Iconografia rateriana

la più antica rappresentazione grafica di Verona
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L'iconografia rateriana o Civitas Veronensis Depicta è la più antica rappresentazione della città di Verona che si conosca. Risalente alla prima metà del X secolo, venne ritrovata da un monaco benedettino dell'Abbazia di Lobbes (Belgio) in un codice medievale che conteneva anche il ritmo pipiniano. Tale codice era appartenuto a Raterio di Verona vescovo della città tra il luglio del 932 e il 968. Poiché il codice andò perduto a seguito del passaggio delle truppe rivoluzionarie francesi,[1] quella che oggi possediamo è una copia fatta eseguire da Scipione Maffei, erudito veronese del XVIII secolo.[2]

Iconografia rateriana, copia commissionata da Scipione Maffei.

L'iconografia riporta anche la seguente descrizione dell'Arena di Verona:

(LA)

«De summo montis Castrum prospectat in urbem
daedalea factum arte viisque tetris
nobile, praecipuum, memorabile, grande theatrum,
ad decus extructum, sacra Verona, tuum.
Magna Verona, vale, valeas per secula semper
et celebrent gentes nomen in orbe tuum.»

(IT)

«Dalla sommità del colle il Castello guarda davanti a sé, verso la città,
fatto con arte degna di Dedalo, con gallerie buie,
il nobile, distinto, memorabile, grande teatro [l'Arena],
costruito a tuo decoro, sacra Verona.
Grande Verona, addio, vivi nei secoli sempre
e celebrino il tuo nome nel mondo tutte le genti.»

(Civitas Veronensis depicta o iconografia rateriana)

NoteModifica

  1. ^ Ettore Napione e Antonella Arzone, L'Iconografia rateriana.
  2. ^ Venturini, 2013, p. 42.

BibliografiaModifica

Voci correlateModifica