FEDRA

AUTORE Seneca

PERIODO DI COMPOSIZIONE 18÷61 d.C.

TRAMA Per aver tentato di rapire Persefone, dea degli Inferi, Teseo viene incatenato nell’Erebo insieme all’amico Piritoo. Nel frattempo, nel palazzo di Atene, rimasto incustodito, la moglie di Teseo, Fedra, si strugge d’amore per il figliastro Ippolito. Invano ella cercherà di sedurlo, confessandogli il suo amore disperato. Respinta con decisione dal giovane che, inorridito, fugge lontano da lei, a Fedra non resta altro da fare, per salvarsi, che confessare al marito, liberato da Ercole e ritornato in Attica quando nessuno più lo aspettava, di essere stata violentata dal figliastro. Incredulo e sconvolto, Teseo invoca per Ippolito la maledizione di Posidone, che farà sorgere dal mare un orribile mostro e provocherà in questo modo la morte del giovane innocente. Ma, vedendo il corpo straziato dell’amato, Fedra non avrà cuore di continuare a mentire e, confessata la propria colpa, si suiciderà davanti agli occhi del marito e della nutrice. Il prologo è recitato da Ippolito ed è piuttosto un cantico che presenta il personaggio stesso. E’ quasi inumano che questo rifiuti il vizio, il lusso e le comodità e, più di ogni cosa, odi l’amore. Con un uomo così rigido, Fedra non ha speranza. Per questo la nutrice le consiglia, invano, di reprimere la passione e comportarsi in modo da non compromettere il proprio onore.

PERSONAGGI • Fedra: Fedra è la moglie di Teseo, re di Atene. Fedra si è innamorata del figliastro, Ippolito, e quando crede che suo marito sia morto si dichiara al ragazzo che, indignato, la rifiuta. È una donna accecata dalla passione, tanto da accettare di essere uccisa da Ippolito pur di morire tra le sue braccia. Ma quando si vede respinta, Fedra, decide di accusare ingiustamente Ippolito, prima che lui racconti l’accaduto al padre, salvando il suo onore. • Ippolito: Ippolito è il figlio di Teseo. È un giovane bello e responsabile, infatti si offre di prendere il posto del padre fino al suo ritorno. Questa affermazione viene, però, fraintesa da Fedra, che si sente legittimata a dichiarare la sua folle passione amorosa. Ippolito disgustato dalle parole della matrigna, pensa di punirla, togliendole la vita. Tuttavia desiste quando Fedra implora di accettare la morte pur di morire fra le sue braccia. • Teseo: Teseo, re di Atene, marito di Fedra e padre di Ippolito. In questa scena non è realmente presente, viene soltanto nominato.

AMBIENTAZIONE La scena è ambientata ad Atene, in una sala del palazzo reale.

TEMI Morte:Fedra considera la morte come qualcosa di positivo. La regina è disperata, perché schiava di una passione che la spinge verso il figliastro, e cui non può sottrarsi in alcun modo. Fedra si rende conto che il sentimento che nutre per il giovane Ippolito è sbagliato, quindi è tormentata, da una lato, dal senso di colpa, dall’altro, perché una folle passione la spinge verso il ragazzo. In una situazione come questa, la donna vede nella morte l’unica soluzione al suo tormento. Ippolito invece trova che la morte di Fedra rappresenti punizione e purificazione: infatti uccidendo Fedra non vuole solo punire la donna, ma evitare di essere contaminato dalla sua colpa. Proprio per questo, quando sente le parole della regina che lo supplicano di ucciderla e di lasciarla morire tra le sue braccia, Ippolito si tira indietro, e lascia il palazzo disgustato. Uccidere Fedra avrebbe significato esaudire un suo desiderio, ma non averlo fatto significa per Ippolito essere stato contaminato dalla colpa della matrigna, dalla quale non sa come purificarsi. Conflitto inconciliabile tra ragione e passione: In questa tragedia il conflitto tra ragione e passione si esplica nella vicenda di Fedra. La donna è follemente innamorata del figliastro e questo la tormenta al punto di pensare al suicidio. Da una lato Fedra si rende conto che il sentimento che prova verso il giovane Ippolito è adultero e incestuoso, quindi terribilmente sbagliato. Ma dall’altro è spinta verso il figliastro da una passione cui non sa resistere. È impossibile che una delle due parti prevalga sull’altra, quindi la vicenda si conclude con la morte della donna.

STRUTTURA DEI PERSONAGGI DELL’OPERA Il conflitto non è più, come spesso accadeva nella tragedia greca, fra l’uomo e la divinità o fra l’uomo e il Fato. In Seneca, il contrasto (aspro, insopprimibile) si sposta all’interno dell’animo, sul palcoscenico concitato delle passioni umane. Possiamo sottolineare l’importanza nell’analisi dei sentimenti compiuta dal filosofo. Non a caso, ciò che maggiormente salta all’occhio del lettore non è la rigida applicazione di precetti morali su uno sfondo desolante, ma il quadro che raffigura l’avvilupparsi tortuoso delle passioni. Così, ecco che Fedra appare più disperata che spregevole e Teseo imprigionato fra le maglie della propria incapacità a dominare la collera. Anche la saggia nutrice, di fronte alla decisione di Fedra di togliersi la vita, cesserà di dispensare buoni consigli e sosterrà l’amore folle della sua pupilla, giungendo addirittura a farsi avanti presso Ippolito, per sondarne i sentimenti verso la matrigna. Tutti i personaggi vengono letteralmente trascinati via, allo stesso modo dello sventurato Ippolito. In questa prospettiva, la tragedia non è già consumata a priori, ma si compie sulla scena, per volontà dei personaggi stessi, che male hanno giocato le carte loro assegnate.