Decimo Aterio Agrippa

politico romano

Decimo Aterio Agrippa (in latino Decimus Haterius Agrippa; 13 a.C. circa[1]32) è stato un politico romano.

Decimo Aterio Agrippa
Console dell'Impero romano
Nome originaleDecimus Haterius Agrippa
Nascita13 a.C. circa
Morte32
ConiugeDomizia maggiore
FigliQuinto Aterio Antonino
GensAteria
PadreQuinto Aterio
MadreVipsania Attica
Tribunato della plebe15
Pretura17
Consolato22

Biografia modifica

Origini familiari modifica

Decimo era il figlio dell'oratore e senatore romano Quinto Aterio e di Vipsania Attica, probabilmente figlia di Marco Vipsanio Agrippa e Cecilia Attica.[1]

Attività politica modifica

Fu tribuno della plebe nel 15 ed usò il suo veto in più occasioni;[2] fu senatore e nel 17 sostituì il deceduto Lucio Vipstano Gallo diventando pretore, grazie all'aiuto di Germanico e Druso minore, suoi parenti, che fecero in modo che la legge fosse aggirata.[3] Nel 21 Agrippa fu eletto console per l'anno successivo e in veste di consul designatus richiese per Clutorio Prisco, un poeta, la pena capitale con l'accusa di aver composto un carme sulla morte di Druso minore mentre questi era ancora in vita.[4] Fu quindi console per l'anno successivo, durante il quale furono approvate delle leggi contro il lusso eccessivo.[5] Agrippa sollecitò fortemente l'imperatore Tiberio all'approvazione di una legge che limitava il numero di candidati a cariche politiche per ogni famiglia. Nel 32 Agrippa portò avanti molte accuse contro i consoli suffetti dell'anno precedente, Lucio Fulcinio Trione e Publio Memmio Regolo, poiché, dopo essersi accusati tra loro, tacevano facendo pensare che coprissero i loro misfatti a vicenda.[6] Il senato, però, non volle accrescere le preoccupazioni di Tiberio e quindi Agrippa venne accantonato.[6]

«Aterio ne uscì più odiato di prima, perché, smidollato dal sonno e da veglie di lussuria, e, proprio per la sua apatia, libero dalla paura delle crudeltà del principe, meditava, tra orge e turpitudini, la rovina di uomini illustri»

Agrippa morì quello stesso anno, vittima del regno del terrore di Tiberio.[7]

Matrimonio e discendenza modifica

Sposò Domizia maggiore, figlia di Antonia maggiore e Lucio Domizio Enobarbo. Il loro unico figlio fu il console Quinto Aterio Antonino.[8]

Note modifica

  1. ^ a b Syme 1993, p. 145.
  2. ^ Tacito, Annales, I, 77; Syme 1993, p. 145.
  3. ^ Tacito, Annales, II, 51; Syme 1993, p. 145.
  4. ^ Tacito, Annales, III, 49.
  5. ^ Tacito, Annales, III, 52.
  6. ^ a b Tacito, Annales, VI, 4.
  7. ^ Syme 1993, 146.
  8. ^ Lightman 2008, pag. 104; Syme 1993, pp. 162-163.

Bibliografia modifica

Fonti primarie
  • Tacito, Annales.  
    • (IT) Annali — traduzione in italiano di Progettovidio;
    • (EN) Annals   — traduzione in inglese di Alfred J. Church e William J. Brodribb.
Fonti storiografiche moderne

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