Arturo Galuppi (Bologna, 1922Campagna italiana di Grecia, 7 aprile 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Arturo Galuppi
NascitaBologna, 1922
MorteCampagna italiana di Grecia, 7 aprile 1941
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataMilizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
Reparto72ª Legione CC. NN. d'assalto
Anni di servizio1940 - 1941
GradoCamicia Nera
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1942) [1]
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Biografia modifica

Nacque a Bologna nel 1922, figlio di Ivo.[2] Lavorava come elettricista quando, ottenuto il consenso paterno, si arruolava volontario a poco più di diciotto anni nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale assegnato alla 72ª compagnia mitraglieri della 72ª Legione CC.NN. d'assalto.[2] Successivamente partì per l'Albania, sbarcando a Durazzo il 6 marzo 1941.[2] Cadde in combattimento a Kungullit il 7 aprile 1941, durante le fasi finali della campagna italiana di Grecia.[2] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Onorificenze modifica

«Giovanissimo figlio del popolo, si arruolava, superando ogni difficoltà in un reparto camicie nere d’assalto. Primo porta munizioni di una squadra mitraglieri, si prodigava oltre ogni limite, con magnifico sprezzo del pericolo, per alimentare la propria arma, durante aspra lotta per la difesa di una importante posizione e sotto violento fuoco nemico. Caduto il porta arma tiratore, lo sostituiva di propria iniziativa e calmo e sereno, falciava con fuoco micidiale l’avversario incalzante, superiore per numero e per mezzi. Ferito da una scheggia di bomba, rifiutava ogni soccorso e rimaneva ferito al suo posto di combattimento. Esaurite le munizioni, piuttosto che sfuggire all’accerchiamento del nemico che ormai cingeva da presso la posizione, continuava ad animare con l’esempio e con le parole i pochi legionari superstiti, difendendosi imperterrito con bombe e pugnale. Più volte colpito, cadeva morente e, in supremo anelito, si avvolgeva al polso un drappo nero recante il motto: « La mitragliatrice non la lascio, preferisco morire ». Raggiunta l’arma, vi cadeva sopra abbracciandola e stringendo in pugno l’ultima bomba che la morte gli aveva impedito di lanciare contro il nemico. Caposaidino - Kungullit (Fronte greco), 7 aprile 1941[4]»
— Regio Decreto 8 giugno 1942.[5]

Note modifica

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.640.
  2. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  3. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.243 del 17 ottobre 1942, pag.4309.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 16 luglio 1942, registro 25 guerra, foglio 218.

Bibliografia modifica

  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 670.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica