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La nascita di Hebzollah

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In Libano, l'invasione israeliana del 1978 e la sua occupazione nel 1982 – rispettivamente indicate dalle forze israeliane come «operazione Litani» e «operazione Pace in Galilea» – innescarono la comparsa di Hezbollah e della sua organizzazione guerrigliera.[1]

Le guerre arabo-israeliane che seguirono la creazione dello Stato di Israele nel 1948 portarono all'esodo di centinaia di migliaia di profughi palestinesi verso i paesi arabi, segnatamente Libano e Giordania. In seguito, dopo la guerra civile del 1970-1971 in Giordania – meglio nota come «Settembre nero» –, furono espulsi dal regno hashemita decine di migliaia di guerriglieri palestinesi, che rifugiarono nel Libano meridionale. Facendosi forza degli accordi del Cairo (1969), l'OLP sfidò l'autorità del governo libanese creando uno "stato dentro lo stato".[1] Gli sciiti libanesi erano generalmente simpatizzanti della causa palestinese e molti di essi aderirono ai movimenti rivoluzionari palestinesi; tuttavia, essi temevano che l'egemonia dell'OLP nel sud del paese potesse condurre al controllo completo dell'area in questione e della sua trasformazione in una nuova patria palestinese.[1]

Israele, sentitosi minacciato dalla presenza militare palestinese, nel 1978 invase il Libano meridionale («operazione Litani») allo scopo di creare una zona cuscinetto e distruggere la struttura militare dell'OLP; fu però la popolazione civile sciita a subire le perdite più pesanti.[2] Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite addottò la Risoluzione 425 del Consiglio di sicurezza ONU, che esigeva un ritiro immediato e senza condizioni delle forze israeliane, nonché il dispiegamento dell'UNIFIL. L'OLP accettò di interrompere le sue attività militari e Israele si ritirò parzialmente, delegando l'area a una milizia maronita, l'Esercito del Libano del Sud (ELS).[2]

  1. ^ a b c Hamzeh, p. 15
  2. ^ a b Hamzeh, p. 16.