Scarampi

famiglia nobile
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Scarampi (Ëscramp in piemontese[1]) è un'importante famiglia piemontese di orientamento ghibellino.
Furono inizialmente banchieri nelle Casane astigiane a Genova e poi in Francia e in Belgio. Nel 1337, Antonio Scarampi, in cambio di 115.000 fiorini, diventò feudatario di Bubbio, Monastero Bormida, Roccaverano, Cortemilia, Perletto, Pruney, Cairo, Altare ed altri luoghi delle Langhe. Oddone, Giacomo e Giovannone, tre dei cinque figli di Antonio, originarono proprie stirpi. Tra queste, ancora presenti oggi sono le casate degli Scarampi del Cairo, Scarampi di Villanova e Scarampi di Pruney. Data la provenienza aleramica si tratta di una famiglia di ascendenze imperiali (Sacro Romano Impero).

Scarampi
Modus et Ordo
StatoRepubblica Astese
Ducato di Savoia
Stato Pontificio
Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Titoli
FondatoreAntonio Scarampi
Data di fondazione1339
EtniaItaliana

Personaggi illustri modifica

 
Ritratto di Andrea Mantegna del Cardinale Ludovico Scarampi.

Molti personaggi storici hanno questo nome, fra cui:

Geografia modifica

Il nome Scarampi è stato anche aggiunto a quello di alcune località, anticamente feudi della famiglia:

Il casato degli Scarampi è associato anche a vari castelli nelle zone delle Langhe e del Monferrato. Notevoli di menzioni sono i castelli di Monforte d'Alba e di Camino.

Storia modifica

Nel 1337, Antonio Scarampi, in cambio di 115.000 fiorini, diventò feudatario di Bubbio, Monastero Bormida, Roccaverano, Cortemilia, Perletto, Pruney, Cairo, Altare ed altri luoghi delle Langhe.

Successivamente, il marchese di Saluzzo vendette i suoi feudi valbormidesi ai fratelli Giacomo, Matteo, Giovannone e Tomeo Scarampi[5]; nel corso dei secoli i numerosi rami della famiglia si divisero e frazionarono i propri possedimenti. La dispersione dei possedimenti degli Scarampi del Cairo portò a una situazione di dipendenza feudale divisa tra il ducato di Savoia, il ducato di Mantova e l’Impero: nel 1666 il conte Carlo Alessandro Scarampi, padre di Ottavio, ricevette il rinnovo dell’investitura delle «sue porzioni del Cairo” » dal duca Ferdinando Carlo di Mantova e da Carlo II di Spagna il rinnovo di quelle di Vinadio, mentre nel 1668 il duca Carlo Emanuele II di Savoia gli concesse l’investitura dell’«ottava parte del 32° di Montalto» oltre ad una pensione di 200 lire per aver ceduto al duca la «4ª parte di un 8° del luogo di Roccaverano»[6].
Alla metà del XV secolo, aderirono anche gli Scarampi alla lega dei del Carretto[2]. Gli Scarampi infatti, dopo l'acquisto, nel 1337, di Cairo e Cortemilia da Manfredo IV di Saluzzo (il quale, a sua volta, le aveva comprate quindici anni prima da Oddone e Manfredino del Carretto di Cairo), erano stati a lungo in contrasto con i marchesi di Savona, contro i quali, ancora agli inizi del Quattrocento, avevano ingaggiato una vera e propria guerra. Attraverso la "Lega", Carrettini e Scarampi poterono mantenere un saldo controllo del territorio delle Langhe che, al di là delle non infrequenti contese tra loro, si mantenne praticamente assoluto fino al XVI secolo. A tale risultato contribuì non poco la capacità di mantenere nelle loro mani anche l'amministrazione di quelle istituzioni ecclesiastiche che erano localmente in possesso di beni e di diritti patrimoniali e giurisdizionali. Non soltanto chiese, monasteri e altri enti, spesso di antica fondazione marchionale, sui quali esercitavano il giuspatronato o ne avevano, per consolidata tradizione, la piena disponibilità, ma anche delle stesse diocesi di Alba e di Acqui

Relazioni con la Chiesa modifica

La famiglia Scarampi ha sempre mantenuto rapporti stretti con la chiesa cattolica. Molti membri di questa famiglia hanno assunto posizioni di potere al servizio della Santa Sede, tra cui: Rolando Scarampi, patriarca di Costantinopoli, Enrico Scarampi, beato e vescovo di Feltre e Belluno, Ludovico Scarampi, cardinal carmerlengo per quattro papi.

 
Lo stemma degli Scarampi, Cinque pali di rosso al campo d'oro, col motto "Modus et Ordo" - su una panca da chiesa lignea di Cortemilia -casa privata -, pres.te del XVII secolo

Molti cavalieri di Malta si annoverano tra i membri di questa famiglia: Ludovico, commendatore di Ottovilla nel 1418, Bonifacio, commendatore di Savona[7] nel 1461, Ottavio Maria Emanuele Scarampi del Cairo, capitano dei vascelli dell'Ordine di Malta nel 1700[8].

Araldica modifica

Il casato degli Scarampi si fregia di uno stemma con, in campo d'oro, cinque pali rossi in banda verticale. Alla base dello stemma si trova il motto 'Modus et Ordo' (Misura e Ordine). I discendenti di Antonio usano già alla metà del '300 uno stemma semplificato cinto da rami di quercia, con in campo quattro pali d'oro in banda verticale su fondo rosso con sopra lo scudo una corona marchionale.

Note modifica

  1. ^ San Giòrs djë Scramp
  2. ^ a b Riccardo Musso, "Intra Tanarum et Bormidam et litus maris". I marchesi di Monferrato e i signori "aleramici" delle Langhe (XIV-XVI secolo) (PDF), in Il Monferrato. Crocevia politico, economico e culturale tra Mediterraneo ed Europa, Ponzone (Al), 14 giugno 1998.
  3. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 29 maggio 2020.
  4. ^ Biography of Major-General Galeazzo Scarampi del Cairo (1878 – 1939), Italy, su generals.dk. URL consultato il 29 maggio 2020.
  5. ^ Piero Angelo Tognoli, Cairo nella storia della Liguria e della Nazione, Lagorio, 1971.
  6. ^ ASTo Corte, Inventario n. 56,, Inventario delle scritture Scarampi del Cairo (poi ASTo Corte, scritture Scarampi del Cairo), mazzo 7, fasc. 31, 17 luglio 1666, Testimoniale delle diligenze accordate dalla duchessa Isabella Clara tutrice del duca Ferdinando Carlo al conte Carlo Alessandro Scarampi; fasc. 32, 12/8/1666 Procura del conte Carlo Alessandro Scarampi per prendere l’investitura da Carlo II Re di Spagna e duca di Milano; fasc. n° 1, 31 agosto 1668 Cessione del duca Carlo Emanuele II a favore di Carlo Alessandro Scarampi; fasc. n° 2, 31 agosto 1668 Patente del duca Carlo Emanuele ad assegnare al conte Carlo Alessandro Scarampi una pensione di L 200 sua vita durante e di L 100 ai suoi figli e successori., mazzo 7, fasc. 31.
  7. ^ Teatro araldico, ovvero Raccolta generale delle armi ed insegne gentilizi e delle più illustri e nobili casate ...: 2, Wilmant e figli, 1843. URL consultato il 22 maggio 2020.
  8. ^ Giancarlo Boeri, La Guerra di Sardegna e di Sicilia 1717-1720 vol. 1: Gli ESERCITI CONTRAPPOSTI: SAVOIA, SPAGNA, AUSTRIA - Parte I L’Esercito Sabaudo nel 1718-1720 e la Guerra per la difesa della Sicilia, Soldiershop Publishing, 15 novembre 2017, ISBN 978-88-9327-293-3. URL consultato il 22 maggio 2020.

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