In Grecia nel V secolo diversi sono gli artisti vasai. Dell'artista noto come Pittore dei Niòbidi si conservano tutt'ora ben 74 vasi decorati con battaglie combattute dai Greci. Ad esempio un cratere a volute con Amazzonomachia(circa 470-450 a.C.), del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in cui è presente la particolarità dell'isocefalìa, cioè l'uguale altezza delle teste dei personaggi, sia appiedati che a cavallo.[[1]] Unico nel suo genere è invece il Cratere dei Niobidi(circa 460-450 a.C.), del Museo del Louvre ma proveniente da Orvieto, diviso in lato a e lato b, che contengono rispettivamente Atena,Eracle e altri eroi e il Massacro dei Niobidi; queste sono due scene molto contrastanti tra loro per la staticità di una e il movimento dell'altra e contengono immagini molto particolari. Per quanto riguarda il lato a si pensa si tratti degli eroi della battaglia di Maratona, vinta con l'aiuto di Eracle e Atena, nel lato b invece Artemide e Apollo stanno uccidendo i Niobidi. Questo vaso è particolare in quanto è abbandonata l'isocefalìa e mostra i personaggi su diversi piani: le figure infatti sembrano posizionate in modo strano ma in realtà sono poste su rocce, come in una immagine del Massacro dei Niobidi dove si vede solo una parte di una freccia, il resto è coperto da questa roccia immaginaria. Inoltre la creazione del Pittore dei Niobidi non è altro che un riflesso delle opere di Polignoto di Taso e Micòne, due artisti contemporanei che dipingevano le pareti. Infatti dal primo deriva l'espressività dei personaggi e un labbro leggermente alzato che fa intravedere i denti e dal secondo il modo di porre su diversi piani l'azione dell'opera. [[2]]