Automotrice SNFT An 70.231

L'Automotrice SNFT An 70.231, nota anche come Faruk o FIAT L103, fu un esemplare unico di automotrice a nafta, impiegato dalla Società Nazionale Ferrovie e Tramvie (SNFT) per l'espletamento di servizi locali sulla Brescia–Iseo–Edolo e sulla Iseo–Rovato.

An 70.231
Fiat A 103
Automotrice
L'automotrice forografata ad Iseo nel 1986
Anni di costruzione 1944-1945
Anni di esercizio 1958-78
Quantità prodotta 1
Costruttore FIAT
Dimensioni 26 000 x 2660 x 3945 mm
Capacità 70
Scartamento 1435 mm
Interperno 15 800 mm
Passo dei carrelli 3 000 mm
Massa vuoto 34,6 Mg
Rodiggio (1A)(A1)
Tipo di trasmissione meccanica
Potenza di taratura 2 x 136 kW
Velocità massima omologata 83 km/h
Alimentazione nafta
Tipo di motore Fiat 700
Dati tratti da:
Bicchierai (1992), pp. 36-37; Santanera (1997), pp. 51-52

Storia modifica

L'automotrice è il prototipo L103 realizzato tra il 1944 e il 1945 dall'Ufficio Tecnico Automotrici Ferroviarie Sperimentali della FIAT[1]. L'esemplare fu costruito con cassa in alluminio ed equipaggiato dall'origine con due motori orizzontali FIAT tipo 700[2][3].

La SNFT acquistò il modello che le fu consegnato dalla Fiat nel 1957[4] ed entrò in servizio regolare il 17 aprile dell'anno seguente come An 70.231, ovvero Automotrice a nafta da settanta posti. Le maestranze del deposito di Iseo le attribuirono invece il soprannome di Faruk a causa della sua somiglianza con l'automotrice doppia consegnata dalla Fiat al re d'Egitto nel 1951[2].

L'ingresso nel parco rotabili dell'impresa ferroviaria fu permesso con la limitazione di velocità a 60 km/h e il divieto del traino di rimorchi. A partire dal 21 aprile 1959 le restrizioni furono eliminate e l'automotrice fu impiegata nelle relazioni BresciaBreno e IseoRovato Borgo con qualche raro servizio fino a Edolo[2].

A metà degli anni settanta fu ritirata dal servizio regolare a causa di alcune noie ai motori che non poterono essere risolte per mancanza di ricambi. Fu impiegata per servizi di manovra fino al 1978, quando fu accantonata definitivamente[2]. Fu demolita verso la fine degli anni novanta.

Tecnica modifica

La cassa dell'automotrice era di tipo portante ed in lega leggera ad andamento ondulare al fine di aumentarne la resistenza. Essa poggiava su due carrelli in lamiera d'acciaio saldata elettricamente i quali disponevano di due tipi di sospensione: la primaria, con molle ad elica, e quella secondaria, con molle a balestra longitudinali[2].

Entrambi i carrelli erano dotati di motori diesel Fiat 700 orizzontali a 6 cilindri in linea a quattro tempi che erogavano ciascuno una potenza di 136 kW. La trasmissione era meccanica con cambio a cinque marce; la velocità massima era di 83 km/h. Il freno era di tipo Westinghouse[5].

L'interno, riscaldato da una caldaia Webasto, era dotato di otto posti in prima classe, cinquantasei in seconda e sei strapuntini[6]..

In origine, la livrea era bianca con imperiale rosso e due fasce sopra e sotto la finestratura, anch'esse di colore rosso. In seguito, essa fu unificata allo standard vigente sulle automotrici della SNFT con cassa in giallo marte e fascia dei finestrini in beige azalea[7].

Note modifica

  1. ^ Santanera (1997), p. 51.
  2. ^ a b c d e Bicchierai (1992), p. 36.
  3. ^ Santanera (1997), p. 52.
  4. ^ Bicchierai (1992), p. 19.
  5. ^ Bicchierai (1992), pp. 36-37.
  6. ^ Bicchierai (1992), p. 37.
  7. ^ Bicchierai (1992), p. 19 e p. 37.

Bibliografia modifica

  • Mario Bicchierai, Quel treno in Valcamonica - La Brescia-Iseo-Edolo e le sue diramazioni, in Mondo ferroviario, vol. 67, gennaio 1992, pp. 33-36.
  • Oreste Santanera, I Treni Fiat. Ottant'anni di contributo Fiat alla tecnica ferroviaria, Milano, Automobilia, 1997, ISBN 88-7960-045-1.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Trasporti: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di trasporti