Abraham Lincoln (French 1912)

La Abraham Lincoln - nota anche come The Gettysburg Lincoln - è una statua in bronzo raffigurante il presidente degli Stati Uniti d'America Abraham Lincoln opera dello scultore Daniel Chester French; essa è situata sul terreno antistante l'ingresso al Campidoglio (Lincoln), sede dell'assemblea legislativa dello Stato federato del Nebraska.

Abraham Lincoln
Veduta d'insieme dell'opera
AutoreDaniel Chester French
Data1912
Materialebronzo
Altezza264 cm
UbicazioneCampidoglio, Lincoln
Coordinate40°48′29.02″N 96°42′03.17″W
Map

Storia e descrizione

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Il monumento venne commissionato dalla "Abraham Lincoln Memorial Association" di Lincoln (Nebraska) e prodotto negli anni intercorrenti tra il 1909 e il 1912, quando fu inaugurato solennemente alla presenza delle massime autorità statali dell'epoca. La scultura è stata colata in bronzo dalla fonderia Jno. Williams, Inc. di New York[1].

Il suo ambiente architettonico invece sarà creato dal collaboratore di lunga data dello stesso French, l'esponente dell'architettura Beaux-Arts Henry Bacon; alta 2,64 m, si trova collocata su un basamento che fa da piedistallo di granito di 1,83 m ed è posta davanti ad una stele anch'essa di granito alta 6,1 m.

Sulla stele è inciso il testo completo del Discorso di Gettysburg pronunziato per la prima volta dal presidente in persona nel novembre del 1863 in occasione dell'apertura del Cimitero nazionale di Gettysburg dedicato a tutti i caduti della battaglia di Gettysburg.

French in seguito riproporrà molte delle sue ricerche utilizzate per il completamento di questa statua - consistenti in gran parte nello studio delle fotografie di Lincoln eseguite a suo tempo da Mathew B. Brady e nell'ottenimento di una copia della sua maschera mortuaria realizzata da Leonard Volk[2] - nella creazione della sua opera più famosa: la Abraham Lincoln (French 1920) posizionata invece all'interno del Lincoln Memorial di Washington.

  1. ^ Richman, Michael, Daniel Chester French: An American Sculptor (Washington, D.C.: The Preservation Press, 1983), pp. 121–129.
  2. ^ Richman, p. 124.

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