Aleksandr Emel'janovič Volinin

ballerino russo

Aleksandr Emel'janovič Volinin (in russo Александр Емельянович Волинин?; Mosca, 4 settembre 1882Parigi, 3 luglio 1955) è stato un ballerino russo.

Aleksandr Emel'janovič Volinin

Biografia

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Aleksandr Volinin nacque e crebbe a Mosca, dove fu allievo di Vasilij Tichomirov. Nel 1901 fu scritturato dal Balletto Bol'šoj, di cui divenne solista; in questa veste danzò molti dei grandi ruoli maschili del repertorio corografati da Marius Petipa e Aleksandr Alekseevič Gorskij.[1]

Nel 1910 Sergej Pavlovič Djagilev lo volle nei suoi Balletti Russi e Volinin danzò per lui in numerose tournée europee, facendo da partner sulle scene a grandi ballerine come Lidija Vasil'evna Lopuchova (1910-1911), Adeline Genée (1912-1913), Lydia Kyakcht (1913) ed Anna Pavlovna Pavlova (1914-1925).[2][3]

Nel 1926 diede l'addio alle scene e fondò una scuola di danza a Parigi, dove annoverò tra i suoi studenti Zizi Jeanmaire, Jean Babilée, Serge Golovine, David Lichine, Michael Somes, Wladimir Skouratoff, Tatiana Riabouchinska, Serge Peretti e George Skibine.[4]

Con l'avanzata nei nazisti in suolo francese nel 1940, si rifugiò a Biarritz, dove continuò ad insegnare fino al 1944. Dopo la liberazione divise il suo tempo tra Biarritz e Parigi, dove morì settantaduenne nel XVII arrondissement nel 1955. È sepolto al Cimitero russo ortodosso di Nostra Signora dell'Assunzione.

  1. ^ (EN) Evdokia Belova e E. Bocharnikova, The great history of Russian ballet, Parkstone International, 30 giugno 2021, ISBN 978-1-64699-963-7. URL consultato il 24 settembre 2022.
  2. ^ Association des amis de l'histoire de Sainte-Geneviève-des-Bois et de ses environ, Russkij nekropol Sent-Ženevʹev-de-Bua, Vulcano Editions, 2008, ISBN 978-2-9524786-1-8, OCLC 494777999. URL consultato il 24 settembre 2022.
  3. ^ (EN) Emily Lowe Gallery, Diaghilev/Cunningham, April 16-May 26, 1974, Emily Lowe Gallery, 1974. URL consultato il 24 settembre 2022.
  4. ^ (EN) Zoë Anderson, The Royal Ballet: 75 Years, Faber & Faber, 17 febbraio 2011, ISBN 978-0-571-26090-4. URL consultato il 24 settembre 2022.

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