Chiesa di Santa Cecilia de Turre Campi

chiesa scomparsa di Roma

La chiesa di Santa Cecilia de Turre Campi, anche nota come Santa Cecilia a Monte Giordano e Santa Cecilia a Domo Stephani Petri,[1] era una chiesa di Roma che si trovava lungo via del Governo Vecchio, nel rione Parione. Era dedicata a santa Cecilia. Fu demolita nel 1629 per permettere la costruzione dell'oratorio dei Filippini.

Chiesa di Santa Cecilia de Turre Campi
La facciata della chiesa in un'incisione di Girolamo Francino del 1588
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′56.3″N 12°28′08.1″E / 41.898972°N 12.468917°E41.898972; 12.468917
Religionecattolica
TitolareSanta Cecilia
Consacrazione8 maggio 1123
Inizio costruzioneprima del 1123
CompletamentoXVI secolo
Demolizione1629

Il nome "Turre Campi" si riferisce al luogo dove sorgeva la chiesa, dove in precedenza si trovava l'antica torre di Stefano Pietro, un prefetto di Roma;[2] allo stesso modo "Domo Stephani Petri" si riferisce alla residenza di questo prefetto. Il Monte Giordano era una collina nei paraggi.[3][4]

Storia modifica

Probabilmente questa chiesa fu costruita nel dodicesimo secolo. La sua prima menzione è in un'iscrizione del 1123, realizzata durante il pontificato del papa Callisto II (1119-1124).[3][5] Secondo questa, l'altare della chiesa fu consacrato l'8 maggio del 1123 in onore delle reliquie dei santi venerate nella chiesa:

ANNO MILLESIMO DOMINICAE INCARNATIONIS

CENTESIMO VIGESIMO TERTIO AN. QVINTO

PONTIFICATVS D. CALLISTI II. PAPAE INDI

CTIONE PRIMA MAN. MAII THE OCTAVO DEDI

CATVM EST HOC ALTER PER MANVS CINTHII

EPISCOPI SABINENSIS RECONDIDITQVE

IN EO RELIQVIAS SANCTORVM SANCTARVM

CVE COSMAE ET DAMIANI TRYPHONIS

ET RESPICY MAMILIANI EPISCOPI AGA

PITI MAR ARTHEMIAE VIRG NIMPHAE

CIRIACAE VIRG. ET MART. ET ALIO

RVM SANCTORVM

 
In questa incisione di Giovanni Maggi (1625) si può vedere tutto il quartiere che fu demolito per costruire l'oratorio dei Filippini, inclusa la chiesa di Santa Cecilia (indicata dalla freccia).

Inoltre, la chiesa è menzionata in una bolla papale promulgata nel 1186 dal papa Urbano III, che la cita tra le chiese sussidiarie della basilica di San Lorenzo in Damaso.[1] In seguito, la chiesa venne menzionata nel catalogo di Cencio Camerario, una lista delle chiese di Roma compilata da Cencio Savelli nel 1192, con il nome di Sce. Cecilie Stephani de Petro,[6] nel catalogo di Torino (1320 circa)[7] come Ecclesia sancte Cecilie de Campo e nel catalogo del Signorili (1425 circa) come Sce. Cecilie de Campo.[8] Nella tassa di Pio IV, un elenco compilato all'epoca del papa Pio IV (1559-1565), il nome della chiesa di Santa Cecilia è associato al Monte Giordano.[3]

La chiesa aveva una navata semplice con un altare. Nel 1622, il papa Gregorio XV affidò la chiesa agli oratoriani di san Filippo Neri, i quali, nel 1599, avevano già assunto il controllo di Santa Maria in Vallicella. Accanto a quest'ultima fecero costruire un grande complesso chiamato oratorio dei Filippini, che portò alla demolizione della chiesa nel 1629.[9][10]

Note modifica

  1. ^ a b Hülsen 1927, p. 224.
  2. ^ Armellini 1891, p. 395.
  3. ^ a b c Lombardi 1998, p. 186.
  4. ^ Pautrier 2013, p. 81.
  5. ^ Vincenzo Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edificii di Roma dal secolo XI fino ai giorni nostri, Tip. delle scienze matematiche e fisiche, 1878. URL consultato il 9 marzo 2024.
  6. ^ Chiese di Roma nel Medio Evo • Catalogo di Cencio Camerario, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 24 agosto 2023.
  7. ^ Chiese di Roma nel Medio Evo • Il Catalogo di Torino, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 24 agosto 2023.
  8. ^ Chiese di Roma nel Medio Evo • Il Catalogo del Signorili, su penelope.uchicago.edu. URL consultato il 24 agosto 2023.
  9. ^ Costamagna 1997, pp. 62–63.
  10. ^ Armellini 1891, p. 394.

Bibliografia modifica

  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, Tipografia Vaticana, 1891, pp. 394-395.
  • Alba Costamagna, «Santa Maria in Vallicella (chiesa nuova) e Oratorio dei Filippini» in Roma Sacra. Guida alle chiese della Città eterna, 10º itinerario, 1995, settembre 1997, pp. 44–63.
  • Christian Hülsen, Le chiese di Roma nel medio evo, Firenze, Leo S. Olschki, 1927.
  • Ferruccio Lombardi, Roma: le chiese scomparse: la memoria storica della città, seconda edizione, Roma, Fratelli Palombi Editori, 1998, ISBN 88-7621-069-5.
  • Massimo Pautrier, I Santi delle Chiese medievali di Roma (IV–XIV secolo), Roma, 2013.

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