Discussione:Alberico Biadene

Ultimo commento: 2 anni fa, lasciato da Tormund99 in merito all'argomento Grazia di Leone a Biadene

Abbozzo

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La voce ha bisogno di maggiori informazioni riguardo la famiglia e la morte. La fotografia è di quando aveva 71 anni, ma bisogna caricare anche questa di quando era un più giovane: 1, 2. --82.58.203.135 17:17, 29 ott 2018 (CEST)Rispondi

Ulteriori informazioni sui protagonisti del disastro del Vajont si possono trovare in fondo al libro Vajont senza fine, di Mario Passi. --79.25.58.229 12:05, 14 set 2019 (CEST)Rispondi
  Fatto --GMatteotti (msg) 16:22, 14 ott 2019 (CEST)Rispondi


Alcune puntualizzazioni....

Biadene invia un telegramma a Pancini...NO! Gli scrisse una lettera, non scritto a mano il P.S Documento visibile nell'ultima edizione (2013) del libro il Grande Vajont di Reberschack, in "documenti".

Biadene, gli dice a Rittmeyer di dormire con un occhio solo?

Nel libro di Luigi Rivis, Vajont quello che conosco e quello raccontato da altri, nelle pagine da 47 a 50 ci sono delle interessanti informazioni riguardanti le testimonianze rese alla Commissione Parlamentare. l'Autore, ha voluto approfondire ricercando gli interrogatori Archivio del processo penale del Vajont temporaneamente depositato presso l'Archivio di Stato di Belluno (ASAq) e scrive:

La "Commissione parlamentare d'inchiesta sul disastro del Vajont" venne nominata con la legge n. 370 del 22 maggio 1964. La commissione, presieduta dal senatore Rubinacci, aveva 32 componenti tra senatori deputati. La commissione concluse l'inchiesta dopo poco più di un anno di lavoro e, nel luglio del 1965, la "Relazione Finale" venne consegnata alla Presidenza delle Camere. A tal proposito, va ricordato che questa commissione aveva a disposizione quanto raccolto precedentemente dalla Commissione Bozzi e che, inoltre, aveva ottenuto dal Giudice istruttore di Belluno una copia degli atti da lui acquisiti; atti secretati perché l'inchiesta era ancora in corso. Tra i vari compiti assegnati alla commissione, uno riguardava le "informazioni orali" da assumere. Così a pagina 22 della "Relazione finale" venne indicata "l'opportunità di ascoltare determinate persone [...]" e "che le audizioni stesse avrebbero dovuto avere un carattere eminentemente informativo". Venne stabilito che le persone da ascoltare dovevano essere quelle delle Istituzioni, come "I rappresentanti degli Enti locali [.. .] un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici [.. .] gli ex Prefetti di Belluno e Udine [...] un rappresentante della Sade" e altri. Dall'elenco delle "audizioni orali di qualificati rappresentanti delle varie Amministrazioni dello Stato e di esponenti di Enti locali", fra questi ultimi, si trova che "furono ascoltati il signor De Damiani Giovanni, ex Sindaco di Erto-Casso; il signor Arduini Terenzio, ex vice Sindaco di Longarone e il signor Zoldan Rino, ex Sindaco di Castellavazzo , quali esponenti di Enti locali. Ovviamente non compaiono altri nomi di chi fu chiamato a deporre dalla Commissione Bozzi o dal Giudice istruttore. Al termine dei lavori della commissione, poiché non tutti i suoi 32 componenti erano d'accordo sull'insieme delle conclusioni espresse nella "Relazione Finale", alla stessa furono allegate due relazioni di minoranza, come: "Allegato 1" e "Allegato 2". E interessante la relazione dell'Allegato 1, firmata da otto onorevoli e che verrà anche stampata in un libro. Delle 33 pagine dell'Allegato 1, quelle che interessano per la finalità di questo libro sono solo tre. In esse si trovano, tra l'altro, fatti e dichiarazioni di cui quasi mai si citano le fonti degli interlocutori o della documentazione. Anche se nell'Allegato 1 non è detto, alcune dichiarazioni provengono dalle deposizioni che furono rese alla Commissione Bozzi e al Giudice istruttore: tuttavia, nel riportarle non sempre sono esposte in modo corretto, se non addirittura alterato. Così a pagina 24 dell'Allegato 1 è scritto: «Alle ore 20 lo stesso ingegnere Caruso al caffè Deon di Belluno s'incontra con il Capitano dei carabinieri, e viene ordinato soltanto il blocco del traffico stradale. Nello stesso tempo al geometra Ritmayer [Rittmeyer] che si trova nei pressi della diga, si dice di dormire con "un occhio aperto"». Intanto manca la fonte della prima frase: frase che è stata probabilmente ricavata da uno stralcio di quanto ha riferito Biadene il 14 novembre successivo alla Commissione Bozzi: «De Pra, dopo poco è tornato a telefonarmi e ha detto "A monte, verso Erto l'abbiamo chiusa, a valle [...] era chiusa però il maresciallo chiederebbe di avere un consenso a questa chiusura da parte del suo comandante". Questo alle 9 di sera. Allora telefonai a Caruso dicendogli di cercare il comandante dei carabinieri per far dire al maresciallo che permetta di mettere qualcuno che non faccia salire gente lungo la vallata del Vajont...» (ASAq, b. 2, fasc. b, fol. 411). Non viene pure specificato chi abbia dato a Rittmeyer l'eccentrico suggerimento di dormire con "un occhio aperto". Rittmeyer alle 20, "nello stesso tempo", non poteva essere al Vajont, perché era ancora in viaggio da Mestre.

La "Relazione Finale" della Commissione parlamentare con i due allegati verrà poi pubblicata, diventando così di dominio pubblico. E allora, dall'Allegato 1 alcune parti verranno riprese da vari autori e, opportunamente "aggiustate", inserite nei loro libri. Così la Merlin: «Una telefonista di Longarone sente il colloquio, s'intromette per chiedere se, per caso, non ci sia pericolo anche per Longarone. No, le rispondono da Venezia, stia tranquilla, anche se Biadene raccomanda a Rittmeyer di "dormire con un occhio solo". Sentendolo agitato gli dice tuttavia di stare calmo, che a Venezia non si prevedono cose tragiche» (p. 100). E Lucia Vastano: «Erano le dieci di sera del 9 ottobre 1963, mancava circa mezz'ora alla "fine". Giancarlo Rittmeyer, di guardia alla diga (trent'anni, morirà anche lui quella notte), chiama disperato Biadene avvisandolo che la montagna sta oramai precipitando a vista d'occhio nel lago [...] Biadene cerca di calmare la guardia che gli chiede se deve dare l'allarme. Che fare a quel punto? Biadene antepone ancora una volta gli interessi della Sade alla sicurezza della gente. Potrebbe dare l'allarme, ma questa sarebbe un'evidente ammissione di colpa. Preferisce suggerire a Rittmeyer di "dormire con un occhio solo".

Di quanto riportato nei libri citati, c'è però un particolare importante ed emblematico che merita di essere rimarcato. Maria Capraro al Giudice istruttore riferì che, su sua richiesta, fu "il telefonista dell'ufficio Sade di Longarone" a dirle "che per Longarone non vi era alcun pericolo" mentre, secondo queste testimonianze, fu lo stesso Biadene da Venezia, a tranquillizzarla dopo che si era intromessa nella telefonata. Anche nel film di Martinelli si vede che è l'addetta al centralino di Longarone a colloquiare con Biadene. Vien da domandarsi per quale fine ci sia stato questo cambio di interlocutori: forse perché cosi diventava funzionale alla storia che si voleva raccontare.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Pdighe (discussioni · contributi) 12:57, 15 ott 2019‎ (CEST).Rispondi

Stato civile

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Come si chiamava sua moglie? Pur essendo presente film Vajont - La diga del disonore non è stata accreditata nei titoli di coda. --GMatteotti (msg) 10:27, 12 nov 2019 (CEST)Rispondi

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Alberico Biadene. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 01:15, 27 nov 2019 (CET)Rispondi

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Grazia di Leone a Biadene

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Ho rimosso un riferimento al fatto che il Presidente della Repubblica Leone avesse concesso la Grazia ad Alberico Diabene. Non mi risulta che la grazia sia stata concessa; qui l'articolo della Stampa che parla della richiesta di grazia: [1]

Qui l'articolo che parla della scarcerazione di Diabene: [2] Non si fa mai riferimento ad una scarcerazione o sconto di pena a seguito della grazia presidenziale. Qui la lista delle grazie concesse da Leone: [3]. Ho scorso un po'ma non mi risulta che sia compreso Alberico Biadene, sarebbe facilmente individuabile dai reati omicidio colposo e disastri.

Lo sconto di pena per buona condotta, di cui si parla anche nella voce dedicata al Vajont, è una cosa diversa e non correlata con una grazia presidenziale. Se qualcuno trovasse una fonte rimetterei il riferimento.

.--Tormund99 (msg) 00:13, 20 gen 2022 (CET)Rispondi

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