Il clan Hayashi (林氏?, Hayashi-shi) fu un clan di samurai giapponesi che servirono come importanti consigoieri degli shōgun Tokugawa. Tra i membri del clan che occuparono potenti posizioni nello shogunato vi fu il suo fondatore Hayashi Razan, che tramandò la sua carica di rettore ereditario della scuola neoconfuciana di Shōhei-kō a suo figlio, Hayashi Gahō, che la tramandò a sua volta a suo figlio, Hayashi Hōkō; questa linea di discendenza continuò fino alla fine del mandato di Hayashi Gakusai nel 1867. Tuttavia, elementi della scuola continuarono fino al 1888, quando essa fu incorporata nell'Università di Tokyo appena organizzata.

Hayashi
TitoliRettore
FondatoreHayashi Razan
Ultimo sovranoHayashi Gakusai
Data di fondazioneXVII secolo
Data di estinzione1867

Analisi critica modifica

La posizione speciale della famiglia Hayashi come consiglieri personali degli shōgun diede alla loro scuola un imprimatur di legittimazione che nessun'altra accademia confuciana contemporanea possedeva.[1] Questo significava che le opinioni o l'interpretazione degli Hayashi erano costruite come dogma.[2] Chiunque sfidasse lo status quo degli Hayashi era percepito come se tentasse di sfidare l'egemonia Tokugawa; e qualsiasi disaccordo con gli Hayashi era presentato come se minacciasse la più vasta struttura delle complesse relazioni di potere all'interno delle quali era integrato il campo confuciano.[3] Qualsiasi disputa nel campo confuciano negli anni 1650 e 1660 potrebbe aver avuto origine in rivalità personali in autentici disaccordi filosofici, ma qualsiasi questione si intrecciava inestricabilmente con la presenza politica dominante dello shōgun e di coloro che governavano in suo nome.[1]

In questo periodo, i Tokugawa e i daimyō fudai erano solo i più potenti dei quasi 50 signori detentori di domini nel paese. Riempiendo le alte cariche dello shogunato con i loro fidati, leali daimyō, gli shōgun paradossalmente aumentarono il potere di questi detentori di cariche e diminuirono i poteri che erano un tempo detenuti dal solo Ieyasu,[4] il che spingeva ciascuno a guardarsi con maggior zelo contro qualsiasi cosa che potesse essere ritenuta minimizzare il potere e il prestigio intrecciati; e i caratteri volubili degli shōgun esarcebarono ulteriormente questo sviluppo this development.[5][3] La stessa struttura di potere del periodo Edo scoraggiava il dissenso da ciò che divenne l'ortodossia accettata degli Hayashi.

Tra i vari affini dei Tokugawa, lo stesso capo della famiglia Hayashi era un hatamoto di alto rango (così ricadendo sotto la giurisdizione dell'wakadoshiyori), e possedeva un reddito di 3.500 koku.[6]

Membri notevoli del clan modifica

 
Colonnato presso il ricostruito Yushima Seidō.

Nei primi anni del periodo Edo, il seidō o "Sala dei saggi" confuciani era localizzata a Shinobugaoka; ma nel 1961, fu spostata in una nuova localizzazione in cima a una collina nella quartiere Yushima di Edo.[7] I capi ereditari dello Yushima Seidō (in seguito, il daigaku di Edo) sono identificati sotto.

 
Le bandiere segnano l'entrata del ricostruito Yushima Seidō (Tokyo).

Note modifica

  1. ^ a b Yamashita, Samuel Hideo, Yamasaki Ansai and Confucian School Relations, 1650–1675, in Early Modern Japan, vol. 9, n. 2, autunno 2001, pp. 3–18.
  2. ^ Ooms (1998), pp. 107–108.
  3. ^ a b Bourdieu et al. (1992), p. 106.
  4. ^ Totman (1967), p. 208.
  5. ^ Yamashita (2001), p. 16.
  6. ^ Ogawa (2003), p. 85.
  7. ^ a b De Bary et al. (2005), Sources of Japanese Tradition, Vol. 2, p. 443.
  8. ^ a b Screech (2006), p. 65.
  9. ^ Cullen (2003), p. 59.
  10. ^ a b c d e Nussbaum et al. (2005), p. 300.
  11. ^ Cullen (2003), pp. 117, 163.
  12. ^ Asiatic Society of Japan. (1908). Transactions of the Asiatic Society of Japan, v36:1(1908), p. 151.
  13. ^ Cullen (2003), p. 178 n. 11.
  14. ^ a b Nussbaum et al. (2005), p. 301.
  15. ^ Cullen (2003),p. 159.
  16. ^ Cullen, p. 163.
  17. ^ Mehl (2003), p. 49.
  18. ^ Mehl (2003), p. 92.

Bibliografia modifica

Ulteriori letture modifica

Controllo di autoritàNDL (ENJA00647916
  Portale Giappone: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Giappone