Blondi
Blondi (1941 – 30 aprile 1945) era il cane da pastore tedesco di Adolf Hitler.[1]

BiografiaModifica
Hitler ebbe già un altro pastore tedesco in precedenza, nel 1921, ma fu costretto a dare via il cane a causa di un periodo di povertà; il cane scappò e tornò da lui. Hitler, assistendo a questa prova di notevole lealtà, sviluppò una certa simpatia per la razza.
Blondi venne regalata al Führer da Martin Bormann nel 1941. A detta di tutti, Hitler era molto affezionato a Blondi e la teneva spesso al proprio fianco, mentre la segretaria di Hitler, Traudl Junge, ha dichiarato in seguito che Eva Braun la detestava e che talvolta la prendeva a calci.[2] Il dittatore inoltre giocava con lei regolarmente, anche durante gli intervalli nelle riunioni militari: fu notato che quando Blondi eseguiva correttamente esercizi e trucchi Hitler si rilassava, divenendo più ricettivo verso le proposte dei suoi generali, al punto che un ufficiale ebbe a dichiarare «Ho avuto a volte l'impressione che l'esito della campagna di Russia dipendesse più da Blondi che dallo stato maggiore tedesco».[3]
Stette con Hitler anche dopo che egli si trasferì nel Führerbunker, nel quale le permetteva di dormire nella sua camera da letto, durante la caduta di Berlino, e nell'aprile del 1945 diede alla luce cinque cuccioli, con il pastore tedesco dell'architetta Gerdy Troost, Harass. Hitler chiamò uno dei cuccioli "Wolf" (il suo soprannome preferito e il significato del suo nome "Adolf"). Nei suoi ultimi giorni il Führer divenne «emotivamente dipendente» da Blondi, arrivando a rischiare la vita per portarla a passeggiare quotidianamente fuori dal bunker.[4] Prima di darsi la morte, ordinò a uno dei suoi medici personali, il dott. Haase di testare su Blondi le pillole di cianuro che gli sarebbero servite per il suicidio.[5][6]
I soldati dell'Armata Rossa, una volta giunti al bunker, trovarono i corpi di Blondi e di un suo cucciolo. Fritz Tornow, sergente della Wehrmacht che prestò servizio come addestratore di cani di Hitler, portò i cuccioli di Blondi in una zona boschiva vicina e li uccise.[7] Il quarto cucciolo venne regalato alla sorella di Eva, Gretl.[8]
Nella cultura di massaModifica
Nel 2012 è stato realizzato un cortometraggio dal titolo: Blondi, el perro de Hitler diretto dal regista spagnolo Hugo De La Riva.[9]
Nel 2013 l'attrice Federica Fracassi interpretò il monologo Blondi di Massimo Sgorbani, con la regia di Renzo Martinelli e prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, in cui incarnava la tragedia di una vittima innocente della Storia: il pastore tedesco di Adolf Hitler.[10][11] Nel 2019 il monologo fu trasmesso anche nel programma Lessico Amoroso di Rai 3.[12]
Riferimenti culturali a BlondiModifica
MusicaModifica
- Blondi è citata nella canzone Ich hock' in meinem Bonker (2006) di Walter Moers e compare anche nel videoclip della stessa; in una scena, fa addirittura il bagno con Hitler.
- È citata anche nella canzone Asperger (2012) de I Cani, contenuta nell'EP I cani non sono i pinguini non sono i cani pubblicato insieme ai Gazebo Penguins.
CinemaModifica
- Viene menzionata in Gold (1992) del regista gallese Peter Greenaway.
- Compare in più punti del film La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler (2004), che narra gli ultimi giorni di vita del dittatore.[13]
- È presente anche in molte scene del film Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler (2007).
- È anche riconoscibile in una scena del film Operazione Valchiria (2008) sempre accanto a Hitler.
- È presente in alcune scene del film "La caduta di Berlino" (1949) del cineasta sovietico Michail Ciaureli; la sua presenza nel bunker con Hitler viene documentata così come la sua fine: Blondi ingoia una pillola di cianuro inserita in un pasticcino.
LetteraturaModifica
- Blondi è il cane della famiglia Hinner, la cui storia viene raccontata nel romanzo di Giorgio Falco, La gemella H (2014).
NoteModifica
- ^ (ES) Los perros de Adolf Hitler, su historia.nationalgeographic.com.es, 16 agosto 2022. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (EN) Callum Hoare, Hitler bizarre relationship with 'almost human' dog Blondi: 'Loved her more than Eva', su Daily Express, 29 novembre 2020. URL consultato il 30 agosto 2022.
- ^ (EN) Thomas Fuchs, A Concise Biography of Adolf Hitler, Penguin Books, 2000, p. 13, ISBN 9781101127377.
- ^ (EN) James Serpell, In the Company of Animals: A Study of Human-Animal Relationships, Cambridge University Press, 1996, p. 33, ISBN 9780521577793.
- ^ Blondi, la storia dell'amato cane di Hitler, su Berlino Magazine, 1º luglio 2020. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (EN) Boria Sax, Animals in the Third Reich: Pets, Scapegoats, and the Holocaust, A&C Black, 1º gennaio 2000, pp. 87-89, ISBN 978-0-8264-1289-8. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (EN) Internet Archive, The Hitler book, Public Affairs, 2005, p. 273, ISBN 978-1-58648-366-1. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (ES) La cruel muerte de Blondi, la perra de Adolf Hitler, su abc, 27 ottobre 2014. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ BLONDI, EL PERRO DE HITLER | Promofest.org, su www.promofest.org. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ Vita da cane - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ Teatro: Blondi, il cane di Hitler, su VanityFair.it, 25 marzo 2013. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ Lessico Amoroso, su RAI Ufficio Stampa. URL consultato il 20 agosto 2022.
- ^ (DE) Die letzten Tage des "Tausendjährigen Reichs", su stern.de. URL consultato il 22 agosto 2022.
BibliografiaModifica
- Antony Beevor, Berlino 1945. La caduta (Berlin: The Downfall 1945, 2002; negli USA col titolo The Fall of Berlin, 1945), traduzione di Enzo Peru, a cura di Maurizio Pagliano, Collana Storica, Milano, Rizzoli, 2002, ISBN 978-88-17-87028-3
- Angela Lambert, The Lost Life of Eva Braun, St. Martin's Press (2007), ISBN 978-03-12-36654-4
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Blondi
Collegamenti esterniModifica
- Blondi (1941 - 1945), su it.findagrave.com. URL consultato il 3 settembre 2022.