Cleone di Gordiucome

sovrano

Cleone di Gordiucome o Cleone il miso (greco: Κλέων; ...) fu un re-brigante dell'Asia minore.

Si creò una reputazione con furti e saccheggi nella zona dell'Olimpo della Misia, occupando per lungo tempo la fortezza che gli antichi geografi chiamavano Callydium (Strabone) o Calydnium (Eustazio)[1].

Cercò, all'inizio, il favore di Marco Antonio, che gli concesse molte terre in cambio di aiuto. Nel 40 a. C. le forze di Cleone prostrarono una falange d'invasione dei Parti guidati da Labieno[2].

Nel 31 a. C., all'incirca al tempo della Battaglia di Azio, il brigante passò dalla parte di Augusto. In cambio dei servizi resi nella guerra contro Marco Antonio[1], l'imperatore nominò Cleone sacerdote della dea Bellona nella città-santuario di Comana di Cappadocia, e quindi, sovrano del territorio circostante[3]. Cleone aggiunse quello che gli era stato donato da Augusto a ciò che aveva ricevuto da Marco Antonio e si atteggiò a re[4], sotto l'imperatore, fondò la città di Giuliopoli dalla sua città natale Gordiucome[5]. Strabone menziona che Cleone fosse uno dei sacerdoti di Giove Abretano e sovrano della Morena, una regione della Misia di cui nessun altro scrisse[1].

Il regno di Cleone fu fallimentare e estremamente breve, l'uomo morì appena un mese dopo la sua nomina[6]. Nei resoconti dei suoi contemporanei, è scritto che la morte sopraggiunse poiché aveva ignorato il tabù di mangiare carne di maiale all'interno del tempio di Bellona[2].

C'è qualche resoconto che Cleone fosse succeduto a Licomede di Comana come sovrano, dopo il brevissimo regno di Medeio. Strabone suggerisce che Medeio e Cleone fossero nomi differenti per la stessa persona, il primo quello greco e il secondo quello di nascita[5][7]. In ogni caso, dopo Cleone, il trono passo a Dyteutus.

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