I "Branai Castriota" o "Granai Castriota" (alb. Wranan Kastrioti), discendono da Branai o Brana (italianizzato Bernardo; † 1505), figlio di Vrana Konti.

Vrana Conte

La parziale omonimia con la famiglia Castriota ha spesso fuorviato gli storici; in realtà non si parlò mai di una parentela tra le due famiglie. In ogni caso, è evidente che i Branai Castriota giocarono, consapevolmente o inconsapevolmente, sull'equivoco in un ambiente sociale in cui l'antichità e le glorie della stirpe erano molto importanti ai fini dell'affermazione sociale di una famiglia; essi furono accettati come discendenti, o parenti, di un eroe (Georgio Castriota, detto Scanderbeg) prestigioso che nella memoria collettiva era impropriamente considerato un sovrano, salendo per ciò più di un gradino della scala sociale.[1]

I figli di Vrana Konti, Branai,[2][3] Giovanni e Stanissa giunsero in Italia al seguito di Andronica, vedova di Skanderbeg nel 1468.[4]

Luoghi e architetture

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Palazzo Branai (Granai) Castriota a Parabita
  • Palazzo Marchesale o Palazzo Castriota dei Branai (Granai Castriota) a Melpignano.
  • Il Castello angioino a Parabita; con l'avvento della famiglia Branai (Granai) Castriota, feudatari dal 1535 al 1678, la fortezza venne ristrutturata e ammodernata secondo i criteri militari dell'epoca.
  • Il Palazzo d'Alfonso o (Branai) Castriota a Parabita è stato fatto costruire da Alfonso Branai (Granai) Castriota, marchese di Atripalda; il palazzo fu dato in dote al nipote Pirro, figlio naturale del fratello Giovanni.
  1. ^ Paolo Petta, Despoti d'Epiro e principi di macedonia, Lecce, Argo, 2000, p. 61, ISBN 978-88-8234-028-5.
  2. ^ In lingua albanese, il suffisso -ai significa stirpe di Brana.
  3. ^ Giovanni Musachi, Breve Memoria de li discendenti de nostra Casa Musachi in: Chroniques gréco-romanes inédites ou peu connues, Berlino, Weidmann, 1873, p. 301.
  4. ^ Paolo Petta, p. 64

Voci correlate

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