Amyda è un genere della famiglia Trionychidae. Il genere è stato a lungo considerato monotipico.

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Amyda
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Testudines
Famiglia Trionychidae
Genere Amyda
Boddaert, 1770
Specie
  • Amyda cartilaginea
  • Amyda ornata
  • Amyda gregaria

Descrizione modifica

Le tartarughe più grandi del genere Amyda hanno una lunghezza del carapace fino a 85 centimetri e un peso di oltre 65 chilogrammi. I maschi hanno code più lunghe e pesanti rispetto alle femmine. La colorazione varia considerevolmente.

Distribuzione e Habitat modifica

L'areale del genere va dall'estremo nord-est dell'India (compresi Mizoram[1] e Assam) e del Bangladesh verso Birmania, Laos e Vietnam fino ad arrivare in Thailandia, Cambogia, Malesia, Singapore, Brunei e Indonesia (Sumatra, Bali, Giava e Borneo). Il genere è stato introdotto dall'uomo nell'isola Sulawesi,[2] nelle Molucche e nelle Piccole Isole della Sonda, così come nello Yunnan e ad Hong Kong.

Le tartarughe di questo genere si trovano in habitat acquatici, che vanno dai torrenti di montagna fino ai laghetti e ai sistemi di drenaggio agricolo. Gli esemplari sono più comuni da trovare in acque stagnanti come paludi e stagni.

Biologia modifica

Le tartarughe del genere Amyda sono onnivori opportunisti ma prediligono cibi come cozze, lumache, pesci e gamberetti.

I predatori di queste tartarughe includono lontre e tigri indiane. Anche l'uomo consuma queste specie.

Le femmine depongono più volte all'anno, con la maggior parte dei nidi realizzati durante la stagione secca. Una covata contiene da tre a 28 uova che hanno un diametro di circa 30-40 millimetri. Il periodo di incubazione può variare da due a quattro mesi e mezzo.

Tassonomia modifica

 
Amyda gregaria

Note modifica

  1. ^ Tortoises and Turtles of Northeast India: Saving them from Extinction! (PDF), su conservationleadershipprogramme.org.
  2. ^ Wayback Machine (PDF), su web.archive.org. URL consultato il 2 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).

Bibliografia modifica

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