Amikiri (網剪) è uno yōkai giapponese raffigurato nello Gazu Hyakki Yagyō di Toriyama Sekien.[1]

"Amikiri" (網切) dal Gazu Hyakki Yagyō

Aspetto modifica

Si presenta come un ibrido tra un serpente, un uccello e un'aragosta. Ha delle chele simile a quelle di uno scorpione o di un granchio, ma il loro fine è sconosciuto in quanto il testo lo specifica.[2]Molti degli yōkai presenti nel Gazu hyakki yagyō erano già stati rappresentati in opere precedenti, come nell' Hyakkai Zukan, ed è quindi plausibile supporre che l'amikiri non sia altro che il kamikiri.[2][3]Quest'ultimo era solito tagliare con le sue chele le reti dei pescatori, meritandosi il titolo presso i locali di peste.

In diversi scritti del periodo Shōwa e del periodo Heisei, l'amikiri è descritto come una creatura soprannaturale che danneggia zanzariere e maglie.[4][5][6]

Leggenda modifica

Nel libro Tōhoku Kaidan no Tabi dell'autore Norio Yamada, c'è una storia ambientata in un piccolo villaggio di pescatori nella regione di Shōnai, dove un Amikiri tormentava i paesani tagliando le reti per la pesca di giorno e le zanzariere di notte.[7]Ma, non essendoci racconti popolari simili in quella regione, la leggenda dell'Amikiri è probabilmente solo un'invenzione dello scrittore.[1]

Buddismo modifica

Tra i dodici segni dello zodiaco presenti nel Mandala delle stelle (星曼荼羅), lo Scorpione è spesso raffigurato come una creatura simile a un gamberetto.

Note modifica

  1. ^ a b Murakami, Kenji, 1968- e 村上健司, 1968-, Yōkai jiten, Mainichi Shinbunsha, 2000, ISBN 4-620-31428-5, OCLC 45026652. URL consultato l'8 novembre 2020.
  2. ^ a b Toriyama, Sekien, 1712-1788., 鳥山石燕, 1712-1788 e Tanaka, Naohi, 1944-, Gazu hyakki yagyō, Shohan, Kokusho Kankōkai, (2010 printing), ISBN 978-4-336-03386-4, OCLC 30764522. URL consultato l'8 novembre 2020.
  3. ^ Kyōgoku, Natsuhiko, 1963- e 京極夏彦, 1963-, Yōkai zukan, Shohan, Kokusho Kankōkai, (2009 printing), ISBN 978-4-336-04187-6, OCLC 45333269. URL consultato l'8 novembre 2020.
  4. ^ Karl Blau, Chauffeurkurs, Springer Berlin Heidelberg, 1929, pp. 83–83, ISBN 978-3-662-27770-6. URL consultato l'8 novembre 2020.
  5. ^ Mizuki, Shigeru. e 水木しげる., Nihon yōkai taizen : yōkai anoyo kamisama, Kōdansha, 2014, ISBN 978-4-06-277602-8, OCLC 870629726. URL consultato l'8 novembre 2020.
  6. ^ Kusano, Takumi, 1956-, Shibuya, Yūji, 1959- e 草野, 巧, 1956-, Gensō dōbutsu jiten, 新紀元社, 1997, ISBN 4-88317-283-X, OCLC 675909434. URL consultato l'8 novembre 2020.
  7. ^ Ahlam Lee, 20200123, in NCID Currents, vol. 1, n. 1, 18 novembre 2019, DOI:10.3998/currents.17387731.0001.103. URL consultato l'8 novembre 2020.

Voci correlate modifica