Bellum omnium contra omnes
Bellum omnium contra omnes è una frase latina che letteralmente significa «la guerra di tutti contro tutti»; con essa Thomas Hobbes (1588-1679) descrive lo stato di natura come uno stato di guerra permanente e universale[1]: uno stato in cui, non esistendo alcuna legge, ogni individuo verrebbe mosso dal suo più intimo istinto e cercherebbe di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei propri desideri. Poiché solo la legge può distinguere torto e ragione, in sua assenza esisterebbe solo il diritto di ciascuno su ogni cosa (anche sulla vita altrui). Il prossimo sarebbe visto come un nemico e si vivrebbe una conflittualità perenne.
Ricorrenze negli scritti di Hobbes
modificaHobbes usa il concetto di «guerra di tutti contro tutti» nei capitoli 13, 14 e 24 del Leviatano (1651);[2] nell'originale in lingua inglese:
- warre of every one against every one,[3]
- a warre [...] of every man against every man,[4]
- a perpetuall warre of every man against his neighbour.[5]
Ma l'espressione latina compariva già nel Il cittadino (1642):
Usi successivi
modificaLa frase è stata usata da Karl Marx in diverse occasioni.
- In Sulla questione ebraica (1844):
«[La religione] è divenuta lo spirito della società civile, della sfera dell'egoismo, del bellum omnium contra omnes.[9]»
- In Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica (1857-1858):
«ognuno reciprocamente ostacola l'affermazione dell'interesse dell'altro, sicché invece di una affermazione generale, da questo bellum omnium contra omnes risulta anzi una generale negazione.[10]»
- In una lettera a Friedrich Engels:
«È notevole il fatto che, nelle bestie e nelle piante, Darwin riconosce la sua società inglese con la sua divisione del lavoro, la concorrenza, l'apertura di nuovi mercati, le "invenzioni" e la malthusiana "lotta per l'esistenza". È il bellum omnium contra omnes di Hobbes.[11]»
Anche Friedrich Nietzsche ha usato la frase in Su verità e menzogna in senso extramorale (1873):
«l'uomo, allo stesso tempo per necessità e per noia, vuole esistere in gregge e in società, ha bisogno di un trattato di pace che miri alla scomparsa dal suo mondo almeno del più grossolano bellum omnium contra omnes.[12]»
e in Umano, troppo umano; aforisma 615:
«...Così anche può parlare l'uomo di Stato, quando la gelosia e il sentimento della vendetta, in genere lo stato d'animo del bellum omnium contra omnes, per il quale egli...deve necessariamente avere una forte predisposizione, si insinua...»
Note
modifica- ^ natura, stato di § HOBBES, in Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- ^ Ricorrenze complessive.
- ^ (EN) Capitolo 14.
- ^ (EN) Capitoli 13-14.
- ^ (EN) Capitolo 24.
- ^ (LA) De cive, Praefatio.
- ^ (LA) De cive 1, 12.
- ^ (LA) De cive 1, 13.
- ^ Testo disponibile online su marxists.org.
- ^ Lineamenti fondamentali della critica dell'economia politica, Firenze, La Nuova Italia, 1997, p. 96.
- ^ K. Marx, «Lettera a Friedrich Engels, 18 giugno 1862», in Marx-Engels Werke (MEW) Berlino, Dietz Verlag, vol. XXX; trad. it. in Marx Engels Opere complete, Roma, Editori Riuniti, 1973, vol. XLI (a cura di M. Montinari), p. 279.
- ^ F. Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale, Milano, Adelphi, 2015.
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- Norberto Bobbio, La guerra di tutti contro tutti, testo critico inserito nel volume Leviatano, a cura di Eros Lunani, Roma, Armando Editore, 1997, p. 149. ISBN 88-7144-695-X; ISBN 978-88-7144-695-0