Utente:S o f i a F r/Sandbox

Software di controllo modifica

VeRa modifica

Per individuare i soggetti ad alto rischio di evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate utilizza un nuovo software, VeRa, acronimo di «verifica dei rapporti finanziari». VeRa è uno strumento di data analysis che consente di incrociare i dati dell’Archivio dei rapporti finanziari con gli altri dati dei contribuenti di cui l’amministrazione finanziaria è a conoscenza. L’algoritmo cerca anomalie tra varie voci, come redditi, conti corrente, immobili dei contribuenti, acquisti digitali. Con l’interpolazione di questi dati, si compone un identikit del contribuente e si creano delle liste di contribuenti «rischio», che vengono poi esaminate dalle Direzioni regionali e provinciali, le quali procedono ad un controllo mirato dei possibili evasori. È garantita, dunque, una valutazione umana. I criteri che determinano l’accertamento vengono fissati dalla legge e si differenziano a seconda della tipologia di contribuente (grandi contribuenti, imprese di medie e piccole dimensioni, persone fisiche, lavoratori autonomi ed enti non commerciali)[1]. L’uso di quest’intelligenza artificiale potrebbe creare problemi di privacy. Il Garante per la Protezione dei Dati personali si è espresso positivamente sull’utilizzo di VeRa, inserendo però delle restrizioni: i dati dei contribuenti restano anonimi in fase preliminare e, se l’analisi non offre dati rilevanti, l’Agenzia delle Entrate non può conoscere le generalità del soggetto sul quale è stata realizzata la verifica. I dati, inoltre, non possono essere conservati oltre il secondo anno successivo a quello in cui matura l’accertamento e la conservazione non può estendersi dopo la chiusura di eventuali controversie. Nell’Archivio dei rapporti finanziari vi sono, in particolare, i dati contabili (saldo alla data di fine anno precedente e alla data di fine anno, importo totale degli accrediti e degli addebiti effettuati nell’anno, e giacenza media) di oltre trenta tipologie di rapporti finanziari (es. conti corrente, carte di credito, di debito, prepagate, aziendali e non, conti deposito titoli, certificati di deposito e buoni fruttiferi, cassette di sicurezza, fondi pensione, finanziamenti, acquisto e vendita di oro e metalli preziosi, operazioni extra conto) [2]. A tali fonti vanno aggiunte le altre banche dati di cui è previsto l’utilizzo, previste dal Garante. In ogni caso, il principio di minimizzazione dei dati impone che i dati debbano essere adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono trattati [3]. L’accesso ai dati, riservato solo al personale autorizzato, è tracciato. Il contribuente è tutelato da tutte le forme di contraddittorio, può esercitare i suoi diritti di difesa e di rettifica. Carlo Garbarino, professore della Bocconi, sostiene che grazie a questo nuovo strumento le capacità di accertamento del Fisco cresceranno molto, e che quindi è ragionevole pensare che le aree di evasione fiscale si ridurranno significativamente.

Riferimenti normativi modifica

Note modifica