Bulthaup è un'azienda tedesca che produce cucine, con sede ad Aich, presso Landshut, nella Bassa Baviera. L'azienda occupa 530 lavoratori e registra un fatturato di circa 120 milioni di euro. Quasi l'ottanta per cento di questa cifra è realizzata dal settore export.[1]

Bulthaup
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StatoBandiera della Germania Germania
Forma societariaGmbH & Co. KG
Fondazione1949
Fondata daMartin Bulthaup
Sede principaleBodenkirchen
Controllate
  • Bulthaup UK
  • Bulthaup USA
  • Bulthaup Italia
  • Bulthaup Francia
  • Bulthaup Spagna
  • Bulthaup Paesi Bassi
  • Bulthaup Svizzera
  • Bulthaup Hong Kong
Persone chiaveMarc O. Eckert (amministratore delegato)
Settorearredamento per cucine e accessori per le cucine
Fatturato120 mln[1] (2012)
Dipendenti530[1] (2012)
Sito webwww.bulthaup.com

Storia modifica

Fondazione modifica

 
Bulthaup Concept 12 (1974)
 
Bulthaup "stazione di lavoro" (1988) e Bulthaup System 20 mobili

Nel 1949 Martin Bulthaup, originario della Vestfalia dell'Est, ha fondato la "Martin Bulthaup Möbelfabrik" ("Fabbrica di mobili Martin Bulthaup") a Bodenkirchen, presso Landshut con la quale nel 1951 incomincia a produrre mobili per cucine. Il primo prodotto del marchio è una credenza con tendine cucite a mano.[2]

Nel 1963 Martin Bulthaup fa costruire uno stabilimento a Bodenkirchen e nel 1966 inaugura una nuova sede a Neumarkt-Sankt Veit. Viene inoltre introdotta nell'azienda della produzione in serie.[3]

Alla fine degli anni sessanta l'azienda è uno dei cinque maggiori produttori tedeschi di arredamento, con un fatturato di circa cento milioni di marchi tedeschi.[4] All'inizio del 1973 iniziano le esportazioni nei paesi membri dell'allora Comunità Europea.[4]

Nel 1969 Bulthaup presenta la sua linea di prodotti Stil 75.[5] e nel 1974 il sistema per cucine Concept 12 (chiamato anche c12), che, grazie ad una griglia di montaggio di 12 cm, consente una progettazione flessibile.[6]

Nel 1978, l'impresa passa a Gerd Bulthaup, figlio del fondatore. Diversi settori aziendali vengono riuniti nel nuovo stabilimento ad Aich.[7]

Collaborazione con Otl Aicher modifica

Nel 1980 inizia il sodalizio con il progettista Otl Aicher, secondo il quale la cucina doveva essere un ambiente creato per instillare la voglia di preparare i cibi tutti insieme e un luogo in cui i vari utensili trovassero un posto sicuro, comodo e visibile.[8]

Nello stesso anno viene prodotta la serie System b, ispirata alle ricerche condotte dallo stesso Aicher, e nel 1988 la cosiddetta "Stazione di lavoro" (SDL), combinazione di punto fuoco in acciaio inox, lavello e piano di lavoro, con alcuni elementi tipici delle cucine professionali che riceve diversi premi di design.[6]

Anni novanta modifica

 
Bulthaup System 25 con cappa aspirante Bulthaup e Duktus mobili (1992)
 
Bulthaup System 20 (1997)

Nel 1992 Bulthaup presenta System 25, con frontali e superfici differenti[9] e con griglia tridimensionale di montaggio di 25x25x25 mm (misura dalla quale deriva il suo nome), per dare la possibilità di una progettazione flessibile.[10] La cappa aspirante Bulthaup, ispirata per forme e funzioni alle cucine professionali, ha ricevuto diversi riconoscimenti.[11] Alla serie si aggiungono anche gli elementi dei sistemi di seduta Korpus e Duktus.[6]

Nel 1997 è presentato il sistema mobile System 20, in cui sono previsti box su rotelle ed elementi indipendenti liberamente posizionabili nello spazio.[12].

Dal 2000 in poi modifica

Nel 2002 Gerd Bulthaup si ritira dall'attività nella direzione aziendale, e l'azienda è stata affidata ad amministratori esterni.

Nel 2004 la rivista tedesca specializzata in materia di diritto del consumatore "Öko-Test" conduce delle ricerche sui materiali e gli adesivi utilizzati dall'azienda per la produzione dei propri mobili, testandone il grado di innocuità per la salute. Il test sortisce esito positivo, con giudizio "soddisfacente", che Bulthaup si vede assegnare insieme a Poggenpohl.[13]

Dal 2010 è ritornato a guidare l'azienda un membro della famiglia del fondatore, Marc O. Eckert.[5] Nel mese di marzo dello stesso anno, l'azienda ha richiesto per 114 dei suoi oltre 550 collaboratori programmi di riqualificazione e reinserimento professionale o il licenziamento anche a breve termine. Dopo un ciclo e mezzo di lavoro a orario ridotto, i collaboratori devono abbandonare l'azienda a seguito di un periodo di riqualificazione professionale e di assistenza di nove mesi, percependo tuttavia fino a quel momento ancora l'ottanta per cento di quello che era il loro stipendio netto.[14]

Attualità modifica

Nel 2014 Bulthaup offre tre linee di prodotti: b1 (ante e cassetti privi di maniglie, con prezzo base basso e gamma di varianti ridotte[15]). La serie b1 non è prodotta nella casa madre di Aich/Bodenkirchen. Per mere ragioni di capacità produttiva, essa viene realizzata presso gli stabilimenti di un produttore di mobili della Germania meridionale di cui non è stato reso pubblico il nome[16]), b2 (evoluzione della "cucina laboratorio" di Otl Aicher basata su colonne) e b3 (basata su una parete multifunzione e sistema di arredo estendibile a tutta la casa[17]).

Vengono inoltre prodotti tavoli, panche, cappe aspiranti, rubinetteria, lampadari e accessori per la cucina di casa.[18]

 
Uno showroom Bulthaup (2014)

La rete di vendita è costituita da concessionari con showroom monomarca e comprende circa 500 rivenditori (partner indipendenti). Bulthaup dispone di società affiliate in Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera, Hong Kong e Stati Uniti.

Design modifica

  • Bulthaup-butcher block, piano di lavoro a sé stante posto al centro della cucina, inizialmente prodotto in legno (stazione di lavoro Bulthaup) e poi interamente in acciaio inox, pensato per favorire la preparazione dei cibi a più mani.[5][19][20]
  • Interior System Bulthaup b3, con fondo dei cassetti della cucina strutturato a onde in modo da poter facilmente regolare la posizione dei singoli scomparti[21]

Riconoscimenti modifica

  • 1997: "Lifetime Achievement Award" e il premio europeo del design della Commissione europea.[22]
  • 2007: primo posto nella classifica tedesca dei marchi del lusso del settimanale economico WirtschaftsWoche.[23]
  • 2010: "Designpreis der Bundesrepublik Deutschland" ("Premio del design della ex RFT") per b2.[24][25]
  • 2013: "Design Award Best Storage" della rivista Wallpaper[21] e "Good Design Award" per la categoria "cucine / elettrodomestici" del Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design[26] per il sistema per allestimento di interni della linea b3 (Bulthaup b3 Interior System).
  • 2014: quinto posto nella classifica tedesca dei marchi del lusso del settimanale economico WirtschaftsWoche,[27] "German Design Award" nella categoria "Personality" del German Design Council a Gerd Bulthaup[5] e "Architects Partner Award" d'oro della rivista tedesca AIT.[28]

Note modifica

  1. ^ a b c Federal Ministry of Justice and Consumer Protection of Germany: Federal Gazette. Consolidated accounts of fiscal year from 1st of January 2012 to 31st of December 2012. In: https://www.bundesanzeiger.de. Keyword: Bulthaup GmbH & Co KG (Aich, Gde. Bodenkirchen). Berlin: Federal Ministry of Justice and Consumer Protection of Germany. (Reviewed: 21st of May 2014)
  2. ^ Finsterwalder, Frauke: The emancipator of the credenza. In: Welt am Sonntag. Stil. Axel Springer SE. 23.01.2005.
  3. ^ (No author given): Martin Bulthaup - Pioneer of the built-in kitchen industry. On the 60th birthday of a man who significantly shaped our cultivation of home decor. In: Vilsbiburger Zeitung (Vilsbiburger Newspaper). 23rd of March 1973.
  4. ^ a b (No author given): Bulthaup has ambitious kitchen plans. In: Süddeutsche Zeitung. Economy. Issue 8. Munich: Süddeutsche Zeitung GmbH. 12th of January 1972.
  5. ^ a b c d Kupetz, Andrej: Gerd Bulthaup – The freedom of space. In: German Design Award 2014 – Personality. German Design Council. Frankfurt. 2014. p. 1. 23rd of May 2014.
  6. ^ a b c Kietzmann, Norman: When the workbench conquered the kitchen. Berlin: Bau Netz Media GmbH. 2nd of June 2008. p. 1–3. (Reviewed: 21st of May 2014.)
  7. ^ company website (English)
  8. ^ Otl Aicher: Die Küche zum Kochen (The Kitchen is for Cooking). Callwey Verlag, Munich 1982, ISBN 3-936896-18-6
  9. ^ Componenti particolarmente soggetti a usura possono per esempio essere realizzati in acciaio inox e poi essere combinati a superfici in vetro, legno o laminato: Andritzky, Michael (ed.): Oikos – from the hearth to microwave. Household and living in transition. Book of the exhibition at the Museum of Design. Giessen: Anabas press. 1992. p. 136 f.
  10. ^ Krichbaum, Jörg (ed.): bulthaup system 25. In: German Standards. Products and Objects in Germany that stand out for the entirety. Names and terms from Aspirin to Zeiss in picture and word. 7th, extended edition. Cologne: Arcum press. 1995. p. 134.
  11. ^ Hagelüken, Alexander: An aesthete breaks fresh grounds in the kitchen. With designer models for well-funded customers, the furniture manufacturer has established in a nobel niche. In: Süddeutsche Zeitung. Economy. Dynasties, outsiders, newcomers: Gerd Bulthaup. Issue 190. Munich: Süddeutsche Zeitung GmbH. 1995. p. 22.
  12. ^ Husch, Josten: „Forget design!“. In: Brand Eins. Knowledge is the first natural resource that increases with use. Focus: Thinking. Hamburg: brand eins press GmbH & Co. oHG. 2011. p. 156–159.
  13. ^ Greenpeace Magazine: Wo bekomme ich eine ungiftige Küche? Archiviato il 6 settembre 2014 in Internet Archive.
  14. ^ Bulthaup will 114 Stellen streichen Article on http://www.innsalzach24.de vom 29. März 2010, Reviewed on 11th of September 2014
  15. ^ Geier, Freddie: The new complexity as opportunity for sustainable thinking in brand leadership. In: Keuper, Frank / Kindervater, Jürgen / Dertinger, Jürgen / Heim, Andreas (ed.): The dictates of brand management: 11 theses to sustainable brand leadership and implementation. With a comprehensive case study of the Loewe AG. 1. circulation. Wiesbaden: GWV Fachverlage GmbH. 2009. p. 335 f.
  16. ^ Süddeutsche Zeitung, 10th of January 2008: Family businesses, Steibs new kitchen
  17. ^ Kähler, Gert: Refrigerators, cooking islands and other icons. In: Spechtenhauser, Klaus (ed.): The kitchen: living environment, usage, perspectives. Basel: Birkhäuser – Architecture press. 2006. p. 75 f.
  18. ^ bulthaup press.net: Product. In: bulthaup press.net. http://www.de.bulthaup-press.net/bulthaup/pressnet/5_9/de/home.nsf/contentview/EB1D858E65A79E28C12575060047469C Archiviato il 13 novembre 2014 in Internet Archive.. 2014. (Reviewed: 21st of May 2014)
  19. ^ Godau, Marion: Product design. An introduction with practical examples. Basel (Switzerland): Birkhäuser – Architecture press. 2003. p. 40 f.
  20. ^ bulthaup: bulthaup technic. faucet. In: http://www.bulthaup.de/#/1AB09A7A286DB1E9C125778F00517650. (Reviewed: 2nd of June 2014)
  21. ^ a b Keh, Pei-ru: Best of the rest. Best storage. b3 drawer fitting system by bulthaup. Wallpaper Design Awards 2013. London. 2013. (Reviewed: 25th of June 2014)
  22. ^ Baunetz. In: http://www.baunetz.de/meldungen/Meldungen_Europaeischer_Designpreis_1997_fuer_bulthaup_Einbaukuechen_1289.html
  23. ^ Kned, Tim: Actual ranking of luxury brands. In: http://www.modelvita.com/vip-magazin/2007/aktuelles-ranking-der-luxusmarken/554
  24. ^ EOOS Design GmbH. Awards. In: http://www.eoos.com/cms/?id=181. (Reviewed: 27.11.2014)
  25. ^ bulthaup. brand. awards. In: http://www.it.bulthaup.com/#/034BBF4E72A35AA6C1257291005259F8 Archiviato il 28 novembre 2014 in Internet Archive.
  26. ^ Debellis, Lauren: Bulthaup Receives Good Design Award Archiviato il 13 novembre 2014 in Internet Archive. In: Interior Design. New York: Sandow Media LLC. 2013. p. 1. (Reviewed: 26 of June 2014)
  27. ^ Hansen, Nele: Crazier and wilder. Precious technical products such as watches and cars are the greatest winners at the fifth luxury brand ranking of the WirtschaftsWoche. In: WirtschaftsWoche. Magazine 03/2014. Düsseldorf: Handelsblatt GmbH. 2014. p. 52–55
  28. ^ (No author given): Germany's most successful sales teams. Architects Partner Award 2013. In: http://www.ait-online.de/events/wettbewerbe/apa-2013/ Archiviato il 12 agosto 2016 in Internet Archive.. AIT online. 2014. p. 2. (Reviewed: 30st of June 2014)

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