intanto ti creo

Le tattiche di siluramento prevedevano, nella seconda guerra mondiale, l'attacco sul lato della nave nemica, spesso (soprattutto nel fronte del Pacifico) dopo che il bersaglio era stato già attaccato da bombardieri in picchiata che avevano danneggiato l'opera morta e la contraerea, ed in coordinazione con un analogo attacco dal lato opposto in modo da impedire che l'unità attaccata potesse disimpegnarsi semplicemente virando di bordo in maniera veloce.
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5,92 kN (1 330 lbf) == La settimana nell'anno ==

Anni definiti come numero intero di settimane

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Un anno comune L' anno liturgico è composto di 52 o 53 settimane (fanno ovviamente eccezione gli anni liturgici a cavallo dell' adozione del calendario gregoriano. Per i paesi cattolici l' anno liturgico contenente la Pasqua 1582 ha 350 giorni ossia 50 settimane).

Nei casto da poco più di 52 settimane:

Nei calendari moderni la settimana corrisponde a sette giorni.

Un anno è composto da poco più di 52 settimane:

Lo standard internazionale ISO 8601 assegna anche un numero a ogni settimana dell'anno.

Le settimane che si trovano parte in un anno e parte in un altro vengono considerate appartenenti all'anno che le contiene per almeno quattro giorni:

la settimana 01 dell'anno è quindi la prima settimana che contiene quattro o più giorni del nuovo anno.

Può essere anche equivalentemente definita come:

  • la settimana che contiene il primo giovedì dell'anno;
  • la settimana che contiene il 4 gennaio;
  • la settimana che inizia con il lunedì fra il 29 dicembre e il 4 gennaio.

Ne deriva che se il 1º gennaio è un lunedì, martedì, mercoledì o giovedì allora è nella settimana 01. Se è un venerdì, sabato o domenica allora appartiene all'ultima settimana (52ª o 53ª) dell'anno precedente.

Anni di 52 o 53 settimane

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Ancora secondo lo standard internazionale ISO 8601, in un anno sono presenti 52 o 53 settimane: in questo modo ogni anno può essere composto di 52 o – seppure più raramente – di 53 settimane.

Gli anni costituiti di 53 settimane possono essere individuati secondo la definizione:

  • anni comuni che iniziano di giovedì (lettera domenicale D) e anni bisestili che iniziano di mercoledì (ED) o giovedì (DC)

o anche, in modo equivalente:

  • anni comuni che terminano di giovedì (lettera domenicale D); anni bisestili che terminano di giovedì (ED) o venerdì (DC)
  • anni comuni in cui il 1º gennaio e il 31 dicembre ricorrono entrambi di giovedì; anni bisestili in cui il 1º gennaio e il 30 dicembre ricorrono entrambi di mercoledì o di giovedì.
 parte nascosta - vedi discussione

Formula Relativistica del raggio di Schwarzschild

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Partiamo dalla definizione di redshift gravitazionale secondo la quale un fotone che emerge dal campo gravitazionale, prodotto per esempio da una stella, perde energia e quindi presenta uno spostamento verso il rosso che dipende dalla intensità del campo gravitazionale misurata nel punto in cui si trova il fotone.

La formula dell'energia potenziale gravitazionale è, come noto:

 

Dalla espressione relativistica dell'energia

 

ricaviamo la massa equivalente del fotone:

 

da cui ricaviamo l'espressione dell'energia di un fotone in un campo gravitazionale:

 

Quindi, un fotone che esce da un campo gravitazionale, avrà una energia pari alla differenza fra quella iniziale   e quella dissipata nel campo gravitazionale:

 

da cui l'espressione del redshift gravitazionale:

 

Come si vede, all'aumentare di M aumenta il redshift del fotone, quando la sua frequenza   si annulla significa che il fotone è, per così dire, intrappolato nel campo gravitazionale. Come è facilmente verificabile la condizione   si verifica quando

 

Che è appunto l'espressione relativistica del raggio di Schwarzschild.

Come si vede essa differisce di un fattore 2 rispetto all'espressione classica, cosa che dipende dall'uso improprio dell'espressione della energia cinetica di una particella quando si effettua la sostituzione   nella derivazione della formula del raggio di Schwarzschild. Non a caso essa coincide con l'espressione classica della velocità di fuga di un corpo da un campo gravitazionale che è appunto:

 


Classificazione dei buchi neri a seconda del raggio di Schwarzschild

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A seconda dell'ordine di grandezza della massa, e quindi del raggio, i buchi neri sono classificati in tre categorie: supermassicci, stellari e primordiali. Questa classificazione, come suggerisce il nome, è strettamente legata ai diversi processi che hanno dato origine ai diversi tipi di buchi neri.

Buchi neri supermassicci

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Accumulando materia di densità ordinaria, ad esempio 1 000 kg/m³, come la densità dell'acqua che per coincidenza è abbastanza simile alla densità media del Sole, fino a raggiungere circa 150 milioni di volte la massa del Sole, un agglomerato assume dimensioni inferiori al suo raggio di Schwarzschild, assumendo i connotati di un buco nero supermassiccio (o supermassivo) di 150 milioni di masse solari (si ritiene che il limite superiore per la classe dei buchi neri supermassicci possa essere pari ad alcuni miliardi di masse solari). L'esistenza di un buco nero supermassiccio, dalla massa pari a oltre 2,5 milioni di masse solari, al centro della via Lattea è la migliore prova sperimentale sinora trovata per giustificare l'esistenza dei buchi neri in generale. Si ritiene che i buchi neri supermassicci non si formino direttamente dal collasso di una stella o di un ammasso stellare; potrebbero piuttosto avere origine come buchi neri di dimensioni stellari e accrescere gradualmente la propria massa grazie alla cattura di altri corpi celesti e alla fusione con altri buchi neri. Maggiore è la massa complessiva di una galassia, maggiore è la massa del buco nero supermassiccio posto al centro di essa.

Buchi neri stellari

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Accumulando materia con una densità simile a quella di un nucleo atomico (circa 1018 kg/m³, anche le stelle di neutroni sono caratterizzate da un simile valore di densità) fino a raggiungere circa 3 masse solari, un agglomerato collassa entro le dimensioni del suo raggio di Schwarzschild, divenendo un buco nero stellare.

Buchi neri primordiali

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Il raggio di Schwarzschild associato a una piccola massa è estremamente ridotto. Una massa pari a quella del monte Everest è caratterizzata da un raggio di Schwarzschild inferiore a un nanometro; nessun meccanismo oggi noto sarebbe in grado di generare un oggetto così compatto. Buchi neri di questo tipo potrebbero essersi formati in una fase primordiale dell'evoluzione dell'universo, poco dopo il Big Bang, quando la densità della materia era estremamente alta. Questi ipotetici buchi neri di piccole dimensioni sono noti come buchi neri primordiali.


Dear [@ Footlessmouse], as usual (also in my native italian) I am unable to make clear what I mean. First of all, thanks for the prompt answer and for the patience needed in talking with me.
The point is not the correctness of the Thompson formula, but of the phrase >>>For ... interaction<<<<. Who (not I) has added "clarification needed" has added it in the wrong place: it had to be added after "interaction" (i.e where I wrote <<<<), not at the end. This has contributed to attract your attention to a different problem.
What puzzled me was:
* why ONLY for fermions (immediately after >>>>)? Perhaps because the non-gauge bosons are treated as combinations of fermions?
* for which interaction (immediately before <<<)?. The example is for the electromagnetic one, but the phrase immediately below for the gauge bosons suggests all four.



On the second point, note that the phrase does not appear in the Thompson Scattering article (where it would be clear that must refer to electromagnetic interaction) but appears immediately before the phrase
For gauge bosons, the Compton wavelength sets the effective range of the Yukawa interaction: since the photon has no mass, electromagnetism has infinite range.
and therefore the context seems to suggest that refers to general interactions.
Indeed, the phrase is not written as a comment on the Thompson formula, but the Thompson formula is given as an example of it, i.e. the text is not
(Thompson formula) showing (that phrase)
but
(that phrase) of which an example is (Thompson formula) --- no restriction to electromagnetism is set on (that phrase) by the context
i.e. the literal meaning is
"for all the fermions (but NOT for the bosons) the cross-sections for ALL THE FOUR INTERACTIONS is proportional to the square of the Compton wavelength".
I do not know how the things go for the weak and strong interactions (otherwise I would not disturb you)
I first felt that the phrase was a misprint of
"For charged particles, the reduced Compton wavelength sets the cross-section of ELECTROMAGNETIC interactions."
and I asked for this the italian wiki. Answer (from a gentle guy who kindly maintains some articles even if is not the most proper user --- I appreciate his work, this must be clear): "it is correctly translated from english" and I arrived here.


I have now a different opinion on its origin (it is a pure speculation and may be totally wrong). Immediately after the article reads
For gauge bosons, the Compton wavelength sets the effective range of the Yukawa interaction: since the photon has no mass, electromagnetism has infinite range.
I feel [should I write IMHO?] that someone has read this phrase, he has not understood what gauge means (in particular that the word interaction is singular because is that carried by the specific gauge boson), he has wondered on what happens for fermions, he has found the Thompson formula, he has believed to generalize the lambda-dependence of the formula to all fermions (instead of realizing that was restricting to the fermions a formula valid for fermions+bosons), has not wondered on the different interactions and has written his contribution.