Aulo Gabinio Secondo (console 43)

Aulo Gabinio Secondo (in latino: Aulus Gabinius Secundus; 10 circa – dopo il 43) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Aulo Gabinio Secondo
Console dell'Impero romano
Nome originaleAulus Gabinius Secundus
Nascita10 circa
Mortedopo il 43
FigliQuinto Asconio Gabinio Modesto? o Gabinia?
GensGabinia
PadreAulo Gabinio Secondo
Consolatoagosto-settembre 43 (suffetto)

Biografia

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Secondo apparteneva alla gens Gabinia, di origine forse campana[1][2][3][4][5] e già nota in età repubblicana[6], avendo prodotto un console nella figura del pompeiano Aulo Gabinio, che ricoprì la massima carica romana nel 58 a.C.[7] Il legame con i Gabinii repubblicani e quelli di età imperiale non è però chiaro, e incerta è persino la possibilità di una continuità gentilizia[4]. Padre di Secondo fu, con ogni probabilità, l'omonimo Aulo Gabinio Secondo[8], console suffetto nel 35[9][10] e legatus Augusti pro praetore in Germania inferiore, le cui vittorie contro i Cauci e il recupero dell'ultimo vessillo rubato da Arminio a Publio Quintilio Varo durante la battaglia di Teutoburgo del 9 portarono, insieme ai coevi successi di Galba in Germania superiore, al conferimento della seconda e terza salutatio imperatoria per Claudio e alla concessione dell'agnomen Chaucius al suo legato Secondo[11][12].

Della carriera di Secondo figlio, invece, non molto è noto, anche se il suo rapido avanzamento dovette essere senza dubbio promosso dai successi del padre[4][13]: l'unico incarico noto è il suo consolato[14][15][16], ricoperto come suffetto tra agosto e settembre del 43[4] insieme ad un console finora ignoto (forse Pompeo Pedone o Publio Anteio Rufo o Gaio Calpurnio Pisone o Publio Ostorio Scapula[17]) e in sostituzione di Sesto Palpellio Istro e Lucio Pedanio Secondo[4].

Dopo il suo consolato, Secondo scompare dalla storia. Non è infine chiara la parentela dei due Gabinii Secundi con il proconsole di rango pretorio e prefetto dell'erario di Saturno Quinto Asconio Gabinio Modesto: considerato l'ampia datazione dell'iscrizione[18] che ne attesta esistenza e incarichi tra 56 e 95[19], è possibile che egli fosse o un Gabinio - figlio o nipote dei Gabinii Secundi - adottato da un Quinto Asconio (forse il grammaticus Quinto Asconio Pediano)[20] oppure un Quinto Asconio avente come madre una Gabinia - figlia o nipote dei Gabinii Secundi[21].

  1. ^ RE VII.1 (1910), s.v. Gabinius (Münzer), col. 422.
  2. ^ L. Ross Taylor, The Voting Districts of the Roman Republic, Roma 1960, p. 217.
  3. ^ T. P. Wiseman, New Men in the Roman Senate (139 B.C. - A.D. 14), Oxford 1971, p. 4.
  4. ^ a b c d e A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 507-509.
  5. ^ Contraria ad un'origine della zona di Capua e Cales degli Auli Gabinii è invece M. Cébeillac-Gervasoni, Ascesa al senato e rapporti con i territori d'origine. Italia: Regio I (Campania: la zona di Capua e Cales), in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp. 59-99, in particolare p. 85.
  6. ^ Tra gli Auli Gabinii, v. il tribuno della plebe del 139 a.C. (T. R. S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, I, New York 1951, p. 482, e Aulo Gabinio (trib. pl. 139 a.C.) su Digital Prosopography of the Roman Republic, su romanrepublic.ac.uk.), il questore del 101 a.C. e padre del console (T. R. S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, I, New York 1951, p. 572 e Aulo Gabinio (quaest. 101 a.C.) in Digital Prosopography of the Roman Republic, su romanrepublic.ac.uk. ), il legato defunto nella guerra sociale (T. R. S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, New York 1952, p. 36 e Aulo Gabinio (leg. 89 a.C.) in Digital Prosopography of the Roman Republic, su romanrepublic.ac.uk.), e il legato sillano (T. R. S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, New York 1952, p. 78, e Aulo Gabinio (legato 81 a.C.) in Digital Prosopography of the Roman Republic, su romanrepublic.ac.uk.)
  7. ^ T. R. S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, New York 1952, p. 193 e Aulo Gabinio (cos. 58 a.C.) in Digital Prosopography of the Roman Republic, su romanrepublic.ac.uk.
  8. ^ Riconosciuto in origine come Publio sulla base di un passo di Cassio Dione (Storia Romana, LX, 8, 7; Dione non è estraneo a scambi erronei di praenomina: cfr. la confusione sul prefetto d'Egitto Publio Petronio chiamato da Dione, Storia Romana, LIV, 5, 4, Gaio Petronio [cfr. R. S. Bagnall, Publius Petronius, Augustan Prefect of Egypt, inYale Classical Studies 28, 1985, pp. 85-93]; nel medesimo passo del libro LX, inoltre, Dione sbaglia nel riportare la denominazione della tribù germanica sconfitta da Secondo: cfr. Svetonio, Vita di Claudio, XXIV, 3), solo un recente ritrovamento di una delle tavolette pompeiane dell'archivio dei Sulpicii (TPSulp 50 = AE 1974, 271) ha permesso di correggere l'erronea convinzione dionea della dottrina in Aulo (G. Camodeca, Novità sui fasti consolari delle tavolette cerate della Campania, in Epigrafia. Actes du colloque international d'épigraphie latine en mémoire de Attilio Degrassi pour le centenaire de sa naissance. Actes de colloque de Rome (27-28 mai 1988), Rome 1991, pp. 45-74, in particolare pp. 46-48), e così di correggere la parentela tra i due Gabinii Secundi, prima considerati fratelli (cfr. ad esempio PIR2 G 8-9 [Groag, 1952], e ancora W. Eck, Die Statthalter der germanischen Provinzen vom 1.-3. Jahrhundert, Bonn 1985, pp. 114-115).
  9. ^ TPSulp 50 = AE 1974, 271.
  10. ^ Fasti Ostienses, frgm. Cg (Vidman).
  11. ^ Svetonio, Vita di Claudio, XXIV, 3.
  12. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LX, 8, 7.
  13. ^ G. Camodeca, Novità sui fasti consolari delle tavolette cerate della Campania, in Epigrafia. Actes du colloque international d'épigraphie latine en mémoire de Attilio Degrassi pour le centenaire de sa naissance. Actes de colloque de Rome (27-28 mai 1988), Rome 1991, pp. 45-74, in particolare pp. 46-48.
  14. ^ CIL X, 4881.
  15. ^ CIL III, 6983.
  16. ^ Fasti Potentini (AE 1975, 366).
  17. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 414-419.
  18. ^ CIL V, 2820.
  19. ^ G. Alföldy, in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, p. 338.
  20. ^ M. Corbier, L'aerarium saturni et l'aerarium militare. Administration et prosopographie sénatoriale, Rome 1974, pp. 110-111.
  21. ^ R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, p. 379.

Bibliografia

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  • A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 507-509.