlines, Latest News, World News & U.S News - UPI.com. "Louis Armstrong Dies: 1971 Year in Review, UPI.com"
- ^ Pubblicato su etichetta "Twilight" nel 2004.
- ^ "Hit Parade Italia" Hit Parade Italia - Festival di Sanremo 1968.
- ^ "Mi va di cantare" Lara Saint Paul - lavocedelledonne.it (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2009).
- ^ Louis Armstrong: Grassa e bella Louis Armstrong Discography (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2014).
- ^ All the Time in the World fu un successo anche in Italia, grazie alla promozione che ne fecero Arbore e Boncompagni nella loro trasmissione radiofonica Alto gradimento.
- ^ Lifetime Achievement Award, su grammy.com. URL consultato il 17 agosto 2009.
- ^ Grammy Hall of Fame Database, su grammy.org. URL consultato il 17 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2011).
- ^ The Recording Academy (PDF), su grammy.com. URL consultato il 17 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2009).
- ^ Experience The Music: One Hit Wonders and The Songs That Shaped Rock and Roll, su rockhall.com. URL consultato il 7 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2012).
- ^ Hollywood Walk of Fame, su walkoffame.com. URL consultato il 2 ottobre 2011.
- ^ American Masters, su pbs.org. URL consultato il 16 luglio 2015.
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- ^ advertisement, in Pittsburgh Courier, 23 Jan 1926.
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- ^ advertisement, in Pittsburgh Courier, 29 Sep 1928.
- ^ A short history of ... "Ain't Misbehavin'" (Fats Waller, Harry Brooks and Andy Razaf, 1929), su jazziz.com, 18 aprile 2017.
- ^ OKeh matrix W402534. Ain't misbehavin' / Louis Armstrong Orchestra - Discography of American Historical Recordings, su adp.library.ucsb.edu.
- ^ advertisement, in Richmond Planet, 1º Mar 1930.
- ^ Bluebird B-5363 (10-in. double-faced), su Discography of American Historical Recordings. URL consultato il 23 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2023).
- ^ https://www.discogs.com/it/master/2555819-Louis-Armstrong-And-Earl-Hines-Louis-And-Earl
- ^ https://www.discogs.com/it/release/5850736-Louis-Armstrong-King-Louis
- ^ https://www.discogs.com/it/master/628206-Louis-Armstrong-Jazz-Classics
- ^ https://www.discogs.com/it/master/613835-Louis-Armstrong-All-Stars-With-Jack-Teagarden-Louis-Armstrong-All-Stars
- ^ https://www.discogs.com/it/master/1337428-Louis-Armstrong-Bostoner-All-Star-Session
- ^ https://www.discogs.com/it/master/942557-Louis-Armstrong-With-Sy-Oliver-And-His-Orchestra-Satchmo-Serenades
- ^ https://www.discogs.com/it/master/882023-Louis-Armstrong-Jam-Session-Mit-Louis-Armstrong-Louis-Armstrong-In-Boston
- ^ https://www.discogs.com/it/master/413278-Louis-Armstrong-Jazzin-With-Armstrong
- ^ https://www.discogs.com/it/master/927857-Louis-Armstrong-And-The-Mills-Brothers-Louis-Armstrong-And-The-Mills-Brothers
- ^ https://www.discogs.com/it/master/380415-Louis-Armstrong-Sings-The-Blues
Bibliografia Modifica
- Franco Fayenz, La musica jazz: un manuale per capire, un saggio per riflettere, Milano, Il saggiatore, 1996, ISBN 88-428-0365-0, OCLC 797762013.
- Gildo De Stefano, Louis Armstrong - Mister Jazz, prefazione di Renzo Arbore, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1997, ISBN 88-8114-512-X.
- (EN) Ricky Riccardi, What a Wonderful World: The Magic of Louis Armstrong's Later Years, Vintage, 2012, ISBN 9780307473295.
Voci correlate Modifica
Altri progetti Modifica
- Wikiquote contiene citazioni di o su Louis Armstrong
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Louis Armstrong
Collegamenti esterni Modifica
- Sito ufficiale, su louisarmstronghouse.org.
- Louis Armstrong (canale), su YouTube.
- Armstrong, Louis Daniel, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Louis Armstrong, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Louis Armstrong / Louis Armstrong (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Louis Armstrong, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Louis Armstrong, su Goodreads.
- Louis Armstrong, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.
- Louis Armstrong, su Last.fm, CBS Interactive.
- (EN) Spartiti o libretti di Louis Armstrong, su International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
- (EN) Louis Armstrong, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Louis Armstrong, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Louis Armstrong, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Louis Armstrong, su WhoSampled.
- (EN) Louis Armstrong, su SecondHandSongs.
- (EN) Louis Armstrong, su Genius.com.
- (EN) Louis Armstrong, su Billboard.
- Registrazioni audiovisive di Louis Armstrong, su Rai Teche, Rai.
- Louis Armstrong, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Louis Armstrong, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Louis Armstrong, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Louis Armstrong, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) Louis Armstrong, su Internet Broadway Database, The Broadway League.
- (DE, EN) Louis Armstrong, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 195226 · ISNI (EN) 0000 0001 1019 8071 · SBN SBLV184791 · BAV 495/283918 · Europeana agent/base/60141 · ULAN (EN) 500335022 · LCCN (EN) n50001506 · GND (DE) 118504053 · BNE (ES) XX1038745 (data) · BNF (FR) cb13890884w (data) · J9U (EN, HE) 987007257844205171 · NSK (HR) 000069272 · NDL (EN, JA) 00431718 · CONOR.SI (SL) 9575779 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50001506 |
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