Berto Perotti

germanista, scrittore, esponente della Resistenza italiano

Berto Perotti (Verona, 5 febbraio 1911Verona, 26 giugno 2005) è stato un germanista, scrittore, esponente della Resistenza italiano.

Biografia

modifica

Il padre Arturo impiegato comunale a Verona ma originario di Avezzano era stato schedato nel Casellario politico centrale come antifascista, diffidato e inviato al confino.[1]

Dopo il diploma di maturità nel liceo classico Maffei di Verona si laureò in Lettere all’università di Padova. Anch’egli fu schedato nel Casellario Politico Centrale a partire dal 1935 come comunista.[1] Non potendo insegnare perché privo della tessera del Partito Nazionale Fascista, richiese invano il passaporto per la Francia e per la Svizzera.

Soggiorno in Germania (1937-1943)

modifica

Nel 1937 emigrò in Germania, a Düsseldorf, dove riuscì ad ottenere una cattedra alle scuole Berlitz e cominciò ad insegnare lingua e letteratura italiana. Entrò in contatto con intellettuali e artisti oppositori del nazismo, in particolare con lo scultore e pittore Otto Pankok, esponente di quella che i nazisti considerarono arte degenerata. Perotti fu testimone diretto del pogrom contro gli Ebrei condotto in tutta la Germania nella cosiddetta Notte dei cristalli tra il 9 e il 10 novembre del 1938.

Rientro in Italia e attività nella resistenza (1943-1944)

modifica

Dopo la caduta di Mussolini del 25 luglio 1943 Perotti lasciò Dresda dove si trovava in quel momento e tornò in Italia. Entrò nelle file della Resistenza veronese, partecipando in particolare ad un gruppo di stampa e propaganda clandestina. Perotti teneva i contatti tra il gruppo e il Partito comunista, Guglielmo Bravo procurava i mezzi tecnici e finanziari per la stampa; Giovanni Faccioli fungeva da tipografo e redattore aiutato dalla moglie Nazarena Zagantini; Armando Biancotto aveva acquistato una tipografia; Giulio Sancassani forniva materiale tipografico proveniente da “il Resto del Carlino”. Tutti redigevano il materiale a stampa e in parte lo diffondevano. Il gruppo fu attivo fino ai primi di luglio del 1944, quando Guglielmo Bravo fu arrestato e deportato in Germania insieme agli altri esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale della provincia di Verona. Un nuovo comitato provinciale fu formato alla fine di agosto 1944 e Perotti ne fece parte come rappresentante del Partito comunista.

Arresto e detenzione (1944-1945)

modifica

Fermato ed imprigionato una prima volta a Vercelli nel maggio del 1944, fu arrestato definitivamente a Milano il 6 novembre 1944 dalle SS italiane. Durante le fasi della cattura subì in una sparatoria la perdita di una falange del dito medio della mano sinistra. Fu condotto prima a Monza, dove fu sottoposto ad un duro interrogatorio e poi nel V raggio del carcere di San Vittore. Fu poi trasferito alle celle delle SS nei sotterranei del Palazzo dell'INA a Verona, poi a Forte San Leonardo ed a quello vicino di Forte San Mattia, fino al 14 febbraio 1945. Da Verona fu deportato infine nel blocco “D” del campo di transito di Bolzano dove rimase fino al 1 maggio 1945[2].

Dopoguerra (1945-2005)

modifica

Nel dopoguerra fu assessore all’Assistenza nella giunta comunale di Verona guidata dal sindaco Aldo Fedeli. Uscì dal Partito Comunista dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956. Insegnò fino al 1975 Lingua e letteratura tedesca prima all’istituto Galileo Ferraris di Verona e poi all’Università degli Studi di Verona. Numerose sono le sue pubblicazioni: raccolte di poesie e soprattutto scritti, resoconti e testimonianze su fascismo, nazismo, lotta di liberazione e deportazione.

A Berto Perotti è stata intitolata a Verona la sala conferenze dell’Istituto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in via Cantarane.

Scritti

modifica
  • La rivolta dei brutti, Verona, L’Albero, 1940.
  • Inferriate, Milano, La Quercia, 1948.
  • La canzone dell'adige: liriche, Milano, La Quercia, 1951.
  • Amare soglie: liriche, Milano, La Quercia, 1952.
  • I poveri: liriche, Milano, La Quercia, 1952.
  • Assalto agli Scalzi: contributo alla storia della resistenza nel Veronese, Milano, La Quercia, 1957.
  • La problematica della gioventù tedesca tra letteratura e realtà, Verona, Libreria universitaria, 1972.
  • Tra littorio e svastica: Esperienze dell'altro asse, Firenze, La Nuova Italia, 1970.
  • I problemi dell'ebraismo nella letteratura tedesca, Verona, Libreria universitaria, 1973.
  • La letteratura tedesca dell'esilio, Verona, Libreria universitaria, 1974.
  • L'anno zero della Germania rossa, Bari, Dedalo, 1991.
  • La Notte dei cristalli: l'inizio dell'Olocausto nel racconto di un testimone oculare (9 - 10 novembre 1938), Milano, Mursia, 1995.
  • Clessidra: liriche, Zevio (Verona), Perosini, 1995.
  1. ^ a b Copia archiviata, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 9 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 14 febbraio 2020).
  2. ^ Berto Perotti, Inferriate, Edizioni La Quercia, Milano 1949..

Bibliografia

modifica
  • a cura di Giorgio Mezzalira e Cinzia Villani, "Anche a volerlo raccontare è impossibile". Scritti e testimonianze sul Lager di Bolzano, Bolzano, Circolo culturale ANPI, 1999.

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN9866926 · ISNI (EN0000 0000 2032 0010 · SBN RAVV040465 · LCCN (ENn78096027 · J9U (ENHE987007601413805171