Aimé Levet

politico francese

Aimé Levet, italianizzato in Amato Levet, (Annecy, 25 agosto 1806[1]Barattes, 16 giugno 1889[1]), è stato un avvocato e politico francese. È stato deputato nel Regno di Sardegna. In seguito è stato presidente del Consiglio dipartimentale dell'Alta Savoia e primo sindaco di Annecy dopo l'annessione della Savoia nel 1860.

Aimé Levet

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato27 giugno 1848 –
30 dicembre 1848
Capo di StatoVittorio Emanuele II
PredecessoreAlbert-Eugène Lachenal
SuccessoreAntoine Mathieu
LegislaturaI
CollegioAnnecy
Incarichi parlamentari
Ufficio di presidenza (23 ottobre 1848-30 dicembre 1848)
Sito istituzionale

Sindaco di Annency
Durata mandato11 giugno 1860 –
1864
PredecessoreAlbert-Eugène Lachenal
SuccessoreFélix Germain

Dati generali
Titolo di studiolaurea

Biografia modifica

Origini modifica

Aimé-Antoine Levet è nato il 25 agosto 1806 ad Annecy[1], nel dipartimento del Monte Bianco. Il ducato di Savoia era stato annesso alla Francia rivoluzionaria, con il decreto del 27 novembre 1792.

Il 27 maggio 1828 si laurea in diritto e in seguito diventa avvocato[1]. Si sposa a Les Barattes con Caroline Albertine Cauvin (1832 - 10 luglio 1899). La coppia ha un figlio, Eugene Levet, capitano del Genio, cavaliere della Légion d'honneur

Carriera politica sarda modifica

Si interessa di politica e diventa consigliere provinciale e poi consigliere divisionale per il Genevese[1][2].

Aimé Levet, sopo essere stato componente del consiglio sindacale di Annecy (vice-sindaco dal 7 aprile 1849), divenne sindaco (25 marzo 1852), sostituendo Albert-Eugène Lachenal[1][3][4].

La Statuto Albertino apre nuovi orizzonti politici nel regno di Sardegna. In occasione elezioni suppletive del 27 giugno 1848 (I legislatura) Levet è eletto nel collegio di Annecy in rappresentanza dei conservatori, superando al ballottaggio il barone Livet[1][5][6]. Alle elezioni riceve 133 voti rispetto agli 87 di Livet, su 559 iscritti[5].

Nella seconda legislatura, nel 1849, non si ricandida ed è eletto al suo posto Antoine Mathieu[1][5].

Al momento del dibattito sul futuro del ducato di Savoia, si schiera con la tendenza liberale et anticlericale savoiarda, a favore dell'annessione del ducato alla Francia. Si esprimi in tal senso alla Camera:

(FR)

«N'oubliez pas la Savoie a sa langue, ses mœurs, sa nationalité enfin, et qu'elle a droit de vivre de sa vie propre, de son existence individuelle. Rappelez-vous qu'entre le Piémont et la Savoie s'élèvent les Alpes, aussi bien qu'entre l'Allemagne et l'Italie»

(IT)

«Non dimenticate che la Savoia ha la sua lingua, i suoi costumi, e infine la sua nazionalità e che ha il diritto di vivere la sua vita propria, la sua esistenza individuale. Ricordate che tra il Piemonte e la Savoia si levano le Alpi, come anche tra la Germania e l'Italia.»

Carriera politica francese modifica

 
Targa commemorativa ad Annecy

Dopo l'annessione prosegue sua carriera politica. È nominato sindaco di Annecy l'11 giugno 1860, dopo l'annessione, e rimane nella carica fino al 1864[1][4]. Il suo ruolo nel passaggio della Savoia alla Francia gli fa ottenere la onorificenza di cavaliere della Legion d'onore[1][8].

È eletto consigliere generale del cantone di Annecy, e in seguito è il primo presidente del consiglio generale della Alta Savoia. Il si oppone alla nuova denominazione del dipartimento, preferendo quello di "Mont-Blanc", ricordando in particolare che "Alta Savoia" era stato il nome di un'antica provincia, con Albertville come capoluogo.

Un voto in questo senso sarà espresso dall'assemblea, e anche dal municipale di Annecy[9][10].

Si presenta alle prime elezioni legislative del 9-10 dicembre|1860, ma è il cattolico ultramontano, Hippolyte Pissard che ottiene il seggio[11].

È azionista della Banque de Savoie, e in seguito, nel 1864, diventa responsabile della succursale di Annecy[1][12].

Aimé Levet muore a una località chiamata "Barattes" nel comune di Annecy-le-Vieux.

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h i j k (FR) François Miquet, Les représentants de la Savoie au Parlement sarde (TXT), in Revue savoisienne, XI - série II, n. 36, 1895, pp. 171-178 e 250-270.
  2. ^ (FR) Pierre Soudan, Un témoin de la Savoie au XIXe siècle, Jules Philippe, Éditions Curandéra, 1988, p. 63..
  3. ^ Articolo , Revue savoisienne, Académie florimontane, Annecy, 1959, p. 26.
  4. ^ a b (FR) Jacques Lovie, La Savoie dans la vie française de 1860 à 1875, Parigi, Presses universitaires de France, 1963, p. 632..
  5. ^ a b c Storia collegi, p. 33.
  6. ^ (FR) André Palluel-Guillard (dir.), La Savoie de Révolution française à nos jours, XIXe-XXe siècle, Ouest France Université, 1986, p. 626, ISBN 978-2-85882-536-3.
  7. ^ Niccolò Rodolico, Giuseppe Sardo, Domenico Novacco, Storia del Parlamento italiano: Le assemblee elettive del 48, collana Storia del Parlamento italiano, volume I, S.F. Flaccovio, 1963, p. 402.
  8. ^ a b c Scheda, su Base Léonore..
  9. ^ (FR) Guichonnet Paul, Hier et aujourd'hui, in Nouvelle encyclopédie de la Haute-Savoie, La Fontaine de Siloé, 2007, p. 20, ISBN 978-2-84206-374-0..
  10. ^ (FR) Amoudry Michel, Quel avenir pour la Savoie ?, Éditions Cabédita, 2003, p. 11-12, ISBN 978-2-88295-368-1..
  11. ^ (FR) Palluel-Guillard (dir.) André, La Savoie de Révolution française à nos jours, XIXe-XXe siècle, Ouest France Université, 1986, p. 246, ISBN 978-2-85882-536-3.
  12. ^ Comité historique du centre-est, CNRS, Université de Clermont-Ferrand I., Université des sciences sociales de Grenoble, Université de Lyon II, Université Jean Moulin, Université de Saint-Étienne, Centre universitaire de Savoie, Revue "Cahiers d'histoire", 1995, p. 135..

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica