Dipartimento della protezione civile

struttura del Governo italiano per la previsione e la gestione di disastri

Il Dipartimento della protezione civile

Dipartimento della Protezione Civile
Sede centrale del dipartimento a Roma
StatoItalia Italia
TipoDipartimento presso la presidenza del Consiglio dei ministri
Istituito1990
Capo dipartimentoFabrizio Curcio
Impiegati1 151[1]
SedeRoma
IndirizzoVia Ulpiano, 11 - 00193 Roma
SloganAd unum pro civibus vigilantes
Sito webSito ufficiale

Il Dipartimento della protezione civile è la struttura del governo italiano preposta al coordinamento delle attività relative al servizio nazionale della protezione civile. Istituito dal d.p.c.m. 13 febbraio 1990, n. 112, è incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.[2]

StoriaModifica

La mancanza di organizzazione e coordinamento dei soccorsi, ai limiti dell'improvvisazione, durante l'incidente di Vermicino del 1981 - in cui, dopo tre giorni di inutili tentativi di soccorso, morì Alfredo Rampi, 6 anni, caduto accidentalmente in un pozzo rimasto aperto - fecero capire l'esigenza di una nuova struttura organizzativa per poter gestire le situazioni di emergenza e negli anni successivi portò alla nascita della Protezione Civile, all'epoca ancora solo sulla carta.[3][4][5][6]

OrganizzazioneModifica

Il Dipartimento odierno costituisce il superamento del precedente Ministero per il coordinamento della protezione civile, poiché in passato era alle dipendenze di quest'ultimo, mentre dal 1996 al 2001 le relative funzioni sono state assegnate al ministro dell'interno.

Al dipartimento fanno inoltre capo la Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi (cosiddetta Commissione grandi rischi) e il Comitato operativo della protezione civile.

L'organizzazione e l'attività della struttura rientrano nell'ambito di competenza dal Capo del Dipartimento. Il dipartimento si articola in 4 uffici:

  • ufficio coordinamento attività di previsione e prevenzione, comprendente 4 servizi:
  • ufficio emergenze, comprendente 6 servizi e 3 centri:
  • coordinamento soccorsi;
  • interventi straordinari;
  • pianificazione e attivita' addestrative;
  • materiali e mezzi per l'emergenza;
  • difesa civile;
  • emergenza sanitaria;
  • per il centro polifunzionale;
  • Centro situazioni (CE.SI.);
  • Centro operativo aereo unificato (C.O.A.U.);
  • Centro operativo emergenze in mare (C.O.E.M.);
  • ufficio opere pubbliche di emergenza, comprendente 5 servizi;
  • ufficio affari generali, documentazione e volontariato, comprendente 3 servizi e 2 Centri;
  • affari generali;
  • documentazione e biblioteca;
  • volontariato;
  • Centro applicazioni e studi informatici (C.A.S.I.);
  • Centro telecomunicazioni di protezione civile (C.T.);
  • ufficio organizzazione, affari amministrativi e finanziari, comprendente 3 servizi:
  • organizzazione;
  • affari contabili e finanziari;
  • attività contrattuali.

FunzioniModifica

Al dipartimento sono attribuite, tra le altre, le seguenti funzioni:

  • promuovere le iniziative che concorrono all'attuazione del servizio nazionale della protezione civile, compresa la predisposizione dei mezzi necessari;
  • acquisire e divulgare dati e informazioni relativi alla previsione e alla prevenzione delle emergenze;
  • curare i rapporti con gli enti che svolgono attività scientifica in materia di protezione civile;
  • coordinare piani di protezione civile (nazionali o territoriali), di emergenza e di utilizzazione di risorse, nonché piani di soccorso e di protezione ai fini della difesa civile, comprese le misure sanitarie, per emergenze sul territorio nazionale ed estero;
  • informare la popolazione e organizzare esercitazioni di protezione civile;
  • coordinare le amministrazioni in vista di interventi di protezione civile nelle fasi successive all'emergenza, nei casi di gravi calamità;
  • promuovere interventi di ripristino delle strutture danneggiate e la realizzazione di opere pubbliche di emergenza;
  • individuare associazioni e gruppi di volontariato di protezione civile

NoteModifica

  1. ^ Dati sul personale del sito ufficiale, su protezionecivile.gov.it. URL consultato il 6 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2017).
  2. ^ Legge 13 febbraio 1990, n. 112, su normattiva.it.
  3. ^ Antonio Marchetta, Alfredino Rampi, a 30 anni dall'orrore del pozzo artesiano di Vermicino, in Corriere Informazione, 9 giugno 2011. URL consultato il 19 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2011).
  4. ^ Trent'anni fa la tragedia di Alfredino Rampi, in Il Sole 24 Ore, 10 giugno 2011. URL consultato il 19 giugno 2011 (archiviato il 21 febbraio 2020).
  5. ^ Napolitano ricorda Alfredino Rampi: la tragedia creò le condizioni per l'istituzione della Protezione civile, in Il Sole 24 Ore, 11 giugno 2011. URL consultato il 19 giugno 2011 (archiviato il 21 febbraio 2020).
  6. ^ Raffaella Troili, Vermicino, il pozzo di Alfredino Rampi è rimasto come trent'anni fa, in Il Messaggero, Roma, 10 giugno 2011. URL consultato il 19 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2011).

Voci correlateModifica

Altri progettiModifica

Collegamenti esterniModifica

  • Sito ufficiale, su protezionecivile.gov.it.
  • IT-alert, su it-alert.it. URL consultato il 3 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2021).
Controllo di autoritàISNI (EN0000 0004 1773 7551 · Thesaurus BNCF 7756 · BNE (ESXX524439 (data)