Alfa Romeo G1
La G1 è un'autovettura prodotta dall'Alfa Romeo tra il 1921 ed il 1922.
Alfa Romeo G1 | |
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Un'Alfa Romeo G1 | |
Descrizione generale | |
Costruttore | Alfa Romeo |
Tipo principale | Torpedo |
Produzione | dal 1921 al 1922 |
Sostituisce la | ALFA 40-60 HP |
Sostituita da | Alfa Romeo RL |
Esemplari prodotti | 52[senza fonte] |
Altre caratteristiche | |
Dimensioni e massa | |
Lunghezza | 4494 mm |
Larghezza | 1445 mm |
Passo | 3400 mm |
Massa | 1500 kg |
Altro | |
Assemblaggio | Stabilimento del Portello, Milano |
Progetto | Giuseppe Merosi |
Il contesto
modificaLa vettura fu progettata da Giuseppe Merosi durante la disputa legale occorsa con Nicola Romeo. Merosi concepì il modello come evoluzione lussuosa della prebellica 24 HP e della 40-60 HP. Quest'ultima era diventata infatti obsoleta e quindi l'offerta dell'Alfa Romeo necessitava di un modello d'alto livello completamente nuovo.[1] La G1, per le sue dimensioni imponenti, era la più grande Alfa Romeo mai costruita fino ad allora.[1][2] Per poter ambire al mercato che - in quegli anni - era dominato dalla Rolls-Royce, la G1 venne dotata di un telaio più lungo e più rigido di quello dei modelli precedenti.
Storia
modificaLa G1, però, non aveva mercato in Italia anche a causa dell'imposizione fiscale elevata che, essendo calcolata in funzione della cilindrata, penalizzava i modelli con motore di grande cilindrata.[1] Anche a causa dei forti e continui rincari della benzina che penalizzavano le vetture con cilindrata elevata, la produzione fu limitata a soli 52 esemplari. Di questi, due furono prototipi, ed i 50 costosi modelli prodotti in serie, non trovando acquirenti in Italia, presero la via dell'Australia. Per questo motivo, il modello che doveva sostituire la G1, l'Alfa Romeo G2, si fermò allo stadio di progetto e non venne mai prodotto. L'unico esemplare di G1 che è sopravvissuto al XXI secolo si trova in Nuova Zelanda.
Caratteristiche tecniche
modificaEscludendo l'auto da competizione Grand Prix, la G1 fu la prima Alfa Romeo ad essere dotata di un propulsore a sei cilindri in linea. Tale motore aveva una cilindrata di 6.567 cm³ e produceva una potenza di 65 CV di potenza a 1.750 giri. Il propulsore fu in seguito rielaborato. Dopo l'aggiornamento la cilindrata diminuì a 6.330 cm³ a fronte di un aumento della potenza a 70 CV. La coppia, dopo la revisione, aumentò fino a toccare i 293 N•m. Questo motore permetteva al modello di raggiungere una velocità massima di 120 km/h.
Le competizioni
modificaLa vettura ebbe installato anche un motore ad alte prestazioni per le competizioni che le permise di vincere una Coppa del Garda. A parte questo alloro, il modello ebbe un successo limitato nelle gare.
Caratteristiche tecniche
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Note
modifica- ^ a b c Owen, 1985, pag. 16.
- ^ Sannia, 2010, pag. 27.
- ^ Annuario Automobilistico 1921-22, pagina 261, su Biblioteca Digitale ACI. URL consultato il 15 settembre 2020.
Bibliografia
modifica- Gianluca Pellegrini (a cura di), Enciclopedia dell'auto - Quattroruote, Rozzano, Editoriale Domus, 2003.
- Alessandro Sannia, Alfa Romeo - 100 anni di leggenda, Milano, Gribaudo, 2010, ISBN 978-88-7906-972-4.
- Maurizio Tabucchi, Alfa Romeo 1910 - 2010, Milano, Giorgio Nada Editore, 2010, ISBN 978-88-7911-502-5.
- David Owen, Grandi Marche - Alfa Romeo, Milano, Edizioni Acanthus, 1985, ISBN non esistente.
- (EN) Griffith Borgeson, The Alfa Romeo Tradition, Somerset, Haynes (Foulis) Publishing Group Ltd, 1990, ISBN 0-85429-875-4.
Altri progetti
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