Chiesa di San Teodoro al Palatino

chiesa a Roma

La chiesa di San Teodoro al Palatino è un luogo di culto ortodosso di Roma, posto lungo l'antichissima via (oggi omonima) che corre sotto le pendici nord-occidentali del Palatino dal Foro al Circo Massimo e al Foro Boario.

Chiesa di Teodoro al Palatino
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
IndirizzoVia di San Teodoro, 7 - Roma e Via di San Teodoro - Roma
Coordinate41°53′25.73″N 12°29′05.1″E / 41.89048°N 12.48475°E41.89048; 12.48475
Religionecristiana ortodossa
TitolareTeodoro di Amasea
DiocesiArcidiocesi ortodossa d'Italia
ArchitettoCarlo Fontana
Inizio costruzioneVI secolo
Completamento1705
Sito webSito ufficiale
il cosiddetto Tempio di Romolo in un'illustrazione del XVIII sec. [1]
Interno

Storia modifica

Fu costruita nel VI secolo e dedicata a san Teodoro di Amasea, sulle rovine degli Horrea Agrippiana, probabilmente riutilizzando un tempio circolare preesistente. La tradizione voleva che il tempio fosse dedicato a Romolo, e che qui fosse conservata la Lupa capitolina fino al 1471, prima di essere spostata al Laterano; un'ara antica è conservata e visibile nel cortile della chiesa[1].

Il mosaico dell'abside è anch'esso del VI secolo, e raffigura Cristo seduto su un orbe rappresentante i cieli, affiancato da Pietro e Paolo e dai martiri Teodoro (un'aggiunta dovuta al restauro di papa Nicola V) e Cleonico: Cristo indossa una veste nera con laticlavi d'oro, simboli di un elevato status nella società romana. Tradizionalmente la chiesa è considerata una delle sette diaconie originarie[2]: il primo diacono sarebbe stato assegnato da papa Agatone nel 678, mentre il primo diacono noto per nome è Roberto, intorno al 1073. La dedica ad un santo greco confermerebbe la costruzione della chiesa in un'epoca di influenza bizantina[3].

Ricostruita sotto papa Nicola V, perse il suo status di chiesa titolare per volere di papa Sisto V. Nel 1643 fu rinnovata dal cardinale Francesco Barberini; papa Clemente XI la fece ricostruire a Carlo Fontana (1703-1705), che progettò anche il cortile esterno tuttora esistente, per poi affidarla alla Società del Sacro Cuore di Gesù. Il titulus S. Theodori fu ristabilito il 2 dicembre 1959 da papa Giovanni XXIII, mentre papa Giovanni Paolo II concesse l'uso della chiesa al Patriarca ecumenico di Costantinopoli e alla comunità greco-ortodossa di Roma, dal 1º luglio 2004, quando il patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli presiedette alla cerimonia di inaugurazione.

Note modifica

  1. ^ Così la descrive Ridolfino Venuti, in Accurata e succinta descrizione topografica delle antichità di Roma, Volume 1, Roma 1763, p. 2:
    Vedesi da questa parte alle radici del Palatino un Tempietto dedicato a S. Teodoro dal volgo detto Santo Toto, di dove principieremo il nostro giro, che credo fosse prima dedicato a Romolo, dove forse furono esposti i due Fratelli [cioè, Romolo e Remo, abbandonati al Tevere, si credeva, lì presso], fabbricato fino dagli antichissimi tempi, e conservato sempre nel suo piccolo, e povero stato. Gli Antiquarj non fanno menzione di questo Tempietto, non l'avendo riguardato come antico: Ma se avessero letto Vittore, e Rufo, avrebbero veduto segnati da questi Autori due Tempj, uno situato nella IV Regione detta Via Sacra dedicato ai due Fratelli, l'altro nell'VIII detta del Foro Romano dedicato a Romolo. La tradizione, l'antlchità, l'esser nominato col nome di un S[anto]. Soldato, l'uso di portarvi i Bambini infermi, come anticamente, sono congetture, che fanno indubitabilmente credere essere stato il Tempio antico. Il Torrigio nella Istoria di questa Chiesa rapporta le varie opinioni intorno a chi dedicato fosse questo Tempio, risolvendo che la più approvata si è che fosse dedicato a Romolo da Tazio Re de' Sabini. Il Mosaico Cristiano pare molto antico, e del tempo di Felice IV. Stefano Infessura nel suo Diario dice, che essendo caduto da' fondamenti, Nicolò V lo risarcì, dopo d'avere acconciato il più antico, e soggiunge che lo rifece un poco più in là, ed un poco minor che non era [...]. In prova del Tempio Gentilesco non è lieve congettura la bella Ara che già era dentro il Tempio, e che da Clemente XI nell'ultimo risarcimento della Chiesa nel 1703 fu posta alla Porta: Inoltre in questa Chiesa fino al Secolo XVI vi era la Lupa di bronzo con i gemelli che ai tempi del Pancirolo, o poco prima era in Campidoglio stata portata.
  2. ^ Ruolo supportato dalla collocazione del tempio - e poi della chiesa - nella sede di antichi depositi di grano, la cui amministrazione era passata dai funzionari imperiali ai funzionari ecclesiastici.
  3. ^ Del resto il tratto della riva del Tevere tra il Ponte Sublicio e l'Isola Tiberina era detto Ripa Graeca, per le numerose presenze di comunità cristiane greche in fuga dall'Iconoclastia, riparate a Roma dall'VIII secolo. Analoga origine ebbe la vicina Basilica di Santa Maria in Cosmedin, ugualmente eretta in diaconia.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàGND (DE4793238-7