Discussione:Attività (chimica)

Ultimo commento: 1 anno fa, lasciato da 93.65.152.73 in merito all'argomento Frase dubbia (per me)

Ampliamenti della voce modifica

Mancano molti metodi di determinazione dei coefficienti di attività:

  • eq. simmetriche
  • eq. di Margules   Fatto
  • eq. di VanLaar   Fatto
  • eq. di Wilson
  • NRTL   Fatto
  • UNIFAC
  • UNIQUAC   Fatto

--Aushulz (msg) 16:02, 8 ago 2008 (CEST)Rispondi

Mi pare che la sezione sulla costante di equilibrio sia fuorviante, nel senso che andrebbe inserita alla voce Equilibrio chimico. --Aushulz (msg) 12:19, 10 ago 2008 (CEST)Rispondi

Ho inserito la trattazione sulle eq. di Margules e Van Laar. --Aushulz (msg) 15:23, 10 ago 2008 (CEST)Rispondi

Frase dubbia (per me) modifica

"Il coefficiente di attività di una specie ionica è una misura dell'efficienza con cui la stessa specie influenza gli equilibri cui essa partecipa. In soluzioni molto diluite, in cui la forza ionica è minima, questa efficienza diviene costante, ed il coefficiente di attività è uguale a 1: l’attività e la concentrazione molare sono identiche. Quando la forza ionica aumenta, lo ione perde un po' della sua efficienza, ed il suo coefficiente di attività diminuisce."

Credo che la parte in corsivo sia errata, lo ione acquisisce una maggiore efficienza nel prendere parte ai vari equilibri in cui è coinvolto nella soluzione, proprio perché aumenta la sua concentrazione: è l'effetto sale. Sono uno studente, magari mi sbaglio e non ho capito bene la questione.

Anche a me suona strano. Se sei sicuro che sia un errore, modifica pure, altrimenti controlla prima su qualche libro. --Aushulz (msg) 01:51, 13 ott 2010 (CEST)Rispondi

E' che neanche io ne sono sicuro, non penso di aver capito bene né l'effetto sale né il comportamento del coefficiente d'attività a elevati valori di forza ionica (quando il coefficiente d'attività ha valore maggiore di 1, per intenderci). Ciò che so dell'effetto sale è che, quando si aggiunge un elettrolita estraneo ad una soluzione in cui è presente un sale poco solubile come precipitato, parte del precipitato si risolubilizza, e quindi aumenta la concentrazione degli ioni che lo costitiuscono nella soluzione. Poi cosa succeda quando il coefficiente di attività è minore o maggiore di 1 sinceramente non mi è troppo chiaro; non c'è dubbio che, moltiplicando per un numero minore o maggiore di uno la concentrazione all'equilibrio di una specie, ottengo un'attività minore o maggiore rispetto alla concentrazione; i dubbi che ho sono nell'interpretare qualitativamente queste conclusioni. A quanto ne dice il mio professore, per coefficiente d'attività minore di uno l'elettrolita estraneo che abbiamo aggiunto interagisce con lo ione di cui studiamo la concentrazione e ne diminuisce la partecipazione agli equilibri: effetto sale; nel caso in cui, invece, si aggiunge una quantità di elettrolita molto elevata, questo priva gli ioni che stiamo esaminando di un'elevata quantità di acqua di idratazione, aumentando di molto la capacità delle specie che studiamo di partecipare ad altri equilibri, di reagire: questo è chiamato effetto salatura (il coefficiente d'attività dello ione è, in questo caso, maggiore di 1), dal mio professore. Urge un buon chimico. :D Questo commento senza la firma utente è stato inserito da EvilParanoid (discussioni · contributi) 21:33, 19 ott 2010 (CEST).Rispondi

Sul fatto che l'attività tende a un valore unitario per soluzioni molto diluite non ho dubbi: infatti l'attività è una misura dello scostamento dall'idealità, e le soluzioni molto diluite si avvicinano a tale condizione di idealità (vedi a proposito il grafico nella voce legge di Raoult, dove le deviazioni positive e negative indicano un coefficiente di attività non unitario).
Quello che invece non ho capito è il concetto di "efficienza" introdotto, che a mio avviso dovrebbe essere esplicitato meglio, sempre che non sia un termine "inventato" per l'occasione. Infatti per qualsiasi tipo di efficienza (termodinamica, meccanica, ecc.) viene data in campo ingegneristico una definizione rigorosa, mentre qui il solo termine "influenza" non dice se tale influenza è "positiva" o "negativa", per cui la definizione non è completa. --Aushulz (msg) 15:28, 20 ott 2010 (CEST)Rispondi
@Aushulz Il termine "efficienza" è verosimilmente inventato, a mio parere. L'attività di un soluto è una concentrazione fittizia, diversa in generale da quella stechiometrica. Se mettiamo nell'espressione di una K di equilibrio le attività, invece delle concentrazioni, e calcoliamo, otteniamo lo stesso valore della K termodinamica, cioè il valore calcolato da:
K = e^(-delta G°/RT).
Patrizio (qui non so come si firma) --93.150.81.181 (msg) 13:34, 26 dic 2021 (CET)Rispondi
@Ensahequ Nella frase iniziale la parola "efficienza", credo inventata, andrebbe sostituita con "efficacia". In una Keq. vanno messe le concentrazioni efficaci delle varie specie, che è come dire le loro attività (le loro pressioni efficaci, in caso di gas). L'attività è una concentrazione (o pressione) efficace, tale da rendere Keq. invariabile a T costante, cioé indipendente da ogni altra variazione, comprese quelle di V e P. L'attività NON è una concentrazione effettiva: concentrazione effettiva è quella stechiometrica. Patrizio --93.65.152.73 (msg) 15:58, 3 dic 2022 (CET)Rispondi
Sostituita "efficienza" con "efficacia". --Ensahequ (msg) 16:13, 3 dic 2022 (CET)Rispondi
@Ensahequ Ho parzialmente modificato e ampliato. Patrizio --93.65.152.73 (msg) 00:55, 4 dic 2022 (CET)Rispondi
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