L'abderitismo è una particolare concezione della filosofia della storia secondo la quale non esiste né progresso né regresso storico. La storia è intesa come un agitarsi senza senso degli uomini tra picchi di sommo bene e di sommo male per cui nel corso dei secoli sostanzialmente la storia dell'uomo non è mai realmente cambiata rimanendo staticamente ferma e avvolgendosi caoticamente su sé stessa.[1]

Christoph Martin Wieland in un ritratto del 1805

I folli di Abdera modifica

Il termine "abderitismo" venne utilizzato per la prima volta da Kant nel 1798[2], all'interno del saggio Der Streit der Fakultäten, per definire la filosofia della storia di chi, come il filosofo Moses Mendelssohn[3][4], sostiene che l'umanità non procede verso il meglio ma, evolvendosi e poi riprecipitando in modo ondivago, rimane sostanzialmente ferma sempre allo stesso livello.

 
Christoph Martin Wieland, La storia degli Abderiti (Geschichte der Abderiten), edizione del 1887

Il filosofo di Königsberg probabilmente si rifaceva al racconto La storia degli Abderiti (Geschichte der Abderiten) di Christoph Martin Wieland, secondo il quale gli abitanti di Abdera, la fiorente città della Tracia (da cui Abderiti e abderitismo), avevano avuto un comportamento dissociato nei confronti del filosofo di Abdera Democrito: prima accogliendolo a braccia aperte e poi apertamente condannandolo come folle perché, si diceva, voleva imporre ai giovani di non viaggiare – di qui la metafora dell'immobilità della storia – affinché non divenissero intelligenti. In questo racconto vi è però un altro significato simbolico: quello del comportamento degli Abderiti che oscillano tra due estremi, positivo e negativo, (come il bene e il male nella storia) nei confronti di Democrito e quindi la loro pazzia che coinvolge lo stesso filosofo nella sua follia di voler proibire i viaggi ai giovani. Pazzi quindi gli abderiti e lo stesso Democrito.[5]

L'episodio, ma con diverso significato, era stato narrato in una poesia di Jean de La Fontaine (16211695)[6] che criticava la pretesa del popolino di giudicare chi non può capire chiamandolo pazzo mentre il folle è lui.[7]

 
L'asino di Biberach

La storia degli Abderiti modifica

 
La Storia è passata su Abdera

«... Tu ritieni che due siano le cause del mio riso, il bene e il male. Ma io rido solo dell’uomo, pieno di stoltezza, vuoto di azioni rette, infantile in tutte le sue aspirazioni, che dura le peggiori fatiche per non ricavarne alcun vantaggio, che con i suoi desideri smisurati percorre la terra fino ai suoi confini e penetra nelle sue smisurate cavità, fonde l’argento e l’oro e non smette di accumularne, si affanna ad avere sempre di più per essere sempre più piccolo ...»

Della follia degli Abderiti si raccontava anche in un'opera di Christoph Martin Wieland (1733 - 1813), contemporaneo di Kant, intitolata Die Geschichte der Abderiten, Lipsia 1774 (La storia degli Abderiti), [8]. Wieland può essere considerato il primo scrittore tedesco di satira politica. Nel libro Wieland infatti narrava dell'incredibile processo che fu tenuto in Abdera per l'ombra di un asino per il quale poco mancò che nella città ne nascesse una furiosa guerra intestina. Quindi ancora una volta l'insano comportamento degli uomini e delle loro folli vicende storiche.[9]. Wieland si serviva della sua opera per una moderata critica del potere politico della Germania del suo tempo.

Note modifica

  1. ^ Nadia Boccara, Studi di etica, Edizioni dell'Ateneo, 1985 p.63 e sgg.
  2. ^ Nel saggio Il conflitto delle facoltà. In tre parti., "Seconda parte: il conflitto della facoltà filosofica con quella giuridica. Riproposizione della questione: se il genere umano sia in costante progresso verso il meglio", domanda n. 3 "Suddivisione del concetto di ciò che si vuole conoscere in anticipo sul futuro".
  3. ^ nel suo libro Jerusalem ovvero sul potere religioso e il giudaismo (1783), traduzione italiana Napoli, Guida, 1991.
  4. ^ Vedere Paul Guyer, Reason and Experience in Mendelssohn and Kant, New York, Oxford University Press, 2020, Capitolo 12: "Mendelssohn, Kant, and the Possibility of Progress", pp. 321-337.
  5. ^ Nadia Boccara, Op. cit, p.83
  6. ^ Démocrite et les Abderitains
  7. ^ « Sempre in uggia mi fu l'ingiusto e scempio/ e temerario giudicar del volgo,/ che sol da sé piglia misura e legge/ e le cose di false ombre confonde [...] Pei piccoli saccenti/ della città, Democrito non parve/ che un pazzerello... Ma pazzi/ eran questi Abderiti il dì che un messo/ mandarono ad Ippocrate, chiedendo/ ... che venisse a guarir del dotto amico/ il malato cervel.[Democrito] discorre/d'atomi erranti, poveri fantasmi/ del suo cervel che danza, e senza il piede/ metter fuori dell'uscio, egli pretende/ i cieli misurar, descriver fondo/ a tutto l'universo e non conosce/ il poveretto il mal che lo consuma [...] / Vieni, o divino medico, o non resta/ altra speranza./ Ippocrate alla gente/ non crede troppo, ma a trovar si avvia/ l'illustre infermo [...] Ippocrate sorprese/ il dotto pazzerel curvo ed intento/ all'ombra fresca e d'un ruscello in riva/ a ricercar per entro ai laberinti/ d'un cervello ove sede abbia ragione,/ e dove amor, negli uomini e nei bruti./... Brevi i saluti/ furono e i complimenti, e si capisce,/ché il perder tempo a chi più sa più spiace./ Messi in disparte i frivoli argomenti,/ cominciaron i due grandi maestri/ a cercar le cagioni alte del Bene,/ sull'uom sillogizzando e sullo spirito,/ parlando cose che il tacere è bello,/ sì com'era il parlar colà dov'era./ Giudice cieco qui ti mostra il fatto/ il volgare giudizio. E scarsa io presto/ fede a quella sentenza che proclama/ voce di Dio del popolo la voce. » (Jean de La Fontaine)
  8. ^ Rielaborata in una seconda edizione nel 1781; tr. it. Gli Abderiti, Torino, Utet, 1982
  9. ^ Ispirandosi all'opera di Wieland sulla piazza centrale di Biberach an der Riß è stato innalzato un monumento alla stupidità umana rappresentata dalla statua di un asino composto da corpi umani con questa iscrizione:« "Il processo per l'ombra dell'asino" - Questo "monumento" s'ispira al primo romanzo satirico scritto in lingua tedesca: "Storia degli Abderiti" (1781).Christoph Martin Wieland (1733 - 1813) - figlio di una vecchia famiglia di Biberach e autore più letto del suo tempo - descrive in questo romanzo il processo assurdo che è stato intentato per l'ombra di un asino e che ha quasi scatenato la guerra civile nella città fiorente di Abdera. Abdera è dappertutto, dice Wieland, ma innegabilmente questa storia porta il colore locale di Biberach. Nei negozi vicini c'è una descrizione dettagliata. I cittadini e le imprese seguenti hanno contribuito alla creazione di questo monumento:[Segue l'elenco degli sponsor ufficiali.]e altri cittadini che non desiderano essere menzionati.»