Utente:RealPain/Storia della Società Sportiva Lazio (1980-1989)

Gli anni ottanta modifica

La stagione 1979/1980 è forse la più drammatica di tutta la storia laziale, durante il derby viene ucciso il tifoso laziale Vincenzo Paparelli colpito da un razzo proveniente dalla curva romanista. Sul finire dell'anno scoppia lo "Scandalo calcioscommesse", e la Lazio viene retrocessa in Serie B insieme al Milan e alcuni suoi giocatori squalificati per delibera della CAF.[1]

 
La Lazio 1984-85

La squadra faticherà a riaversi: Giorgio Chinaglia, tra gli artefici in campo dello scudetto del 1974, assume la presidenza della società dopo il suo ritorno in Serie A nel 1983, ma la squadra, dopo una stentata salvezza nel 1984 retrocede di nuovo nel 1985.

Ancora più difficile per la Lazio è la situazione creatasi dopo il coinvolgimento della società nel cosiddetto “secondo scandalo calcioscommesse” del 1986: la squadra, già militante in Serie B, è penalizzata di 9 punti per la stagione 1986/87, cosa questa che minacciava seriamente di far finire la squadra in Serie C per la prima volta nella sua storia. La squadra riesce a raggiungere il terzultimo posto insieme al Taranto e al Campobasso, contro i quali è costretta a spareggiare a Napoli nel giugno 1987 per non retrocedere. Alla fine, battendo il Campobasso, la Lazio riesce a mantenere la Serie B. Quella salvezza ebbe l’effetto di avvicinare ancor più i tifosi alla squadra. La società viene, nel frattempo, rilevata da Gianmarco Calleri che, dopo la promozione in Serie A e il risanamento economico, la vende al finanziere - ex direttore finanziario del gruppo alimentare Ferruzzi-Gardini - Sergio Cragnotti.

  1. ^ Squalifica a vita per Wilson, 5 anni per Cacciatori, 3 per Giordano e Manfredonia