Bhūmi

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Bhūmi è un sostantivo femminile sanscrito che indica una "terra" un'"area", una "estensione".

Nell'induismo, Bhūmi è uno dei nomi della divinità della terra, che corrisponde alla vedica Prithvi.

Nel Buddismo Mahāyāna il termine indica le "terre" (gli "stadi") che un bodhisattva deve attraversare nel suo percorso spirituale per divenire un buddha perfetto (samyaksaṃbuddha). Esse sono enumerate come "Dieci terre" (Daśa bhūmi).

Nelle altre lingue asiatiche i termini sanscriti bhūmi e daśa bhūmi vengono così resi:

I sūtra e i śāstra descrittivi le "Dieci terre" del bodhisattva (Daśa bhūmi)

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Sono diversi i sūtra e i commentari (śāstra) del Buddismo Mahāyāna che trattano della dottrina delle daśa bhūmi, tra questi:

Le Dieci terre del bodhisattva (daśa bhūmi)

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Il Daśabhūmikasūtra è il sūtra principale che enuncia la dottrina delle bhūmi, indicando nella bodhicitta (Mente del Risveglio, ovvero l'aspirazione ad ottenere il Risveglio) il primo passo per entrarvi. Di seguito l'elencazione e la illustrazione delle daśa bhūmi così come presentata nel Daśabhūmikasūtra:

  1. Pramuditābhūmi ("Terra della Grande gioia")
    • Così indicata in quanto il bodhisattva si sente prossimo all'"illuminazione" e comprendendo il beneficio che questa reca a tutti gli esseri senzienti prova un sentimento di "grande gioia"; in questa bhūmi si perfeziona ogni virtù, ma in particolare la pāramitā della "generosità" (dāna).
  2. Vimalābhūmi ("Terra della Purezza")
    • Attraversando la seconda bhūmi, ci si libera dall'immoralità, conquistando la purezza; in questa bhūmi si pratica la pāramitā della "disciplina morale" (śīla).
  3. Prabhākarībhūmi ("Terra che illumina")
    • Quando si raggiunge questa bhūmi il bodhisattva illumina con la luce (della sua comprensione del Dharma) tutto il mondo che lo circonda; la pāramitā prediletta è la "pazienza" (kṣānti).
  4. Arciṣmatibhūmi ("Terra Radiante")
  5. Sudurjayābhūmi ("Terra impegnativa da superare")
    • Quando ottiene questa bhūmi il bodhisattva cerca di aiutare gli esseri senzienti a ottenere la maturità, ma non si lascia coinvolgere emotivamente quando tali esseri rispondono negativamente impedendo così a Māra, il tentatore dello stesso Gautama Buddha, di avere la meglio, e ciò è molto difficile; la pāramitā praticata è la concentrazione meditativa (dhyāna).
  6. Abhimukhībhūmi ("Terra in vista della Realtà", o "Terra faccia a faccia")
    • Dipendendo dalla perfezione della coscienza della sapienza, il bodhisattva non è più vincolato al saṃsāra ma non ha ancora raggiunto il nirvāṇa anche se lo vede "faccia a faccia"; la pāramitā enfatizzata è la saggezza (prajñā).
  7. Dūraṃgamābhūmi ("Terra che procede lontano")
    • Il bodhisattva giunto a questo punto è in grado di vedere la Realtà per come essa è (Tathātā). Comprende la base di ogni esistente (bhūtakoṭivihāra) ed è in grado di utilizzare gli "abili mezzi" (upāya), per aiutare il prossimo.
  8. Acalābhūmi ("Terra immutabile")
    • Il bodhisattva ora non è più spinto dai pensieri inerenti alla vacuità (śūnyatā) o quelli inerenti ai fenomeni (dharma). Coltivando la pāramitā del "voto risoluto" (pranidhana) egli è in grado di attraversare liberamente i diversi piani di esistenza.
  9. Sādhumatībhūmi ("Terra del Buon discernimento")
    • Qui il bodhisattva acquisisce le quattro conoscenze analitiche (pratisaṃvid) e si perfeziona nella pāramitā della "forza spirituale" (bala).
  10. Dharmameghabhūmi ("Terra delle Nuvola del Dharma")
    • Il corpo del bodhisattva è ora luminoso, costituito da pietre preziose ed egli è in grado di operare miracoli al di fuori delle leggi della natura a favore di tutti gli esseri senzienti. Egli in questa terra si perfeziona nella "conoscenza trascendentale" (jñāna).

Con il superamento delle dieci bhūmi, secondo il Buddismo Mahāyāna, il bodhisattva consegue l'Illuminazione completa (l'anuttarā-samyak-saṃbodhi) e diviene un buddha.

Da tener presente, come nota Nakamura Hajime[1], che in alcune tradizioni buddiste afferenti al Canone cinese, come le scuole Chán e Zen, il percorso del bodhisattva viene inteso attraverso non un procedere graduale ma immediato ovvero per tramite una "illuminazione" (悟 , giapp, satori) raggiunta subitaneamente. Allo stesso modo alcune tradizioni afferenti al Canone tibetano nonché al Buddismo esoterico estremo-orientale, ritengono che per mezzo di alcune pratiche proprie del "Tantrismo", l'obiettivo dell'anuttarā-samyak-saṃbodhi possa essere conseguito "in questo corpo e in questa vita".

  1. ^ Enciclopedia delle Religioni vol.10. Milano, Jaca Book, 2004, pag.40

Bibliografia

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  • Har Dayal. The Bodhisattva Doctrine in Buddhist Sanskrit Literature. London, Kegan Paul, Trench, Trubner, 1932.
  • Leslie S. Kawamura (a cura di). The Bodhisattva Doctrine in Buddhism. Wilfrid Laurier University Press, 1981.
  • Paul Williams. Encyclopedia of Religion vol.2. NY, Mac Millan, 2005.
  • Nakamura Hajime. Enciclopedia delle Religioni vol.10. Milano, Jaca Book, (1988) 2006.

Voci correlate

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