Biblioteca statale Antonio Baldini

biblioteca statale italiana

La Biblioteca statale Antonio Baldini è una biblioteca di Roma, con sede in via di Villa Sacchetti 5, nel quartiere Parioli, che fa parte del Polo Servizio Bibliotecario Nazionale delle Biblioteche pubbliche statali di Roma, assieme alla Biblioteca Universitaria Alessandrina e ad altre cinquanta biblioteche di varia appartenenza.

Biblioteca statale Antonio Baldini
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lazio
Città Roma
IndirizzoVia di Villa Sacchetti, 5
Caratteristiche
TipoBiblioteca pubblica statale di livello non dirigenziale
ISILIT-RM0289
Numero opere120.000 monografie, 300 periodici di cui 130 correnti
StileContemporaneo
ArchitettoFabrizio Bruno
Costruzioneanni Sessanta del XX secolo
Apertura1962
Sito web

Storia modifica

La biblioteca fu istituita nel 1962 dall'Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Scolastiche, e realizzata all'epoca secondo i più avanzati criteri della biblioteconomia. La biblioteca si distingueva negli anni '60 per modernità, funzionalità e aggiornamento delle raccolte. Nel 1977, dopo la soppressione dell'Ente, fu acquisita dallo Stato e destinata a quello che oggi si chiama Ministero della Cultura, allora di recentissima istituzione (1975) assumendo l'attuale denominazione di Biblioteca Statale Antonio Baldini, dallo scrittore e critico letterario Antonio Baldini.

Fin dai suoi inizi la biblioteca Baldini si è istituzionalmente posta come obiettivo prioritario la "amichevolezza" nei confronti dell'utenza, già in tempi in cui questa non era certo dovunque avvertita come un valore. Per questo furono adottate da subito alcune soluzioni biblioteconomiche come la disposizione delle raccolte librarie a scaffale aperto e in ordine classificato (Classificazione decimale Dewey), cioè per materie, al fine di agevolare al massimo il lettore nella ricerca e nella fruizione, e al fine di consentirgli di trovare anche titoli di cui non conosca previamente l'esistenza; nonostante gli spazi al pubblico siano ubicati in posizione leggermente ribassata rispetto alla prospiciente via di villa Sacchetti, grazie alle ampie vetrate venivano garantite la luminosità e l'ariosità delle sale (consentite anche dall'ubicazione favorevole nel verde del quartiere romano dei Parioli e dalla modernità della struttura architettonica); l'arredo delle sale di lettura, fino agli anni `80 comprendeva persino degli angoli - salotto, con tavoli bassi e poltrone, caratteristica questa cui si è dovuto purtroppo rinunciare col tempo, al fine di aumentare i posti disponibili.

Questa "amichevolezza" della struttura e l'importanza della biblioteca per il quartiere in cui è ubicata determinano statistiche di frequenza di notevole significatività: presenze medie giornaliere di 150 persone, con picchi di presenze mensili attorno ai 5000 utenti. Per questo motivo è stato necessario regolamentare l'ingresso e gestire l'utenza con sistemi automatizzati (dall'agosto del 2012 viene utilizzato il sistema Ermes di proprietà della Biblioteca nazionale centrale di Roma).

L'edificio modifica

L'edificio fu progettato dall'architetto Fabrizio Bruno.[1]

Il patrimonio modifica

La raccolta iniziale costituita dall'Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Scolastiche costituisce un nucleo assai significativo nell'ambito dell'intero patrimonio. Comprende testi di base, classici di narrativa e di saggistica indispensabili per una biblioteca di cultura generale. Nel corso degli anni le acquisizioni sono state effettuate nell'ottica di creare un centro di informazione e approfondimento per gli studi universitari e una biblioteca di pubblica lettura al servizio di un ampio bacino di utenza, che storicamente si concentra nel quartiere Parioli e nell'area di Roma Nord. La biblioteca quindi, nel rispetto dei propri fini istituzionali, aggiorna e sviluppa le varie sezioni, cercando di rappresentare ad un buon livello qualitativo l'editoria corrente. Si cerca, inoltre, di esaudire i desiderata degli utenti per quanto riguarda soprattutto l'aggiornamento della manualistica universitaria.

Nel corso degli anni sono state acquisite anche biblioteche private appartenute a eminenti personaggi della cultura. Tra le acquisizioni più significative si segnalano la biblioteca e l'archivio del giornalista e scrittore Paolo Monelli, con annesso fondo fotografico, l'archivio dell'associazione Teatro club, anch'esso con la sua preziosa fototeca, la biblioteca e l'archivio del giornalista e scrittore Gian Gaspare Napolitano.

La biblioteca possiede inoltre il Fondo "Biblioteca Internazionale del fanciullo" (BIF) comprendente oltre 4500 volumi di letteratura per l'infanzia, quasi tutti illustrati, provenienti da 59 paesi di tutto il mondo, in più di 40 lingue. Il fondo è prezioso anche per la sua eterogeneità geografica e linguistica, dato questo che si è certo in grado di apprezzare in modo particolare oggi, in un'epoca votata alla internazionalizzazione e alla multiculturalità. Proprio in considerazione della particolarità dei volumi, quasi tutti riccamente illustrati, si è proceduto, oltre che alla catalogazione, anche alla loro digitalizzazione: al momento sono stati sottoposti a scansione digitale 2035 volumi, appartenenti a 19 sezioni del Fondo: Italia, Bulgaria, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Spagna, Argentina, Bolivia, Canada, Cile, Colombia, Cuba, Messico, Perù, Stati Uniti, Australia e India.

La biblioteca dispone di 92 posti a sedere, oltre a sei postazioni informatiche, e acquisisce in formato digitale otto quotidiani nazionali (consultazione su appuntamento). Circa 60 sono i periodici in abbonamento, esposti nella sala emeroteca al piano terra.

L'organizzazione degli spazi e delle raccolte modifica

L'area di accoglienza, le sale di studio e lettura, l'emeroteca e la sala informatica occupano l'intero piano terra dello stabile. Al piano inferiore sono ubicati i depositi librari. Al primo piano sono ubicati la direzione e gli uffici.

Note modifica

  1. ^ Fabrizio Bruno. Architetture 1960-1967, 1967, pp. 25-41.

Bibliografia modifica

  • Fabrizio Bruno. Architetture 1960-1967. Con un testo di Giuseppe Mazzariol e una nota dell'editore. Fotogr. di Gianni Berengo Gardin, Venezia, Alfieri, 1967, pp. 25-41.

Collegamenti esterni modifica

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