Ayşe Sultan (Haseki di Osman II)

haseki del sultano Osman II

Ayşe Sultan (turco ottomano: عایشه سلطان, "femminile"; ... – Costantinopoli, 1640) è stata una consorte e, presumibilmente, l'Haseki Sultan del sultano ottomano Osman II.

Ayşe Sultan
Haseki Sultan dell'Impero ottomano
In carica1619 –
20 maggio 1622
PredecessoreKösem Sultan
SuccessoreAyşe Sultan
MorteEski Saray, Costantinopoli, 1640
DinastiaOttomana
Consorte diOsman II
ReligioneIslam sunnita (per conversione)

Biografia

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Di origini ignote, comparve nell'harem di Osman II nel 1619[1], divenendone inizialmente una delle favorite[2][3][4]. Secondo alcuni storici, le venne conferito il titolo di Haseki Sultan[1][2], mentre secondo altri rimase una semplice concubina[3]. In ogni caso, quale fosse il suo status, Ayşe non riuscì a divenire una figura femminile di spicco all'interno dell'harem, né ad assumere un ruolo politico come le precedenti Haseki: la gestione fu affidata, in mancanza di una Valide Sultan (la madre di Osman, Mahfiruz, era già morta), alla Daye Hatun (balia) di Osman piuttosto che ad Ayşe, e nelle preferenze personali del sultano fu presto sostituita prima da un'altra concubina, Meylişah Hatun, che partorì il primo figlio di Osman, Şehzade Ömer, e poi dalle due mogli legali di Osman, fra cui Akile Hatun[3][4].

Dimenticata e senza figli, quando Osman fu deposto e ucciso a metà del 1622 fu rinchiusa, come da tradizione, nell'Eski Saray, dove morì nel 1640[1][3][4].

  1. ^ a b c (EN) Leslie P. Peirce, The Imperial Harem: Women and Sovereignty in the Ottoman Empire, Oxford University Press, 1993, p. 311, ISBN 978-0-19-508677-5.
  2. ^ a b (EN) Leslie P. Peirce, The Imperial Harem: Women and Sovereignty in the Ottoman Empire, Oxford University Press, 1993, p. 106, ISBN 978-0-19-508677-5.
  3. ^ a b c d (EN) Gabriel Piterberg, An Ottoman Tragedy: History and Historiography at Play, University of California Press, 4 settembre 2003, pp. 18-19, ISBN 978-0-520-93005-6.
  4. ^ a b c Uluçay, M. Çağatay (2011). Padişahların Kadınları e Kızları. Ötüken Neşriyat. p.88