Costanzo (... – ...; fl. V secolo) è stato vescovo di Sutri, storicamente documentato nel 487.

Biografia modifica

Non si hanno notizie sulla vita e l'operato del vescovo Costanzo. È noto solo per la sua partecipazione al concilio lateranense indetto a Roma da papa Felice III e celebrato in basilica Constantiniana, ossia San Giovanni in Laterano, il 13 marzo 487.[1][2]

Il concilio affrontò il problema dei lapsi, ossia di quei cristiani delle province africane che, durante le persecuzioni di Unnerico, re ariano dei Vandali (477-484), avevano abiurato la fede cattolica. Secondo Rajko Bratož, «oltremodo severi furono i decreti sinodali nei confronti degli apostati pentiti. Essi prescrivevano infatti la penitenza perpetua per quanti fossero stati - prima dell'atto di abiura - vescovi, presbiteri e diaconi: solo in punto di morte, dunque, essi sarebbero stati ammessi alla comunione della Chiesa ed ai sacramenti. Per i chierici che avevano ricevuto gli ordini minori, per i monaci e per i laici, i padri sinodali stabilirono che dovessero rimanere per tre anni inter audientes, per sette inter poenitentes e che solo dopo altri due anni potessero essere riammessi ai sacramenti ed alla comunione della Chiesa cattolica. Molto più miti furono le pene previste per i minorenni».[3]

L'anno successivo, il 15 marzo 488, il pontefice inviò universis episcopis per diversas provincias constitutis la lettera sinodale con cui comunicava ai vescovi delle Chiese d'Occidente i risultati dei lavori conciliari. La lista delle presenze riporta un elenco di 43 vescovi. Tra questi, Constantio Sutrino, il cui nome appare in 34ª posizione tra Pietro di Lorium e Felicissimo di Sabina.[4]

Il 13 maggio 495 papa Gelasio I convocò un concilio in basilica Petri (San Pietro in Vaticano) alla presenza di 45 vescovi, tra cui due vescovi di nome Costanzo.[5] Gli atti di quel concilio tuttavia non riportano la sede di appartenenza dei vescovi: la prosopografia di questo periodo attesta che, oltre Sutri, anche le diocesi di Trevi, Camerino e Venafro avevano vescovi di nome Costanzo.[6] Non è perciò certa la presenza del vescovo sutrino al concilio del 495.

Note modifica

  1. ^ Epistolae Romanorum Pontificum genuinae et quae ad eos scriptae sunt a S. Hilaro usque ad Pelagium II, recensuit et edidit Andreas Thiel, Tomus I : A S. Hilaro usque ad S. Hormisdam (461-523), Brunsbergae, 1868, pp. 259-266.
  2. ^ Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604) , École française de Rome, premier volume, Rome, 1999, pp. 476-477.
  3. ^ Rajko Bratož, v. Felice III, santo, in Enciclopedia dei Papi, 2000.
  4. ^ Epistolae Romanorum Pontificum genuinae et quae ad eos scriptae sunt a S. Hilaro usque ad Pelagium II, recensuit et edidit Andreas Thiel, Tomus I : A S. Hilaro usque ad S. Hormisdam (461-523), Brunsbergae, 1868, p. 260.
  5. ^ Epistolae Romanorum Pontificum genuinae et quae ad eos scriptae sunt a S. Hilaro usque ad Pelagium II, recensuit et edidit Andreas Thiel, Tomus I : A S. Hilaro usque ad S. Hormisdam (461-523), Brunsbergae, 1868, p. 437.
  6. ^ Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604) , École française de Rome, premier volume, Rome, 1999, pp. 477-479. Secondo l'autore, anche i vescovi di nome Costantino, attestati in questo periodo a Aquino, Capua e Otricoli, potrebbero essere identificati con uno dei due Costanzo del 495 (pp. 467-470).