Censo, Cens e Censive sono termini legati alla struttura economica del sistema politico feudale, in uso in Europa occidentale e introdotto nelle colonie latinoamericane (Censo):

  • il cens indica una rendita (« pagare la cens, la tassa ») ;
  • il censive può essere sia la proprietà fondiaria (« possedere/ acquistare un censive »), sia la rendita (« pagare il censive »), sinonimo di cens applicabile alla terra, sia il tipo di possesso dei terreni (fondi tenuti in "censive" e non in feudo o in allodio franco).

Francia modifica

Cens e censive: la rendita modifica

Il cens era la rendita annua, fondiaria e perpetua dovuta da colui che ha la "proprietà utile" di un fondo, chiamata censive, a colui che ne possiede la "proprietà eminente", chiamata Signoria fondiaria[1]. Il "censitario" era generalmente un plebeo (roturier), ma poteva anche essere nobile o ecclesiastico. La "censive" poteva consistere in un terreno, un appezzamento con costruzioni in una città, un mulino o un traghetto su un fiume, una strada a pedaggio, dei capi di bestiame con diritto al pascolo, ma anche una proprietà importante come un Priorato. Colui che riscuote il "cens" è sempre considerato come un nobile.

Ottenendo il "cens", il "censitario" riconosce simbolicamente di essere soggetto a colui che possiede il suo fondo; ricevendo il "cens", il Signore diretto (Signore feudale conferma il suo obbligo di assicurare al "censitario" agricoltore un possesso giusto e pacifico. L'accordo tra i contadini e il Signore è soggetto ad ogni variazione, da un « riconoscimento » o da una « nomina » o « investitura » quando vi è un "censive" di un "roturièr", ma a volte anche un Omaggio feudale quando c'è un domaine (possesso) di un nobile.

Si distingue tra il "censive servile", che non può essere venduto o ereditato e il "censive libero" che può esse venduto. Il primo si suppone abbia avuto origine da una proprietà allodiale che è sottoposta alla protezione di un "Signorotto feudale", il secondo si suppone sia stato una terra concessa da un "Signore" a un uomo senza averi.

I "censive" possono essere affittati, sia dal "Signore" e venendo convertiti in rendite annuali, sia dai "censitari" seguendo le usanze del luogo o città.

I "censive" sono puramente fondiari: anche nelle città, la concessione si riferisce solo al terreno nudo; gli edifici e i miglioramenti sono realizzati dai censitari agricoltori (fattori).

Il valore del "cens" è immutabile, non è negoziabile tra il proprietario utile e il proprietario eminente: il suo ammontare, generalmente stipulato in natura, si suppone sia stato fissato da tempo immemorabile tra i predecessori del primo "censitario" e il primo "Signore del feudo". Quando viene convertito in denaro, il "censitario" popolano (roturier) ha sempre la possibilità di pagare in natura.

Il "cens" dovrebbe essere visto come una tassa locale piuttosto che come un affitto: corrisponde in maniera specifica all'amministrazione della giustizia e della sicurezza che la Signoria feudale (o la città sovrana) deve garantire ai suoi abitanti. È la rendita nobiliare per eccellenza. Altre imposte, quali Corvée, Taille o decime, finanziano gli altri « servizi pubblici », come la manutenzione dei sentieri e strade della Signoria, o la Chiesa nella parrocchia.

Censive: i terreni modifica

Il "censive" è un fondo che un "Signore del feudo" ha concesso contro il pagamento di una tassa perpetua, il "cens". Lo stesso ne ha venduto la proprietà utile al "censitario", proprietà che possono passare agli eredi che, a loro volta, congiuntamente e solidalmente, dovranno continuare a pagare il "cens". Il "censitario", colui che detiene il fondo a "cens", è responsabile di questa terra e proprietario della sua produzione. Il "Signore" (seigneur censier), colui che ha diritto di esigere il "cens", mantiene i diritti di proprietà, la proprietà eminente.

Il censier modifica

Censier significa « chi riceve o chi paga il cens ». Si può anche parlare di Signore (proprietario di azienda agricola) o di agricoltore (fattore) "censier". In certi dialetti o lingue regionali simili al francese censier significa "fermier"[2]. Questo è il caso in piccardo (cinsier[3]) o in vallone (cinsî[4]).

Bourgage modifica

Il bourgage era un tipo di possesso particolare della terra in uso soprattutto nella provincia della Normandia nei secoli XVII e XVIII per le case delle città e dei villaggi.

Il censo ricognitivo[5] della proprietà non aveva importanza e si indicava il modo di possedimento feudale (tenure[6][7]) col nome di franc-bourgage.

Italia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Censo (storia romana) e Censimento (storia romana).

Spagna e America latina modifica

Assomiglia all'attuale prestito ipotecario, salvo il fatto che il debitore mantiene i pieni diritti sugli immobili del fondo.

Rendita feudale modifica

Il "censo" è principalmente una rendita feudale in declino e disuso in età moderna, pagato in contanti o in natura, che divenne un elemento tipico di alcune regioni della Spagna.

Tuttavia, ha ancora la forza di mantenere la sua efficacia in alcuni casi, come ad esempio il diritto reale[8] di censo, conosciuto anche come il censo enfiteutico o marchesato, in Catalogna, dove si stima che ci siano ancora tra i 1.500 e 2.000 censalistas aventi diritto. Nella provincia di Barcellona, nel 2007 sono stati pagati per censos redimidos più di 27 milioni di Euro, e per renta o pensión legati a questo 2 milioni di Euro.[9]

Il diritto reale grava un Bene immobile per garantire il pagamento dei canoni o interessi che deve effettuare colui che ne ha il godimento in ragione di aver riconosciuto a un'altra persona un capitale in perpetuo o per un tempo indefinito contro la corresponsione di rendite e che dà diritto al censualista (titolare del diritto derivante dal "censo") di rivalersi sulla Masseria censita quando il censuario (censitario) non paga i canoni rivendicati.

Vendita o trasferimento modifica

Più importante è il "censo" come una forma di vendita o trasferimento del dominio utile di una proprietà e, come tale, una forma di sfruttamento della stessa. Questo tipo di censo chiamato reservativo, censo enfitéutico o perpetuo, secondo le zone, con la sua rendita normalmente poco elevata, è pagato in contanti o in natura.

Credito modifica

Infine, il "censo" è una forma di credito, col quale si presta una somma in denaro (principal) a un certo interesse (7%, 5% o 3%, secondo i secoli), garantito da una ipoteca su una o più proprietà di beni mobili o immobili. Questa formula è chiamata censo consignativo o al quitar (rimuovere, togliere), perché il debito viene ripagato quando viene "rimosso" l'importo del prestito originario (principal).

Forma di pagamento differito modifica

D'altra parte, il "censo" è stato utilizzato anche come una forma di pagamento differito della dote delle monache, mentre gli ordini monastici maschili ricevevano numerose offerte dalle messe e da altre opere pie, attraverso i loro redditi "da censo" che cedevano ai fondatori degli ordini.

Storia modifica

I "Censo" si diffusero soprattutto nelle regioni e nei periodi dove il capitale per finanziare investimenti era scarso, come in America latina, territorio che ha avuto durante il periodo coloniale un elevato prelievo di risorse e penuria di denaro contante.

Anche se ci sono stati diversi tipi di "censo", consignativo, reservativo o vitalizio, le più utilizzate erano soprattutto del tipo rimborsabile "consignativo", che era l'acquisizione di un capitale sotto la garanzia di un immobile o di un edificio, soggetto al gravame di una rendita annua. Il "censuatario" (colui che ha richiesto il prestito) conservava il pieno diritto sulla proprietà e lo poteva vendere, alienare, se l'acquirente accettava il "censo" e gli obblighi che derivano dallo stesso e il "censualista" (che ha concesso il censo) dava l'autorizzazione. La proprietà soggetta al "censo" non poteva essere divisa.

La percentuale pagata sulla terra sottoposta al "censo" era bassa. Nel XVI secolo era poco più di 7%. Nel XVII secolo è stata ridotta al 5%. All'inizio del XVIII secolo fu solo 3% in ottemperanza con quando stabilito dalle pragmáticas reales[10] spagnole.

Generalmente i "censo" imposti si mantenevano per un lungo periodo. In effetti, non c'era interesse nel riscattare il censo, poiché rimanendo libero il capitale, si doveva cercare un nuovo investimento, il che poteva non presentare alcun beneficio e avrebbe potuto significare perdite, perché non c'era alcuna possibilità di aumentare i profitti con investimenti che davano redditività senza perdere in sicurezza. D'altra parte, l'economia contadina era spesso in difficoltà e non poteva fare la liquidazione del censo.

Anche se il denaro conferito nel "censo" era generalmente molto inferiore al costo effettivo della proprietà, se il "censualista" smetteva di percepire la rendita, esso poteva richiedere al "censuatario" il principal (l'intero ammontare) o prima dell'insolvenza di questo, il bene soggetto a gravame tornava ad appartenere al "censualista". È stato in questo modo che molte proprietà urbane e rurali sono passate in mani ecclesiastiche, perché la Chiesa cattolica e le sue organizzazioni (Comunità religiose, parrocchie, Diocesi) ricorrevano spesso ai "censo redimibili" come forma di investimento del capitale.

La regolamentazione dei "censo" seguiva le linee guida e le raccomandazioni del Diritto canonico e, dati i bassi tassi d'interesse, non sono stati mai considerati come usura, pratica proibita dal cattolicesimo.

L'altra forma di "censo" utilizzata, anche se in misura minore, era il cosiddetto "Censo reservativo" che poteva essere perpetuo o rimborsabile. Non era in realtà qualcosa di diverso da una forma di vendita garantita sotto condizione e pendenza del pagamento della somma che aveva dato il valore alla proprietà venduta. Così, il contraente venditore trasferisce ad un altro la proprietà fruttifera con pieno godimento della stessa, riservandosi solo il diritto a percepire interessi certi annui o una pensione annua, mentre l'acquirente finisce per pagare il pieno valore della proprietà tassata.

Note modifica

  1. ^ La proprietà eminente, chiamata anche possesso eminente, era una forma di diritti di proprietà come "diritto signoriale".
    Si indica come diritto signoriale i vantaggi e le responsabilità attribuite al signore francese per la detenzione di una "seigneurie banale"; una signoria che conferisce al signore un diritto simbolico, fiscale e giudiziario (una Signoria di banno) sulle terre oggetto del suo "domaine".
    La proprietà (o il possesso) eminente si contrappone alla proprietà utile (o il possesso utile, il domaine utile), che è l'insieme dei diritti di colui che sfrutta, coltiva il fondo e che ne raccoglie i frutti.
    La Signoria ha quindi un ruolo gerarchico, di rappresentanza del Re e dell'ordine, ma anche quello per sostenere o arricchire il signore feudale.
  2. ^ Derivante dal contratto di affermage, un tipo di contratto col quale il proprietario (locatore) di un bene ne conferisce lo sfruttamento a un fermier. Questi ricava la sua remunerazione dai prodotti della ferme e versa al proprietario un fermage (l'importo della pigione) dove l'ammontare è convenuto prima ed è indipendente dai risultati dello sfruttamento stesso (l'affitto è ferme - fisso).
  3. ^ Cinse significa « ferme » (fattoria) in piccardo.
  4. ^ Cinse significa ugualmente « ferme » (fattoria) in vallone.
  5. ^ Atto ricognitivo. Atto mediante il quale si riconosce l'esistenza di una obbligazione o di un diritto.
  6. ^ La tenure (porzione di una Signoria occupata e coltivata da un villano, un popolano libero, durante il Medioevo) poteva essere in franc-alleu o in feudo.
    La tenure nel censive, che è posseduta da un conduttore, è sottoposta al pagamento dei diritti signoriali.
  7. ^ franc-alleu (allodio franco): terra libera per la quale il proprietario utilizzatore non poteva rilevare la signoria di alcuno. C'erano due tipi di franc-alleu: il nobile e il roturier; il nobile era quello che amministrava giustizia, censive o mouvance (feudo sottoposto, che doveva diritti, ad altro feudo), il roturier quello al quale tutte queste condizioni mancavano; quest'ultimo, il più antico dei due, rappresentava i resti delle proprietà dei romani. (Chateaubr., Ét. ou Disc. hist., t. 3, 1831, p. 372). Cf. al(l)eu ex. 1 :
  8. ^ Il termine proviene dal Diritto romano ius in re o diritto sulla cosa o sul bene (vedi Diritto agrario). È un termine che si utilizza in contrapposizione ai diritti personali o di credito.
  9. ^ Cataluña aún paga a sus señores feudales. Para muchos compradores resulta una sorpresa: adquieren una propiedad y se encuentran con que deben abonar un 'peaje' a un noble. Es el derecho real de censo, figura de origen medieval que resiste el paso del tiempo (La Catalogna ancora paga ai suoi signori feudali. Per molti acquirenti è una sorpresa: essi acquisiscono una proprietà e scoprono che devono pagare una pigione a un nobile. È il vero e proprio diritto reale di censo, una istituzione di origine medievale che resiste al passare del tempo.), El País, 07/02/2010.
  10. ^ Pragmática, premática o real pragmática, erano leggi specifiche dell'ordinamento giuridico dell'Antico Regime in Spagna.

Bibliografia modifica

  • Dictionnaire de droit et de pratique, M.***, 1769
  • Robert Fossier, Polyptyques et censiers, Turnhout 1978 (typologie des sources du moyen âge occidental 28).
  • Bluche, François. L'Ancien régime: Institutions et société. Collection: Livre de poche. Paris: Editions de Fallois, 1993. ISBN 2-253-06423-8
  • Salmon, J.H.M. Society in Crisis: France in the Sixteenth Century. Methuen: London, 1975. ISBN 0-416-73050-7
  • Bernard Barbiche, Les Institutions de la monarchie française à l'époque moderne, Paris: PUF, collection "Premier Cycle", 1999.
  • Daniel Dessert, Argent, pouvoir et société au grand siècle, Paris: Fayard, 1984.
  • Arlette Jouanna, Philippe Hamon, Dominique Biloghi, Guy Le Thiec, "Finances", La France de la Renaissance: Histoire et Dictionnaire, Paris: Laffont, 2001.
  • Parte del presente testo proviene dall'undicesima edizione della Encyclopædia Britannica, oggi di pubblico dominio.
  • Robert-Henri Beautier, « Feux, population et structure sociale au milieu du XV siècle: l'exemple de Carpentras », Revue des Annales-Annales. Économies, sociétés, civilisations, nº 14 (1959), p. 255–268;
  • Jean Favier, Finance et fiscalité au bas Moyen Âge, SEDES, coll. « Regards sur l'histoire », Paris, 1971 ISBN 2-7181-3699-5;
  • Jean Glénisson et Élisabeth Carpentier: « Bilans et méthodes : la démographie française au XVI siècle », Revue des Annales-Annales. Économies, sociétés, civilisations nº 17 (1962), p. 109;
  • Albert Rigaudière:
    • Gouverner la ville au Moyen Âge, Anthropos, coll. « Historiques » ISBN 2-7178-2406-5,
    • q.v. Dictionnaire du Moyen Âge, s. dir. Michel Zink, Alain de Libera et Claude Gauvard, PUF, coll. « Quadrige », 2004 ISBN 2-13-054339-1.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica