La volpinite o anidrite di Volpino prende il nome dal comune di Costa Volpino in Val Camonica.[1]

Volpinite o anidrite di Volpino
Angelo di destra dell'altare della Madonna delle Brine o di San Luca nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Brescia. La pietra utilizzata è la Volpinite
Categoriaevaporite
Minerali principaliAnidrite
Colorealternanze di lamine di colore bianco, grigio o grigio azzurro
Utilizzorivestimenti pregiati
AffioramentoCosta Volpino

Descrizione modifica

Si tratta di accumuli irregolari, spesso di forma lenticolare, di anidrite, una roccia sedimentaria di origine evaporitica, localizzati entro la Carniola di Bovegno, una formazione geologica risalente al Triassico Inferiore-Medio (Scitico superiore-Anisico inferiore)[2].

Questo litotipo è costituito da alternanze di lamine anidritiche di colore bianco, grigio o grigio azzurro, derivanti da antichi depositi di gesso trasformatisi in anidrite per espulsione di acqua causata la compattazione del sedimento e all'aumento della temperatura a seguito del seppellimento dei sedimenti.

Caratteristiche modifica

L'anidrite è caratterizzata da una elevata densità (2.97 g/cm³) comparata con quella media delle rocce sedimentarie (solitamente variabile fra 2.40 e 2.75 g/cm³), ma anche da una certa plasticità se sottoposta a sollecitazioni prolungate nel tempo (proprietà che la rende poco adatta ad un utilizzo come pietra da costruzione con funzioni portanti).

Per alterazione da parte delle acque meteoriche, l'anidrite tende a riassorbire le molecole d'acqua perdute nella fase diagenetica trasformandosi di nuovo in gesso, con drastico peggioramento delle caratteristiche meccaniche ed estetiche ed espansione volumetrica.

Utilizzi modifica

La Volpinite è utilizzata in edilizia, per l'aspetto marmoreo e la bellezza delle venature, in rivestimenti pregiati (è chiamata anche “bardiglio di Bergamo”). Tuttavia, può essere impiegata solo per interni dato che, come già detto, si altera facilmente.[3]

Note modifica

  1. ^ Gabriele Rosa, Confini tra Lovere e la Valle Camonica, in Guida al Lago d'Iseo ed alle Valli Camonica e di Scalve, Brescia, F. Apollonio, 1886, p.57.
  2. ^ A.Bianchi, A.Boni, E. Callegari, P. Casati, G. Cassinis, G. Comizzoli, Gb. Dal Piaz, A. Desio, G. Giuseppetti, E. Martina, L.D. Passeri, F.P. Sassi, B. Zanettin, G. Zirpoli, Carta geologica d'Italia, Note Illustrative, foglio 34, Breno, Servizio Geologico d'Italia, Roma, 1971.
  3. ^ Marmo di Vezza d'Oglio, su icvbc.cnr.it. URL consultato il 26 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2022).

Bibliografia modifica

  • Martino Campagnoni, Costa Volpino, Clusone, F.lli Ferrari, 1976. ISBN non esistente
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