Discussione:Aeque principaliter

Ultimo commento: 6 mesi fa, lasciato da Jerus82 in merito all'argomento Modifiche

Si può parlare di CONCATTEDRALE solo nei casi di PLENA UNIONE!--FeltriaUrbsPicta (msg) 01:29, 5 dic 2008 (CET)Rispondi

Puoi fornire una fonte sull'argomento, per favore?  AVEMVNDI (DIC) 09:02, 5 dic 2008 (CET)Rispondi

Fonti modifica

Per questa voce manca una bibliografia chiara, che spieghi il significato e la portata "canonica" dell'espressione Aeque Principaliter. Quello che c'è scritto mi sembrano convinzioni (più o meno) personali, probabilmente vere, ma senza una fonte di riferimento (che non siano i soliti siti web, dove si trova di tutto e di più). Per es. è stata fatta questa modifica, ma siamo certi che sia davvero così? D'altronde noi abbiamo, in wiki, LA diocesi di Teruel e Albarracín e non LE diocesi di Teruel e Albarracín. È una sola diocesi o no? Scrivo, perchè non lo so e purtroppo non ho trovato online nessuno studio canonico che mi spieghi cosa è questa unione.. --Croberto68 (msg) 18:39, 19 set 2023 (CEST)Rispondi

Altrove, proprio in questi giorni, discutevo riguardo l'argomento in questione. Non credo esista uno studio canonico che spieghi cosa sia nella sostanza questa unione. Per rispondere alla tua domanda, le diocesi unite aeque principaliter rimangono soggetti giuridicamente indipendenti ma, a differenza dell'unione in persona episcopi, oltre al vescovo possono condividere anche strutture di governo come la curia diocesana, l'istituto di sostentamento del clero (per l'Italia), il seminario, eccetera.
A sostegno dell'indipendenza giuridica porto questi numerosi esempi, consapevole che siano appunto degli esempi e non vere e proprie fonti:
  1. il vescovo eletto prende possesso di tutte le sedi unite, le quali hanno una propria cattedrale ([1]);
  2. ogni singola diocesi continua ad incardinare il clero. Si veda qui: l'amministratore diocesano è incardinato a San Giovanni di Moriana. In AAS 61 (1969), p. 744 il neo-eletto Ubaldo Calabresi è indicato come e clero saeculari dioecesis Setinae, sebbene Sezze fosse unita aeque principaliter a Terracina e a Priverno con certezza dal 1726, nei fatti già dal XII secolo;
  3. ogni sede unita conserva le sue parrocchie (si veda qui: "Nel 1885 le tre diocesi comprendevano 23 parrocchie in totale, così distribuite...");
  4. in caso di trasferimenti di parrocchie, esse vengono assegnate ad una sola delle diocesi unite. Traggo gli esempi dal decreto Conferentia Episcopalis Picena, AAS 76 (1984), pp. 910-913:
    Praeterea ab eadem Ecclesia [quella di Camerino, N.d.R.] territorium distrahit paroeciarum [...] quae territoria dioecesi Fabrianensi adiungit. [...]
    A dioecesi Auximana territorium distrahit paroeciarum nomine [...] et Maceratensi Ecclesiae tribuit
    .
    Le parrocchie furono cedute alle diocesi di Fabriano e di Macerata, nonostante queste sedi fossero da secoli unite rispettivamente a Matelica e Tolentino;
  5. in caso di unione tra una sede metropolitana e un altro tipo di sede, l'Annuario pontificio indica le suffraganee come suffraganee della sola sede metropolitana ([2]);
  6. diverso è il discorso della curia diocesana, che tendenzialmente è una sola, ma ciò viene stabilito dalla bolla di unione. È possibile avere più curie e più vicari generali (il caso di Terracina, Sezze e Priverno prima del decreto Ad spirituale, AAS 50 (1958), pp. 223-224), una curia sola e un solo vicario (le diocesi summenzionate dopo detto decreto), una curia e più vicari (vedi qui).
--Almàr23 (msg) 20:59, 19 set 2023 (CEST)Rispondi
Grazie per questi esempi. Ne potrei aggiungere un altro. Quando si trattò con il Governo italiano per la riforma delle diocesi negli Anni Ottanta, ogni vescovo dovette presentare l'elenco delle parrocchie della propria diocesi per ottenere lo status di ente legalmente riconosciuto. Tra l'altro, fu l'occasione, per molte diocesi, di riformare il numero delle proprie parrocchie. Ebbene, per le diocesi unite "aeque princpaliter", il vescovo presentò elenchi separati per ciascuna delle "sue diocesi" (pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale), eccetto alcuni casi (suppongo perchè l'unione ae.prin. era talmente vecchia che si era perso quali parrocchie appartenessero a chi..). Ma la mia domanda di fondo resta ancora: in questa unione, le due/tre diocesi restano due/tre o se ne forma solo una? Io penso che l'unione è reale, anche se il titolo e le strutture restano distinte: la diocesi di Teruel e Albarracín è una sola, con due titoli distinti, due cattedrali, due strutture, ecc. ecc. L'AP tiene unite le diocesi come se fosse una sola (cosa che non avviene per l'unione in persona episcopi). Ma, ovviamente, sono pensieri miei.--Croberto68 (msg) 12:04, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
Dal punto di vista giuridico le diocesi unite aeque principaliter sono e rimangono indipendenti. Purtroppo spesso si estende il titolo che spetta al vescovo di due o più diocesi unite aeque principaliter alle stesse diocesi unite aeque principaliter, nonostante l'unione aeque principaliter non comporti, per le diocesi unite, un nuovo titolo. --FeltriaUrbsPicta (msg) 12:18, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
Concordo con Feltria, soprattutto riguardo l'estensione del titolo alle diocesi. Per esempio: non esiste l'arcidiocesi di Pamplona e Tudela. A mio parere dovremmo trattare le diocesi unite aeque principaliter come nel caso della diocesi di Kilfenora o della diocesi di Trebigne-Marcana (che sono affidate in regime di amm. perpetua). --Almàr23 (msg) 13:43, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
L'arcidiocesi di Pamplona e Tudela, infatti, non esiste. Esistono l'arcidiocesi di Pamplona e la diocesi di Tudela. L'arcivescovo dell'arcidiocesi di Pamplona è anche vescovo della diocesi di Tudela. Se volete vi racconto un aneddoto che risale agli anni settanta del secolo scorso (io non ero nato ma è documentabile). --FeltriaUrbsPicta (msg) 13:58, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
Racconta pure! --Almàr23 (msg) 14:25, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
Circa cinquant'anni fa il vescovo di Feltre e Belluno Gioacchino Muccin chiese alle due diocesi del quale era vescovo se, dopo oltre centocinquant'anni di unione aeque principaliter, volessero ancora rimanere due diocesi distinte (con due curie, due vicari generali, ecc.). Dal dibattito che ne seguì emerse chiara la volontà di rimanere due diocesi distinte. Il vescovo ne prese atto e non avviò l'iter per la piena unione. --FeltriaUrbsPicta (msg) 15:40, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
Alla fine però ha vinto la storia... ::)) Cmq, ho riletto con attenzione tutto quello sopra scritto. Mi è venuta spontanea una domanda: Ma allora, qual è la differenza tra l'unione in persona episcopi e l'unione aeque principaliter? A me sembra che tutto quello che è stato scritto vale anche per l'unione in persona episcopi. Ma, ci sarà pure qualcosa che distingue questi due tipi di unione!!--Croberto68 (msg) 17:52, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
A questo punto, credo che il discriminante tra i due tipi di unione sia il punto 6 dell'elenco sopra. Nel caso, tuttavia, di curie indipendenti (come quello citato di Feltre e Belluno) mi è difficile trovare le differenze da un'unione in persona episcopi. --Almàr23 (msg) 18:56, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
L'unione in persona episcopi è un'unione provvisoria, l'unione aeque principaliter è un'unione perpetua che richiede una bolla papale di unione. Qualora vengano meno le motivazioni per le quali due o più diocesi sono state unite aeque principaliter, le diocesi possono essere separate con bolla papale. --FeltriaUrbsPicta (msg) 21:42, 20 set 2023 (CEST)Rispondi
[@ Almàr23] Trattandosi di un'unione aeque principaliter, ogni diocesi dovrebbe avere una propria curia ed un proprio vicario generale. I vescovi devono comunque fare i conti con i numeri (crisi demografica e/o vocazionale). Se una diocesi, già unita ad un'altra diocesi, si ritrova con pochi presbiteri, potrebbe dover rinunciare ad avere una propria curia ed un proprio vicario generale. --FeltriaUrbsPicta (msg) 15:48, 21 set 2023 (CEST)Rispondi
Per cui, se ho ben capito, le due unioni (in persona episcopi/IPE o aeque princ.AEP) sono, dal punto di vista pratico (del risultato), la stessa cosa; cambia solo la forma con cui sono espresse? Non mi convince. A questo punto, a me sembra che sia impropria la terminologia di "unione", quando si parla di IPE: lo stesso vescovo è nominato alla sede di A e alla sede di B, che non sono affatto unite (se non nell'abitudine di parlare di "unione IPE"; vedi i Bollettini della S.Sede). Mentre, quando si tratta di AEP, le bolle si esprimono chiaramente per una "unione". Ora, in qualche modo qs unione si deve manifestare, anche nella pratica (e non solo su un pezzo di carta). Qualcuno può controllare se, per le sedi unite AEP, vi una sola nomina, o due, o in che forma? Senza fretta, ovviamente.--Croberto68 (msg) 16:20, 21 set 2023 (CEST)Rispondi
Sedi unite AEP
- Archiepiscopali Ecclesiae Camberiensi atque Cathedralibus Ecclesiis Maurianensi et Tarantasiensi, R.D. Philip pum Ballot, hactenus Archidioecesis Bisuntinae Vicarium Generalem.
- Episcopali Ecclesiae Terulensi et Albarracinensi R.D. Iosephum Antonium Satué Huerto, e clero dioecesis Oscensis, hactenus Officialem Congregationis pro Clericis.
Sedi unite IPE
- Cathedralibus Ecclesiis Cuneensi et Fossanensi, R.D. Petrum Delbosco, e clero archidioecesis Taurinensis, hactenus in loco vulgo dicto « Poirino » Parochum.
C'è però da dire che l'utilizzo del singolare o del plurale per le sedi AEP è scelto a piacere: qui alcune mie osservazioni del 2022. --Almàr23 (msg) 16:36, 21 set 2023 (CEST)Rispondi
Beh... ho capito che devo restare nel dubbio. I dati qui sopra dicono tutto e non dicono nulla. Per questo c'è bisogno di un testo "canonico" che ci spieghi le cose, perchè così, a mio avviso, siamo in alto mare.--Croberto68 (msg) 16:51, 21 set 2023 (CEST)Rispondi
Negli anni ho avuto modo di approfondire l'argomento. Dall'idea che mi sono fatto, per la Santa Sede è un tabù. --FeltriaUrbsPicta (msg) 13:58, 22 set 2023 (CEST)Rispondi
Che in Curia ci capiscano poco, o abbiano le idee confuse, lo si capisce da questo messaggio di Giovanni Paolo II, quando dice che il 22 settembre 1653 egli [Innocenzo X] istituì la Diocesi di Prato, legandola aeque principaliter, in persona episcopi, alla Chiesa di Pistoia.--Croberto68 (msg) 18:00, 22 set 2023 (CEST)Rispondi

Modifiche modifica

In attesa di "tirare le fila" della discussione sulle fonti, direi che possiamo continuare a migliorare la voce.

  1. In primis direi di modificare l'incipit: le diocesi non vengono unite AEP per evitare questioni di predominanza. Caso esempio è sempre quello dell'arcidiocesi di Pamplona e della diocesi di Tudela: va da sé che Pamplona, essendo sede metropolitana, è predominante sulla sede di Tudela.
  2. Inizierei ad aggiungere il discorso sulla sussistenza delle singole sedi, ognuna con la propria cattedrale e lo raccorderei con il paragrafo sulla concattedrale di San Marco Argentano (caso più unico che raro).
  3. Mi sembra di capire che le sedi unite AEP, sull'Annuario pontificio, sono indicate con la data di erezione tra parentesi dopo il nome di ciascuna diocesi. All'elenco delle sedi oggi unite, pertanto, andrebbero aggiunte Cork e Ross, Galway e Kilmacduagh, Waterford e Lismore, Down e Connor, Kildare e Leighlin.

--Almàr23 (msg) 22:51, 22 set 2023 (CEST)Rispondi

Qualsiasi cosa si scriva va bene. In fondo, possiamo dire tutto ciò che è ragionevolmente sensato, in assenza assoluta di fonti. Su Cork e Ross, resta un piccolo mistero: 1) la bolla di unione (quale?) non fu mai pubblicata sulle AAS; 2) le nomine dei vescovi sono assenti in AAS; bisogna aspettare quella di John Buckley (19 dicembre 1997), dove dicono (p. 298): Cathedralibus Ecclesiis Corcagiensi et Rossensi, invicem unitis...; nella successiva nomina di Fintan Gavin l'invicem unitis scompare, ma il bollettino parla della diocesi, al singolare, di Cork e Ross. Chiederei a [@ Jerus82] se l'AP 2023 segnala l'unione aeque principaliter per questa diocesi, e già che ci siamo, anche per le altre diocesi irlandesi menzionate qui sopra (punto 3).--Croberto68 (msg) 15:35, 23 set 2023 (CEST)Rispondi
Ecco qua. Riporto testualmente quanto dice AP, anche con i grassetti e i corsivi come appaiono in AP.
1) Cork (a. 600) and Ross (a. 570), s.-u. (19 apr. 1958), Corcagien(sis) et Rossen(sis): AP 2023, p. 189;
2) Galway (26 apr. 1831) and Kilmacduagh (sec. 7), s.-u. (5 giu. 1883), Galvien(sis) et Duacen(sis); con l'amministrazione perpetua (5 giu. 1883) di Kilfenora (sec. 7; suffr. di Cashel and Emly): AP 2023, p. 257;
3) Waterford (a. 1096) and Lismore (a. 659), s.-u. (16 giu. 1363), Vaterfordien(sis) et Lismorien(sis): AP 2023, p. 796;
4) Down (sec. 6) and Connor (sec. 5), s.-u. (29 lu. 1439), Dunen(sis) et Connoren(sis): AP 2023, p. 219;
5) Kildare (a. 519) and Leighlin (a. 1130), s.-u. (sec. 17), Kildarien(sis) vel Daren(sis) et Leighlien(sis): AP 2023, p. 364.
--Jerus82 (msg) 16:21, 23 set 2023 (CEST)Rispondi
Aggiungo che la sigla s.-u. = "sedi unite", compare anche per Chambéry, San Giovanni di Moriana e Tarantasia (p. 159), Pamplona e Tudela (p. 550), Teruel e Albarracín (p. 739), Cashel e Emly (p. 151). La sigla è usata anche per il caso di Nasso, Andro, Tino e Micono (p. 502), che non ho capito di che unione si tratti, e per Corfù, Zante e Cefalonia (p. 188), ma non per Sira e Milo, dove la diocesi in elenco è solo Syros e compare la dicitura "con l'amministrazione di Milos" senza una data specifica (p. 721). Quindi mi pare che s.-u. sia usato in AP per più tipologie di unione. L'espressione aeque principaliter compare solo per Zacapa e Santo Cristo de Esquipulas, per le quali i dati statistici vengono forniti separatamente, pur nella stessa p. 813. --Jerus82 (msg) 16:40, 23 set 2023 (CEST)Rispondi
Ulteriore complicazione sul significato di questa unione. A questo punto è meglio lasciare solo quelle diocesi unite dove è documentata espressamente nella bolla l'unione AEP.--Croberto68 (msg) 17:49, 23 set 2023 (CEST)Rispondi
In risposta a [@ Almàr23] aggiungo anche Cashel (sec. 10; Metr. a. 1152) and Emly (a. sec. 4; un. a Cashel in amministrazione perpetua dal 1718), s.-u. (26 gennaio 2015), Cashelien(sis) o Cassilen(sis) et Emelien(sis): AP 2023, p. 151. --Jerus82 (msg) 11:19, 1 ott 2023 (CEST)Rispondi
Riguardo alle sedi arcivescovili qui citate:
- nel caso di Cashel e Emly, entrambi i nomi sono scritti in un corpo più grande, quindi sono entrambe arcivescovili, e nelle voci sulle suffraganee sono indicate entrambe come metropolitane;
- nel caso di Chambéry, San Giovanni di Moriana e Tarantasia; Pamplona e Tudela; Corfù, Zante e Cefalonia; e Nasso, Andro, Tino e Micono, è in corpo più grande solo il primo nome, segno che l'unica sede arcivescovile è la prima; nei casi delle metropolitane con suffraganee, nelle voci sulle suffraganee è indicata come sede metropolitana solo la prima (quindi Pamplona e Nasso; resta ambiguo il caso di Corfù, che non ha suffraganee). --Jerus82 (msg) 11:33, 1 ott 2023 (CEST)Rispondi
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