Clan

aggregazione di persone unite da gradi di parentela o di affinità, oppure di comunanza di interessi
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Clan, anticamente clano[1], è un termine utilizzato nelle scienze demo-etno-antropologiche per indicare un gruppo di persone unite da legami di parentela, affinità e/o interessi in comune.

Origine del termine modifica

Clan è un termine di origine etrusca (clan) che significa letteralmente figlio oppure discendenza, e identifica genericamente un'aggregazione di persone unite da gradi di parentela o di affinità, oppure di comunanza di interessi. Talvolta viene usato il sostantivo "lignaggio", che indica un insieme di persone che discendono da un unico antenato.

Storia modifica

 
Distribuzione dei clan scozzesi nelle highlands e delle sub-famiglie nelle lowlands

In diverse culture e situazioni, la parola "clan" si è dimostrata talvolta avere lo stesso significato di altri gruppi basati sulla parentela, come tribù e banda. Spesso il fattore distintivo è che un clan costituisce una parte più piccola di una società più grande come una tribù, un chiefdom, o uno stato. Ne sono esempi le gens dell'antica Roma, i clan scozzesi, cinesi, e giapponesi, che esistono come gruppi di parentela entro le rispettive società. Si noti, tuttavia, che anche le tribù e le bande possono essere componenti di società più grandi. Per esempio, le tribù arabe sono piccoli gruppi all'interno delle cosiddette "stirpi" che costituivano la società araba preislamica, e le bande Ojibwa sono parti più piccole della tribù Ojibwa.

Caratteristiche e struttura modifica

Sebbene l'effettiva genealogia possa essere sconosciuta, i membri di un clan nondimeno riconoscono un membro fondatore o capostipite. Mentre i legami basati sulla parentela possano essere di natura puramente simbolica, alcuni clan condividono un antenato comune "convenuto", che è un simbolo dell'unità del clan. Quando questo antenato non è umano, ci si riferisce ad esso come a un "totem animalesco" o "animale totemico". Generalmente parlando, l'affinità differisce dalla relazione biologica, dato che comprende anche l'adozione, il matrimonio e legami genealogici fittizi.

Alcuni clan sono patrilineari, nel senso che i loro membri sono imparentati secondo la linea maschile. Altri sono matrilineari, nel senso che i loro membri sono imparentati secondo la linea femminile. Altri ancora sono bilaterali, in quanto consistono di tutti i discendenti del capostipite secondo linee sia maschili che femminili; i clan della Scozia ne sono un esempio. Il fatto che un clan sia patrilineare, matrilineare, o bilaterale dipende dalle regole di parentela e dalle norme della società a cui appartengono.

La maggior parte dei clan è esogamo, nel senso che i suoi membri non possono sposarsi l'un l'altro ma nelle culture animistiche e islamiche, il "matrimonio preferenziale" è quasi sempre considerato quello fra cugini, appartenenti al medesimo clan. Alcuni clan hanno un capo ufficiale come un chieftain, una matriarca o un patriarca.

A parte queste diverse tradizioni di parentela, ulteriore confusione concettuale emerge dagli usi colloquiali del termine. Nei paesi post sovietici, per esempio, è molto comune parlare di clan riferendosi a reti informali all'interno della sfera economica e politica. Questo uso riflette l'assunto che i loro membri abbiano verso gli altri membri relazioni particolarmente strette e di sostegno reciproco, prossime alla solidarietà tra parenti.

Note modifica

  1. ^ Clan, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 ottobre 2016.

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Collegamenti esterni modifica

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