Casa del Poeta Tragico

La Casa del Poeta Tragico (VI 8,3) è una casa ad atrio di Pompei risalente al II secolo a.C., famosa per i suoi affreschi e mosaici, tra cui quello che raffigura una scena di attori che si preparano alla recita e da cui deriva il nome e in particolare per il famoso mosaico del cave canem (attenti al cane) posto all'ingresso.[1][2]

Planimetria della casa
Mosaico del cave canem, ingresso

Scoperta nel novembre del 1824 dall'archeologo Antonio Bonucci, la Casa del Poeta Tragico interessa studiosi e scrittori da generazioni. Sebbene le dimensioni della casa in sé non siano in alcun modo notevoli, le sue decorazioni interne non sono solo numerose, ma di altissima qualità. A causa della discrepanza tra le dimensioni della casa e la qualità della sua decorazione, ci si è interrogati molto sui proprietari della casa.[3][4][5][6]

Nel romanzo del 1834 Gli ultimi giorni di Pompei di Edward Bulwer-Lytton, la casa è modello d'ambientazione per quella in cui vive Glauco, protagonista dell'opera.

Descrizione

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L'ingresso principale della casa è a sud, su via delle Terme. Nelle fauces è presente il famoso mosaico raffigurante un cane con la scritta Cave Canem (Attenzione al Cane). All'esterno presenta ambienti che erano adibiti a negozi, in uno di questi sono stati trovati ricchi gioielli d'oro, forse caduti da un piano superiore. Le fauces sono seguite dall'atrio e dietro di esso il tablino. Il pavimento è decorato da un mosaico, il cui campo centrale mostrava la scena con il coro durante le prove del teatro.[7] Dietro di esso si trova il peristilio con un larario sul retro. Alla sua destra si trova una sala da pranzo, il triclinio, con pitture murali relativamente ben conservate. I dipinti della casa appartengono tutti al quarto stile pompeiano. La casa fu probabilmente completamente ridecorata dopo il terremoto del 62 d.C.[8]

Quando fu scavata, le pitture murali erano ancora ben conservate e suscitarono l'interesse dell'epoca. Le scene più importanti furono ritagliate dalle pareti e portate al museo di Napoli. Di molte altre opere oggi esistono solo disegni di quando furono ritrovate o poco dopo, poiché durante gli scavi i siti non venivano immediatamente coperti e protetti.

 
Achille e Briseide, MANN, Inv. N. 9105

Nell'atrio era raffigurato il dipinto di Briseide, copia da originale greco del IV secolo a.C. in cui Briseide appare, all'interno della tenda di Achille, avvolta nell'himàtion nell'atto di asciugarsi le lacrime con la mano destra. Si tratta di un'illustrazione di una scena del primo canto dell'Iliade. L'originale potrebbe risalire all'epoca di Alessandro Magno ed è stato copiato più volte fino alla tarda antichità. Sulla sinistra nello sfondo si vedono le navi degli Achei. A destra in primo piano si vede Patroclo di spalle, che guida la brigata velata. A sinistra c'è Achille.[9]

Accanto alla raffigurazione di Briseide e Achille c'era un dipinto, di cui oggi è sopravvissuta solo la metà, in cui si vede una giovane donna salire la scaletta di una nave. La scena è solitamente interpretata come Elena che segue Paride o in Criseide.[10]

Nel peristilio si trovava la raffigurazione del sacrificio di Ifigenia.[11]

Galleria d'immagini

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  1. ^ Casa del Poeta Tragico, su Pompeii Sites. URL consultato il 22 luglio 2024.
  2. ^ Zum modernen Namen gibt es in der Literatur unterschiedliche Angaben. Erika Simon begründet es mit der Darstellung der Iphigenie in Aulis, einer Tragödie (Simon, In: Giuseppina Cerulli Irelli, Masonaori Aoyagi, Stefano De Caro, Umberto Pappalardo (Hrsg.): Pompejanische Wandmalerei, S. 244). Matt und Krauss gehen dagegen davon aus, dass es seinen Namen von einem Mosaik im Peristyl erhielt, das die Vorbereitung zu einer Theaterprobe zeigt (Leonard von Matt, Theodor Kraus: Lebendiges Pompeji. Pompeji und Herculaneum: Antlitz und Schicksal zweier antiker Städte. DuMont, Köln 1978, ISBN 3-7701-1060-9, S. 61. Nr. 69.
  3. ^ August Mau, Pompeii, its life and art., New ed., rev. and corrected, New Rochelle, N.Y., Caratzas Bros, 1982, ISBN 0892413360.
  4. ^ Bettina Bergmann, The Roman House as Memory Theater: The House of the Tragic Poet in Pompeii, in The Art Bulletin, vol. 76, n. 2, June 1994, pp. 225–256, DOI:10.1080/00043079.1994.10786585.
  5. ^ Nappo, Salvatore (1988). Pompeii: Guide to the Lost City. London: Weidenfeld & Nicolson. pp. 142–145. ISBN 0-297-82467-8
  6. ^ Lytton, Lord Edward Bulwer (1834). The Last Days of Pompeii. New York: Merrill and Baker. pp. 35–41. ISBN 0-85685-250-3
  7. ^ Heute im Archäologischen Nationalmuseum Neapel Inv. Nr. 9986.
  8. ^ Leonard von Matt, Theodor Kraus: Lebendiges Pompeji. Pompeji und Herculaneum: Antlitz und Schicksal zweier antiker Städte. DuMont, Köln 1978, ISBN 3-7701-1060-9, S. 50; Simon, In: Giuseppina Cerulli Irelli, Masonaori Aoyagi, Stefano De Caro, Umberto Pappalardo (Hrsg.): Pompejanische Wandmalerei, S. 244.
  9. ^ Simon, In: Giuseppina Cerulli Irelli, Masonaori Aoyagi, Stefano De Caro, Umberto Pappalardo (Hrsg.): Pompejanische Wandmalerei,, S. 244, Abb. 46.
  10. ^ Simon, In: Giuseppina Cerulli Irelli, Masonaori Aoyagi, Stefano De Caro, Umberto Pappalardo (Hrsg.): Pompejanische Wandmalerei, S. 244.
  11. ^ Simon, In: Giuseppina Cerulli Irelli, Masonaori Aoyagi, Stefano De Caro, Umberto Pappalardo (Hrsg.): Pompejanische Wandmalerei, S. 245 Abb. 47.

Voci correlate

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Bibliografia

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  • Giulio Emanuele Rizzo: Le pitture della casa del poeta tragico (= Monumenti della pittura antica scoperti in Italia Sez. 3. La pittura ellenistico-romana. Pompei 1). Istituto Poligrafico dello Stato, Rom 1935.
  • Eugenio La Rocca, Mariette de Vos Raaijmakers, Arnold de Vos: Lübbes archäologischer Führer, Pompeji. Gustav Lübbe Verlag, Bergisch Gladbach 1979, ISBN 3-7857-0228-0, S. 325.
  • Erika Simon: Mythologische Darstellungen in der pompejanischen Wandmalerei. In: Giuseppina Cerulli Irelli, Masonaori Aoyagi, Stefano De Caro, Umberto Pappalardo (Hrsg.): Pompejanische Wandmalerei. Belser Verlag, Stuttgart/Zürich 1990, ISBN 3-7630-1949-9, S. 239–247.
  • Bettina Bergmann: The Roman House as Memory Theater: The House of the Tragic Poet in Pompeii. In: The Art Bulletin. Band 76, 1994, S. 225–256.

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