Amenemhat III con Corona bianca (AEIN 924)


La testa di re Amenemhat III con la Corona bianca (AEIN 924), conservata alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen, è ritenuta uno dei capolavori della scultura del Medio Regno dell'antico Egitto[1].

Amenemhat III con Corona bianca (AEIN 924)
Autoresconosciuto
Dataseconda metà del XIX secolo a.C.
Materialegrovacca
Dimensioni46×18,5×25,5 cm
UbicazioneNy Carlsberg Glyptotek, Copenaghen

Amenemhat III (ca. 1846–1801 a.C.) fu l'ultimo faraone di rilievo della XII dinastia egizia e regnò per circa quarantacinque anni. Già sotto il suo predecessore, il glorioso Sesostri III, la statuaria regale aveva conosciuto sensibili cambiamenti: il sovrano veniva ritratto in differenti età (già in questo differiva dalle effigi idealizzate e senza età dei precedenti re), e nelle figurazioni dove appariva più anziano, in particolare, presentava un'espressione estremamente triste o pesantemente amareggiata: gli occhi sporgevano dalle orbite contornate da rughe e occhiaie, la bocca e le labbra avevano assunto una piega decisamente malinconica, le orecchie erano enormi e prominenti; in netto contrasto con il realismo quasi esagerato e i segni dell'età del viso e della testa, il resto del corpo veniva scolpito come giovane, muscoloso e idealizzato, seguendo i canoni tradizionali della statuaria faraonica[2][3]. È questo il modello ereditato dal figlio Amenemhat III, del quale esistono ritratti sia in giovane che in tarda età.

Questa testa di Amenemhat III, in grovacca, si trova alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen con la sigla d'inventario ÆIN 924. Il reperto, alto 46 centimetri, fu acquistato nel 1894 al Cairo da Valdemar Schmidt, curatore emerito della collezione egizia del Museo, per 2000 franchi; non si sa dove la testa sia stata originariamente scoperta, ma faceva quasi sicuramente parte di una statua del re a figura intera[4]. Parte della corona è mancante, così come il naso e parte delle orecchie. Il faraone indossa la Corona bianca (hedjet) dell'Alto Egitto e non v'è traccia dell'ureo sulla fronte, né della tipica barba posticcia (tipici, del resto, della statuaria regale)[1]. La pietra è levigata e liscia[1]. Le sopracciglia non sono mai state realizzate, la bocca è ampia, le pieghe nasolabiali e palpebrali lavorate con estrema cura. Una datazione alternativa non ascrive la Testa al regno di Amenemhat III (XIX secolo a.C.), ma al Periodo tardo dell'Egitto (VIIIV secolo a.C.), epoca nella quale furono copiate numerose opere del Medio Regno; tuttavia, la maggioranza degli egittologi concorda nell'attribuirla agli anni di Amenemhat III[4].

Note modifica

  1. ^ a b c Head of a Statue of Amenemhat III Wearing the White Crown | Middle Kingdom | The Met, su The Metropolitan Museum of Art, i.e. The Met Museum. URL consultato il 16 giugno 2017.
  2. ^ Freed 2010, pp. 900-2.
  3. ^ Robins 1997, p. 113.
  4. ^ a b Oppenheim 2015, pp. 84–5; n°27.

Bibliografia modifica

  • Rita E. Freed, Sculpture of the Middle Kingdom, in Alan B. Lloyd: A companion to Ancient Egypt, Vol. 2, Wiley-Blackwell, 2010, ISBN 978-1405155984.
  • Adela Oppenheim, Head of a Statue of Amenemhat III Wearing the White Crown, in Adela Oppenheim, Dorothea Arnold, Dieter Arnold, Kei Yamamoto: Ancient Egypt Transformed, The Middle Kingdom, New York, 2015, ISBN 978-1-58839-564-1.
  • Gay Robins, The Art of Ancient Egypt, Londra, British Museum Press, 1997, ISBN 0714109886.