Arnolino

condottiero normanno
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Arnolino (nelle fonti anche Attolino; Normandia, intorno al 1020 – Lavello, intorno al 1059) è stato un cavaliere medievale normanno che giunse nel territorio del Vulture-Melfese attorno al 1035, al seguito degli Altavilla.

Arnolino
SoprannomeAttolino
NascitaNormandia, intorno al 1020
MorteLavello, intorno al 1059
Dati militari
Paese servitoFrancia
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Biografia modifica

Arnolino faceva parte del gruppo di condottieri che, al principio del 1043, partecipa al parlamento generale dei baroni Longobardi e Normanni indetto a Melfi da Guaimario V, principe Longobardo di Salerno, da Rainulfo Drengot, Conte di Aversa, e da Guglielmo I d'Altavilla. Tutti offrono un omaggio come vassalli a Guaimario, che riconosce a Guglielmo I d'Altavilla il primo titolo di Conte di Puglia.

Nasce, così, il nuovo Stato normanno denominato Contea di Puglia, un territorio non omogeneo, acquisito dal clan Altavilla a "macchia di leopardo". L'intera area viene suddivisa in dodici baronie, costituite a beneficio dei capi normanni e assegnate nei territori di Capitanata, Apulia e Irpinia, fino al Vulture-Melfese; in effetti Melfi, città che rimane al di fuori dalla spartizione, diviene sede della contea. Il centro di Melfi è diviso in dodici quartieri, in ognuno dei quali ciascun conte possiede un palazzo e controlla un settore dell'abitato. Il sovrano attribuisce i feudi secondo il rango e il merito e ognuno dei condottieri si dedicherà alla conquista di quanto concessogli.

Secondo le cronache di Amato di Montecassino e di Leone Marsicano, Arnolino diventò signore di Lavello[1].

Sotto il conte Arnolino, (i Normanni) ampliarono e ripararono la cattedrale e la dotarono di una cinta muraria, perché da quel periodo in poi viene indicata con il termine di castrum Labelli[2]; inoltre, i Normanni tendono a far coincidere la riorganizzazione religiosa con la giurisdizione amministrativa: Lavello, infatti, è sede vescovile e dipende dall'arcivescovo di Canosa[3].

Note modifica

  1. ^ Amato di Montecassino, L'Ystoire de li Normant, II, 31; Leone Marsicano, Chronica monasterii Casinensis, p. 676.
  2. ^ Corrado Beguinot, Il Vulture - Ritratto di un ambiente, Napoli 1960, vol. III, p. 218.
  3. ^ R. Licinio, Castelli medievali. Puglia e Basilicata, Bari, Dedalo, 1994, pp. 34, 38.

Bibliografia modifica

  • Amato di Montecassino, L'Ystoire de li Normant, Paris, Renouard, 1835.
  • Leone Marsicano, Chronica monasterii Casinensis, a cura di F. Aceto e V. Lucherini, Milano, JacaBook, 2001.
  • R. Licinio, Castelli medievali. Puglia e Basilicata, Bari, Dedalo, 1994.
  • Antonio Di Chicco, Storia di Lavello dalle origini al Medioevo, Lavello, s.e., 1998.

Voci correlate modifica