Aldo Davanzali

imprenditore italiano

Aldo Davanzali (Sirolo, 26 gennaio 1923Loreto, 26 maggio 2005) è stato un imprenditore italiano, azionista di maggioranza e Amministratore dell'Itavia, compagnia aerea italiana operante tra il 1958 ed il 1980, divenuta tristemente famosa per la strage di Ustica.

Biografia modifica

Nato a Sirolo, in provincia di Ancona, nel 1923, militò e fu capo partigiano bianco, di orientamento politico cattolico. Nel dopoguerra, dopo aver concluso gli studi in legge con specializzazione in diritto della navigazione, prende le redini delle aziende di famiglia[1]. A capo di un gruppo industriale con interessi nelle costruzioni, società alberghiere-termali, aziende marittime e portuali.

Itavia modifica

Il 2 aprile 1965 acquisì la quota di maggioranza della compagnia aerea Itavia dal Principe Giovanni Battista Caracciolo.

Una settimana dopo dall'incidente di Ustica del 27 giugno 1980, nella seduta al senato del 3 luglio[2], tutte le forze politiche — tranne l'MSI — con una mozione comune, chiesero e ottennero, nel dicembre, la revoca delle concessioni di volo all'Itavia; successivamente la compagnia venne chiusa e messa in liquidazione e alcune delle tratte aeree gestite, passarono all'Alitalia[3][4]. Già dopo pochi mesi dalla sciagura, Davanzali, ritenne che la causa dell'incidente fosse da attribuire al lancio di un missile contro il velivolo. Scrisse una lettera all'allora Ministro dei trasporti Formica per ribadire le sue convinzioni[5].

Negli anni a seguire, spese tutte le sue risorse per difendersi dalle accuse di scarsa manutenzione dei suoi velivoli. Morì nel 2005, ad 83 anni, nell'ospedale di Loreto, affetto dalla malattia di Parkinson e in indigenti condizioni economiche[6].

Nel maggio 2018, la Cassazione ha sancito l'obbligo per i Ministeri delle Infrastrutture e della Difesa di risarcire la ex-compagnia aerea fallita dopo l'abbattimento del DC-9 caduto in mare il 27 giugno 1980. La principale motivazione della sentenza fu: “Omessa attività di controllo e sorveglianza della complessa e pericolosa situazione venutasi a creare nei cieli di Ustica”[7].

Onorificenze modifica

«Dopo aver partecipato appena ventenne alla guerra partigiana si laureò in Giurisprudenza e si specializzò in Diritto della Navigazione. Al termine degli studi assunse la guida dell'impresa ""Cesare Davanzali e C."" di Ancona impegnata in lavori edili e portuali ed anche nella assistenza alle navi e nei salvataggi marittimi. Allargando il proprio campo di azione, assunse interesse nel campo turistico ed alberghiero giungendo infine alla guida della compagnia di navigazione aerea "ITAVIA" della quale è attualmente Presidente e Amministratore Delegato. L'Itavia, che ha oggi oltre 850 dipendenti, esercisce con moderni aviogetti una rete che copre l'intero territorio nazionale ed è la più importante compagnia aerea italiana a capitale privato. Aldo Davanzali è anche Presidente della società alberghiera ""Costa Tiziana S.p.A."" di Crotone ed è Amministratore Unico della SADAR di Ancona (rimorchi portuali, marittimi e salvataggi), della ADAMAR (International Offshore Service) e della "Industria Costruzioni Opere Pubbliche" con sede a L'Aquila. È inoltre Consigliere della Unione Nazionale fra Armatori e Rimorchiatori Marittimi e Portuali e il "Registro Aeronautico Italiano".»
— 1974[8]

Note modifica

  1. ^ Ustica, fu un missile come disse nostro padre Ora lo Stato paghi, in La Stampa, 1º novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2013).
  2. ^ 148" SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO GIOVEDì 3 LUGLIO 1980 (Pomeridiana) (PDF), su senato.it, pp. 7883-7884.
  3. ^ Marco Tosatti, I partiti chiedono che all'<<Itavia>> siano revocati i permessi di volare, su archiviolastampa.it, 5 luglio 1980.
  4. ^ Andrea Purgatori, I partiti chiedono di revocare la licenza di volo dell'Itavia, Corriere della Sera, 5 luglio 1980, p. 1.
  5. ^ «Missile ha abbattuto il DC 9 presso Ustica», in La Stampa, 17 dicembre 1980.
  6. ^ Lettere, su ricerca.repubblica.it, 2 giugno 2005.
  7. ^ Ustica, Cassazione: “Ministero Difesa e Infrastrutture devono risarcire Itavia”, su ilfattoquotidiano.it, 22 maggio 2018.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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