Aronne (film)

film documentario del 1983 diretto da Fabio Del Bravo

Aronne è un film del 1983 diretto da Fabio Del Bravo. È stato il primo classificato alla Rassegna del Film Neorealista Giovanile di Avellino nel 1983 e ha vinto l'Airone d'Argento alla Rassegna del Cinema Resistenza e Pace di Fano nel 1984.

Aronne
Titolo originaleAronne
Paese di produzioneItalia
Anno1983
Durata85 min
Generedocumentario, storico, drammatico
RegiaFabio Del Bravo
Montaggio,
Interpreti e personaggi

Il film fu girato con mezzi di fortuna e aiuti volontari della gente del luogo e diversi abitanti di Bagno a Ripoli (FI), per protagonisti furono anche volontari gli stessi sopravvissuti all'eccidio nazista e cittadini della zona, in particolare la sorella di Aronne Giuseppina Cavicchi.

Lo stesso tema della Resistenza fu affrontato dallo stesso regista e nello stesso modo realista nei film La stagione delle stelle del 1987 e Le ciliegie sono mature, girato nei dintorni del paese di Santa Sofia, in Romagna, nel 1989.

Trama modifica

Il film racconta un episodio della seconda guerra mondiale accaduto in Toscana. Il protagonista è un ragazzo, Aronne Cavicchi, che faceva il pecoraio sui monti del Chianti fiorentino; il ragazzo abitava con la famiglia in un casolare isolato tra prati e boschi e lontano dai centri abitati sui monti del Chianti in località Pian dell'Albero, una frazione vicino a Incisa in provincia di Firenze

Il 20 giugno 1944 la casa colonica della famiglia Cavicchi fu assalita all'improvviso da un comando tedesco a causa di spiate di alcuni fascisti, gli abitanti della casa furono colti di sorpresa, e i soldati uccisero immediatamente tutti coloro che si trovavano lì e in particolare nel fienile della casa; vi erano molti ragazzi giovanissimi fuggiti dalle città per evitare le barbarie dei fascisti e i rastrellamenti dei tedeschi.

Il rastrellamento che seguì l'incursione tedesca, coinvolse anche alcuni componenti della famiglia fra cui il nonno che fu trasportato e ucciso nel porcile in mezzo ai maiali; altri furono trucidati con alcuni partigiani nell'aia della casa, mentre Aronne e il babbo furono trasportati assieme a 19 giovani civili. Durante il cammino forzato ci fu anche uno scontro a fuoco fra paracadutisti tedeschi e un gruppo di partigiani della brigata Sinigallia; ciò nonostante il giovanissimo Aronne e gli altri furono portati alla fattoria del Palagio (oggi abitazione di un famoso artista) e dopo un "processo farsa" in cui l'accusa principale era di aver fatto una scelta sbagliata per non essere componenti delle schiere fasciste, furono impiccati agli alberi; il padre fu costretto ad assistere all'impiccagione del giovane figlio Aronne, primo tra tutti ad essere ucciso. A nulla valse la difesa di Aronne a favore del padre che spiegava ai nazisti tedeschi di essere dei semplici contadini e che non avevano mai ucciso nessuno e che anche per questo non voleva allontanarsi e lasciare lì suo padre.

La brigata partigiana Sinigallia adottò come propria mascotte il nome di Aronne rappresentato da una bandiera che fu la prima ad attraversare il fiume Arno e sventolare nel centro della città di Firenze liberata dagli oppressori nazisti e fascisti dai partigiani.

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